I tre principali fattori acceleranti della transizione verso l’energia pulita

Franco Rossetti, Senior Relationship Manager ETF Specialist, Invesco

CONTRIBUTO a cura di Franco Rossetti, ETF Senior Relationship Manager di Invesco. Contenuto sponsorizzato da Invesco.

Decisioni politiche, miglioramento del quadro economico delle energie rinnovabili, e crescenti investimenti nel settore: perché questi tre fattori saranno determinanti? Dall’accordo di Parigi, siglato nel dicembre 2015, i governi di tutto il mondo hanno annunciato obiettivi ambiziosi per ridurre le proprie emissioni di carbonio per cercare di limitare il riscaldamento globale a 2 °C, puntando a un aumento massimo di 1,5 °C entro il 2050.

La priorità è produrre ‘energia pulita’. Ma cosa comprende? Tutte le fonti energetiche che comportano minori emissioni di carbonio e che prevengono l’inquinamento. Tra queste l’energia eolica e solare ma anche nuovissime tecnologie che puntano a rimuovere i gas serra dall’aria, come la tecnologia di cattura del carbonio o del metano. Non vengono considerati energia pulita il nucleare e il gas naturale e nemmeno il cosiddetto ‘carbone pulito’. Fuori dal perimetro pure i passati utilizzi di CO2, come il ‘recupero di petrolio potenziato’, poiché continuano a basarsi sui combustibili fossili tradizionali.

I fattori acceleranti della transizione verso l’energia pulita

Sono sostanzialmente tre: le decisioni politiche, il miglioramento del quadro economico delle energie rinnovabili, i crescenti investimenti nel settore. Relativamente al primo punto, la prima importante tappa per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi è prevista al prossimo importante vertice sui cambiamenti climatici (COP26), in occasione del quale i membri dell’accordo dovranno presentare i loro piani d’azione per ridurre le emissioni.

Per quanto riguarda il miglioramento del quadro economico delle energie rinnovabili, si nota invece come l’energia rinnovabile stia ora recuperando terreno rispetto alla generazione dei combustibili fossili. Infatti, il 56% dell’energia rinnovabile del 2019 ha prodotto energia elettrica a costi inferiori ai nuovi impianti a carbone più economici. Secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), grazie al progresso tecnologico e ai sussidi, l’energia rinnovabile, come quella solare ed eolica, diventerà ancora più conveniente di petrolio, gas naturale e carbone termico, ben prima del 2040.

Le implicazioni sugli investimenti

L’ammontare degli investimenti previsti nei prossimi anni da governi, organizzazioni internazionali e capitali privati, dovrebbe aggirarsi intorno a svariate migliaia di miliardi di dollari. Riteniamo che i settori dei servizi di pubblica utilità e dell’energia possano giocare un ruolo importante nell’ambito dell’energia pulita. Dispongono del cash flow e delle competenze tecniche per guidare l’innovazione e hanno già iniziato a investire massicciamente. Tutte e tre stanno attraversando una fase caratterizzata da un elevato livello di innovazione, e, grazie all’accelerazione nella generazione di elettricità rinnovabile, di biocarburanti e di idrogeno, sono aree essenziali per il raggiungimento degli obiettivi del cambiamento climatico a breve e a lungo termine da parte dei governi.

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