Il 2021 è stato l'anno dei record per l'industria ETF che ha registrato i massimi storici in fatto di raccolta. Francesco Branda, head ETF & Index Fund Sales Italy di UBS Asset Management, racconta quali saranno i motori della crescita per il nuovo anno. Contenuto sponsorizzato.
CONTRIBUTO a cura di Francesco Branda, head ETF & Index Fund Sales Italy di UBS Asset Management. Contenuto sponsorizzato da UBS Asset Management.
Il 2021 è stato un altro anno storico per l’industria degli ETF, che ha fatto segnare un nuovo record con circa 150 miliardi di dollari di raccolta, dato molto positivo che tiene conto solo dei primi 10 mesi dell’anno. il 2021 verrà ricordato anche nel settore della gestione passiva come l’anno dell’impatto della SFDR, un vero e proprio spartiacque sul fronte della regolamentazione degli investimenti ESG a livello europeo. Questo impatto è subito riscontrabile nei numeri se si considera che il 50% della nuova raccolta di ETF in Europa nel corso dell’anno è andata proprio verso strumenti conformi agli articoli 8 o 9 dell’SFDR, circa 80 miliardi. Un risultato che rende più vicino il momento del sorpasso delle masse investite in strategie ESG rispetto a quelle raccolte dalle strategie tradizionali. Certo, in termini di AuM quel traguardo pare ancora lontano: ad oggi gli ETF ESG in Europa valgono circa 200 miliardi su un totale di 1400 miliardi ma ci aspettiamo che i tassi di crescita degli ETF ESG aumentino in modo esponenziale anno su anno, tanto che questo storico avvicendamento al vertice della raccolta potrebbe realizzarsi nel giro di qualche anno.
UBS Asset Management, uno dei pionieri in ambito ESG, ha vissuto ogni fase della crescita della dimensione della sostenibilità declinata sul fronte degli investimenti passivi. 10 anni fa, nel 2011, la società ha quotato il suo primo ETF ESG, nel 2016 ha raggiunto oltre un miliardo di asset investiti in quelli che oggi definiamo prodotti articolo 8 e 9 e a fine ottobre 2021 è arrivato il superamento di quota 34 miliardi di dollari. Ciò è stato reso possibile grazie anche alla consapevolezza che le soluzioni ESG non rappresentano solo un modo per fare qualcosa di buono per le attuali e le future generazioni, ma sono una grandissima opportunità per investire in quella che può essere definita una “nuova rivoluzione industriale”, che cambierà completamente il settore economico.
L’innovazione di prodotto è stato anche quest’anno un driver imporante della crescita di popolarità e di masse degli ETF ESG. UBS AM ha puntato molto su questo fronte, nella convinzione che soluzioni innovative e sempre più granulari siano esattamente quello che i clienti cercano e scelgono. Così nel corso del 2021 UBS AM ha quotato delle famiglie di prodotti completamente nuove: gli ETF azionari allineati agli accordi di Parigi (art. 9 SFDR) e gli ETF ESG light screen con filtro low carbon (art. 8 SFDR), che hanno l’obiettivo di migliorare gli ESG score contenendo i Tracking Error verso gli indici tradizionali. Non solo: in ambito obbligazionario corporate ha inoltre lanciato un ETF globale Investment Grade con filtro SRI, mentre sul fronte debito emergente, è arrivata una soluzione unica nell’universo degli ETF europei, uno strumento aggregate, in grado di offrire accesso a un mix di diverse tipologie di obbligazioni, solo Investment grade, con il filtro ESG.
Guardando al 2022, riteniamo che il mercato continuerà a essere guidato dall’innovazione e che i player, in grado di mettere in campo soluzioni in linea con le mutevoli esigenze degli investitori, saranno certamente premiati. UBS AM è sempre attiva sul fronte di nuovi lanci e la società ha già un’ottima e diversificata pipeline per il 2022. Senza entrare nel dettaglio, considerando anche che si tratta di strumenti non ancora registrati, si tratterà di soluzioni innovative che si focalizzeranno principalmente su due macro-trend: sostenibilità e mercati asiatici.
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