Investire nel cambiamento per un pianeta migliore

Jamie Govan, immagine concessa (abrdn)

CONTRIBUTO a cura di Jamie Govan, senior ESG Investment manager – clients di abrdn. Contenuto sponsorizzato da abrdn.

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Le sfide a cui il pianeta deve far fronte sono numerose, cambiamento climatico, disuguaglianze sociali e modelli di produzione e consumo insostenibili, sono solo alcune delle più urgenti. Anche gli asset manager sono chiamati a fare la loro parte e a nostro avviso possono svolgere un ruolo importante continuando a generare rendimenti per i clienti. In vista della COP26 di novembre, ecco alcune delle alternative di investimento sostenibile a disposizione degli investitori, tra cui alcune strategie conformi al nuovo Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) dell'Unione Europea, il regolamento sull’informativa di sostenibilità dei servizi finanziari entrato in vigore lo scorso marzo.

Europa all'avanguardia

L'Unione Europea sostiene risolutamente la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio basata su un uso più efficiente e sostenibile delle risorse. Le autorità di Bruxelles hanno fatto seguire alle parole i fatti, annunciando nel dicembre del 2019 il Green Deal europeo, un pacchetto del valore di mille miliardi di euro.

Gran parte degli sforzi delle autorità europee si concentra sul coinvolgimento del settore finanziario, e delle sue enormi riserve di capitale, nella lotta al cambiamento climatico. È a questo riguardo che entra in gioco il regolamento SFDR, varato dalla Commissione Europea a marzo 2021 per indurre operatori di mercato e consulenti finanziari a migliorare l'informativa in materia di sostenibilità e fornire agli investitori i dati necessari per prendere decisioni coerenti con i loro obiettivi di sostenibilità. L'SFDR punta inoltre a contrastare il greenwashing che coinvolge i prodotti e i servizi di consulenza finanziaria, imponendo l'obbligo di categorizzare tutti i prodotti finanziari venduti nell'UE in base agli Articoli 6, 8 o 9 del regolamento.

I fondi conformi all'Articolo 9 sono “fondi che hanno un obiettivo di investimento sostenibile o di riduzione delle emissioni di carbonio”, mentre i fondi conformi all'Articolo 8 promuovono caratteristiche sociali e/o ambientali e l'adozione di buone prassi di governance.

L'osservanza dell'SFDR comporta, com'è logico, anche alcune difficoltà. Molte aziende saranno infatti costrette a modificare radicalmente le proprie strategie d'investimento, gestione del rischio e informativa finanziaria e legale. Ciò nonostante, siamo convinti che i rigorosi obblighi di trasparenza introdotti dal regolamento UE SFDR permetteranno di distinguere i gestori che danno la giusta importanza alla sostenibilità.

Impact investing

Un tempo considerata categoria di nicchia, negli ultimi cinque anni l'impact investing ha acquisito popolarità ed è ormai molto diffuso. Sono strategie a impatto che prevedono l'investimento in società le cui attività, tecnologie o prodotti sono specificamente pensati per affrontare le sfide di lungo termine del pianeta. In altre parole, seleziona aziende che si propongono di generare un impatto positivo e misurabile. Tra queste figurano:

  • attività di supporto allo stoccaggio e alla distribuzione delle energie rinnovabili
  • attività di ricerca nelle terapie sanitarie più urgenti
  • attività che aiutano l'accesso ai servizi finanziari delle comunità svantaggiate.

Il cambiamento climatico e la via verso zero emissioni nette

Il cambiamento climatico è senza dubbio una delle principali sfide del nostro tempo, sfida che oggi i politici si sono finalmente decisi a raccogliere. Molti paesi si sono impegnati a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 e poiché questo sforzo comporterà investimenti per 50 mila miliardi di dollari, riteniamo che le opportunità oggi disponibili siano rilevanti. Il settore dell'asset management offre numerose soluzioni per contrastare il cambiamento climatico e promuovere la decarbonizzazione, adatte ai diversi obiettivi finanziari e livelli di propensione al rischio degli investitori.

Innanzi tutto vi sono le strategie azionarie, che possono comportare investimenti in fornitori e aziende leader nel campo delle soluzioni dedicate al cambiamento climatico, ad esempio le aziende che hanno assunto i maggiori impegni di riduzione del carbonio attraverso i loro prodotti e servizi. Oppure, nel settore delle costruzioni spiccano società coinvolte nell'urbanizzazione e nello sviluppo di infrastrutture sostenibili. Anche qui, molte di queste aziende si propongono di generare sia un impatto positivo che un ritorno economico. Un coinvolgimento attivo con le società può aiutare gli asset manager a selezionare le giuste realtà.

Impegnarsi, non evitare

Sarà di cruciale importanza anche la capacità di identificare i rischi della transizione verso un'economia a zero emissioni nette, fra questi l'aumento dei prezzi del carbone, l'abbandono delle infrastrutture legate ai combustibili fossili e i cambiamenti tecnologici. Per alcuni investitori questo potrebbe comportare la scelta di evitare del tutto gli strumenti più rischiosi. Effettivamente, molti fondi prevedono delle soglie minime e/o delle liste di esclusione, ma a nostro parere i prodotti d'investimento sostenibili dovrebbero puntare anche sulle aziende che molti preferiscono evitare. Dopotutto, queste società svolgeranno un ruolo importante nella soluzione delle sfide ambientali. Per questo motivo gli investitori dovrebbero considerare la possibilità di inserire in portafoglio le società più impegnate nella decarbonizzazione dell'economia appartenenti a settori ad alte emissioni.

In quest'ottica, i gestori possono sostenere anche le società che affrontano i rischi fisici del cambiamento climatico. Ad esempio, gli investitori obbligazionari potrebbero decidere di allocare capitale a obbligazioni sovrane, di società di servizi di pubblica utilità o di compagnie assicurative che offrono protezione contro i rischi di alluvione o contro l'aumento dei prezzi delle materie prime.

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU

Un'altra possibilità per approcciare l'investimento a impatto sono i prodotti allineati ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG's) dell'ONU, che propongono un modello di finanziamento e sviluppo politico pensato per aiutare i governi, le aziende e la società in generale a contrastare varie problematiche, tra cui la povertà, le disuguaglianze, il cambiamento climatico, il degrado ambientale, la giustizia e molto altro ancora.

Gli SDG's sono particolarmente importanti per i paesi asiatici ed emergenti, molti dei quali hanno economie in rapido sviluppo ma ancora sottofinanziate in varie aree. Tuttavia, in queste regioni hanno sede alcune delle aziende più innovative del mondo, capaci di contribuire alla soluzione delle principali sfide a cui il nostro pianeta va incontro. Ciò significa che i gestori hanno la possibilità di indirizzare i flussi di investimento verso i paesi e i settori che ne hanno maggior bisogno e dove i rendimenti potenziali sono più interessanti.

Naturalmente questi sono solo alcuni esempi delle strategie sostenibili esistenti, che comprendono tra l'altro, gli investimenti etici, l'investimento sostenibile e responsabile (SRI), le strategie tematiche e molti altri prodotti ancora.

Gli asset manager possono giocare un ruolo di primo piano per rispondere alle enormi sfide ambientali e sociali che ci attendono e aiutare i clienti a realizzare i loro obiettivi finanziari. Siamo convinti che prodotti come gli investimenti a impatto, le strategie conformi all'Articolo 9 dell'SFDR e quelle allineate agli SDG's delle Nazioni Unite svolgano un ruolo importante nel conseguimento di questi obiettivi e nei prossimi articoli approfondiremo le alternative più interessanti presenti sul mercato.


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