Investimenti contrarian, ancora interessanti opportunità di valore

Dmitry Solomakhin. Immagine concessa (Fidelity international)
Dmitry Solomakhin. Immagine concessa (Fidelity international)

Contributo a cura di Dmitry Solomakhin, gestore del FAST Global Fund di Fidelity International. Contenuto sponsorizzato.

L'investimento contrarian è la disciplina che ricerca opportunità che differiscono dal sentiment prevalente del mercato. Richiede una ricerca rigorosa e una forte convinzione di fronte a opinioni opposte. Gli investitori contrarian individuano le situazioni speciali, ossia le aziende che hanno registrato una performance insufficiente o che sono in qualche modo sfavorite, ma per le quali esiste una prospettiva realistica di inversione di tendenza. Il mio obiettivo è quello di acquistare queste aziende in anticipo, prima che la visione di consenso si sposti.

Nonostante i forti guadagni registrati dalla strategia lo scorso anno, tuttavia, continuo a vedere molte interessanti opportunità di valore contrarian.

Una strategie long/short globale contrarian value dall'approccio bottom up

FAST Global Fund è una strategia globale contrarian value in cui la selezione dei titoli si basa su un solido approccio bottom up. Assumo posizioni lunghe e corte, il che significa che investo in titoli sia al rialzo che al ribasso, anche se la maggior parte del portafoglio ha un'esposizione long. L'esposizione complessiva al mercato è sempre intorno al 100% (non si tratta di un hedge fund).

Sul fronte long, investo in titoli “contrarian” o relativi a situazioni speciali sfavorite, che vengono valutati in maniera decisamente non adeguata per ragioni strutturali e/o cicliche. Sono infatti convinto che il sentiment degli investitori sia altrettanto importante dei fondamentali del business, poiché spesso si crea un divario tra percezione e realtà.

Investo adottando un approccio di tipo puramente bottom-up con un orizzonte di investimento tipico pari a 3-5 anni. Ogni società che detengo rientra in un quadro d’investimento coerente. Per ogni azienda che sottoperforma costruisco una tesi di investimento molto precisa e dettagliata che si concentra sulla potenziale inversione di tendenza. I fattori che guidano queste inversioni sono specifici delle aziende stesse. I mercati finali e l’economia in generale, infatti, sono certamente importanti, ma tendenzialmente non determinanti per la performance.

Le posizioni short rientrano, invece, in tre categorie: aziende con problematiche strutturali (prima che il mercato ne riconosca la reale portata), ciclici apparentemente convenienti in cui i fondamentali del ciclo iniziano a cedere e società con problemi contabili e/o di corporate governance. Sono alla ricerca di titoli momentum ove il mercato ignora potenziali fattori negativi significativi. L’analisi tecnica e dei fondamentali è molto importante per le posizioni short.

Il numero di posizioni short detenute in un determinato momento dipende dal numero di opportunità di shorting interessanti che intravedo. Negli ultimi due anni, in linea generale, questo numero è stato elevato, visti gli eccessi speculativi che sono stati aggravati dalle politiche espansive delle banche centrali in risposta alla pandemia. Con lo scoppio della bolla negli ultimi 12 mesi circa, la mia componente short ha contribuito molto positivamente alla performance complessiva.

Nessun bias settoriale o geografico

Non ho un’opinione settoriale o regionale di tipo top-down: le posizioni di sottopeso e di sovrappeso sono esclusivamente il risultato di una selezione di titoli di tipo bottom-up. Ad esempio, al momento sto sottopesando gli Stati Uniti, perché vedo meno opportunità long su base bottom-up tra i titoli statunitensi. Più di recente ho sovrappesato il Regno Unito e la Cina, poiché questi mercati si sono indeboliti a causa di fattori politici e di mercato idiosincratici, il che significa che molti titoli erano molto economici. Ciò significa che ho trovato opportunità di situazioni speciali più interessanti rispetto a molti altri mercati.

Uno sguardo al futuro

Ciò che nel 2022 ha trainato i rendimenti è stata la selezione dei titoli, l’elemento chiave della filosofia del fondo. Mi spiego meglio: nel 2022 abbiamo visto un rallentamento del momentum e i risultati sono ovviamente emersi in maniera importante. Ma, al di là del momentum, in termini di gestione del fondo non ho fatto nulla di diverso da quello che ho sempre fatto. Avreste potuto investire nel fondo l’anno scorso, due anni fa, tre anni fa o cinque anni, l’approccio alla selezione dei titoli non è mai cambiato, pertanto per chi ha un orizzonte temporale di medio lungo periodo può essere una strategia interessante.

Nel corso del 2022 i titoli azionari globali sono scesi, con una volatilità accentuata e forti cambiamenti nelle preferenze dei fattori settoriali e di stile, mentre gli investitori cercavano di fare i conti con l'aumento dell'inflazione e dei tassi d'interesse, la crisi energetica in Europa, la prosecuzione delle restrizioni Covid in Cina e i segnali di rallentamento della crescita globale.  Guardando al 2023, non so quale direzione prenderà il mercato, ma una maggiore volatilità dovrebbe favorire la strategia, poiché cerco di individuare idee idiosincratiche. Mi aspetto che la fine del regime “free money” faccia sì che gli investitori si concentrino maggiormente su una selezione dei titoli tradizionale basata sui fondamentali.