L’anno del cane. Abbaierà?

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Commento a cura di Jaime Pérez Maura, head of business development, Allfunds

Lo dice il calendario cinese: il 2018 è l’anno del cane. E mi chiedo, sarà anche l’anno in cui vedremo gli investitori retail tuffarsi nel mondo degli ETF? In Europa, gli asset investiti in questi strumenti hanno raggiunto quota 802 miliardi di euro nel 2017, con una crescita del 10%, ben lontani tuttavia in termini assoluti dai 9,8 bilioni che l’industria UCITS ha portato a casa in un anno record come il 2017. La realtà è che la quota complessiva di questi prodotti raggiunge a stento il 7%, essendo ancora maggiore l’esposizione ai fondi indicizzati. Per quanto sorprendente appaia la crescita degli strumenti passivi in Europa, questa è ancora lontana dai parametri USA, dove il segmento retail rappresenta già il 40% delle vendite, rispetto al 10% dell’Europa. Il volume di operazioni OTC negli USA non raggiunge il 30%, mentre nel Vecchio continente non scende al di sotto del 70%, il che restituisce un’idea chiara della presenza massiccia degli investitori istituzionali europei dietro i volumi di tali operazioni. Ma l’anno del cane potrebbe consolidare il ruolo dell’ETF tra il pubblico retail. L’entrata in vigore della MiFID II, ma soprattutto una migliore disponibilità conseguita attraverso le piattaforme, potrebbe fare del 2018 l’anno nel quale vedremo gli ETF primeggiare. In Allfunds abbiamo lavorato duramente per eliminare barriere come la mancanza di frazioni, l’esecuzione e liquidazione consolidata, la gestione integrata di fondi ed ETF o l’efficienza fiscale, cercando di incrementare le opzioni messe a disposizione dei nostri soci istituzionali. Ora non ci resta che aspettare che questo cane abbai.