La legge di bilancio per il 2025 consente di anticipare il pensionamento grazie al risparmio accumulato nel fondo pensione. Come funziona la norma e quali spunti offre? Contributo a cura di Paolo Pellegrini, Mefop.
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CONTRIBUTO a cura di Paolo Pellegrini, vicedirettore generale, Mefop.
In queste prime settimane del 2025 da più parti si segnala un rinnovato interesse all’adesione ai fondi pensione. Oltre ai noti vantaggi fiscali, un merito va riconosciuto probabilmente alla norma della legge di bilancio che consente l’accesso anticipato di tre anni alla pensione, utilizzando il risparmio accumulato nel fondo pensione.
La norma non è passata inosservata: per la prima volta dal 2007 (anno della campagna informativa istituzionale sul tacito conferimento del TFR) i fondi pensione hanno fatto notizia sulla tv generalista.
È opportuno però comprenderne bene il funzionamento, e mettere a fuoco le opportunità che offre ai cittadini e a chi professionalmente si occupa di raccogliere le adesioni ai fondi pensione.
Come funziona la nuova norma?
I lavoratori contributivi, cioè quanti hanno iniziato a versare contributi dal 1° gennaio 1996, andranno in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi (pensione di vecchiaia) oppure con 42 anni e 10 mesi di contributi, le donne con 41 anni e 10 mesi (pensione anticipata).
In alternativa è possibile anticipare il pensionamento a 64 anni con 20 anni di contributi (pensione anticipata contributiva) se si matura una pensione adeguata, fissata per legge ad almeno tre volte l’assegno sociale (3,2 volte dal 2030, 2,8 per la donna con un figlio, 2,6 per la donna con due figli). Dato che nel 2025 l’assegno sociale è di 7.002,97 euro lordi annui, la pensione minima per anticipare la pensione è attualmente di circa 21 mila euro lordi annui. Ma per maturare questa pensione il lavoratore contributivo deve avere accumulato un montante INPS ad oggi superiore a 400 mila euro. Si tratta evidentemente di una possibilità per chi ha redditi medio alti.
La novità è che, ai fini del calcolo della pensione minima, per anticipare il pensionamento rispetto alla normale età per la pensione di vecchiaia (attualmente da 67 a 64 anni) si può ora sommare al montante Inps anche il montante accumulato nel fondo pensione che si richiede in rendita. In questo caso, il requisito contributivo sale di cinque anni dal 2025 e di dieci anni dal 2023, in aggiunta ai 20 anni di contributi normalmente richiesti. L’elemento di interesse è che per raggiungere il montante soglia, quindi, è sufficiente un reddito inferiore se si è iscritti a un fondo pensione cui si è versato per tempo e a sufficienza.
Alcuni casi pratici
La tabella di seguito indica i redditi minimi per poter accedere al pensionamento anticipato contributivo. Con le nuove norme la pensione anticipata contributiva, attualmente raggiungibile soltanto per redditi medio alti, diventa accessibile a una platea più ampia. Anche chi ha redditi medi, infatti, potrà decidere se ritirarsi prima dell'età di vecchiaia a patto di aderire presto al fondo pensione versando il TFR maturando e la contribuzione a carico del lavoratore e del datore di lavoro.
Con l'utilizzo del fondo pensione, in particolare, il reddito minimo necessario per anticipare il pensionamento si riduce di oltre il 20 per cento.

Ipotesi di calcolo: inflazione 2%, Pil real 1%, azionario 4%, obbligazionario 2%, tassazione rendimenti 20%. ISC variabile da 5 anni a 30 anni obb: 1%-0,5% az: 1,5%-0,7%
Categoria INPS FPLD, Carriera 1% Comparto fondo pensione 30% azionario
*Contributo al fondo pensione circa 10% della RAL dall’inizio dell’attività (TFR+contributo lavoratore e datore)
Opportunità per i cittadini e per chi promuove le adesioni ai fondi pensione
La platea di lavoratori che possono usufruire nell’immediato di questa novità è estremamente limitata, dato che è rivolta a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e vista l’attuale (ancora bassa) percentuale di adesioni ai fondi pensione in Italia.
Si tratta però di una opportunità che può essere colta da chi ha dai 50 anni in giù, con un forte incentivo ad avviare quanto prima un percorso di accumulo in forme di previdenza complementare.
I lavoratori contributivi, infatti, aderendo per tempo al fondo pensione e versando la giusta contribuzione potranno, se vorranno, utilizzare il montante del fondo pensione per anticipare il pensionamento anche se hanno redditi più contenuti rispetto a quanto necessario in passato. La pensione anticipata contributiva, grazie al fondo pensione, diventa un’opzione concretamente accessibile anche per chi guadagna meno, a patto però di essere previdenti e iscriversi presto al fondo pensione.
Accompagnare il cittadino in una corretta pianificazione
Chi ha la responsabilità di assistere il cittadino nell’assunzione di scelte consapevoli, potrà dare anche questo tipo di indicazione, prestando la propria consulenza per una corretta pianificazione.
Opportunamente assistiti da software disponibili sul mercato, si può meglio pianificare per tempo il percorso di accumulo e valutare quanto è bene versare. La scelta di quanto contribuire è stata finora guidata dalla capacità di risparmio (versa quanto ti puoi permettere) tenendo conto del plafond di deducibilità. Da ora, invece, si può anche considerare questo obiettivo in più, così da scegliere il versamento con cognizione di causa, con l’obiettivo non soltanto di beneficiare dei vantaggi fiscali e integrare la pensione, ma anche di poterla anticipare.
Anche il versamento in favore dei figli fiscalmente a carico può assumere un connotato nuovo e diverso, come contributo del genitore alla possibilità di un anticipo pensionistico futuro del figlio.
Dunque aderire presto a un fondo pensione e versare l’importo giusto diventa un importante elemento di pianificazione previdenziale, servizio a grande valore aggiunto per chi assiste le persone all’atto dell’adesione e lungo tutto il percorso di accumulo. Un’opportunità per i cittadini e per chi li assiste nella diffusione della cultura previdenziale e nella raccolta delle adesioni ai fondi pensione.
Per la prima volta, dopo il 2007, i fondi pensione hanno fatto notizia sulla tv generalista: la sensibilità sul tema è diffusa e su questa sensibilità è possibile agganciate le giuste iniziative di comunicazione volte a incrementare il tasso di adesione alla previdenza complementare.