L’Europa a un bivio

Giordano_Lombardo
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A pochi giorni dal voto sulla Brexit, che ha colto quasi tutti - noi inclusi - di sorpresa, crediamo che due siano le domande veramente cruciali per gli investitori: 1) riusciranno le Banche Centrali nel loro intento di stabilizzare la violenta reazione negativa dei mercati nel breve termine? E inoltre 2) cosa accadrà al processo di integrazione e all’Unione Europea (UE), così come la conosciamo oggi, nel medio-lungo termine? Non vi è dubbio che il voto apra un nuovo periodo di incertezza per il futuro dell’Unione Europea nel suo disegno originale, ma in questo momento è estremamente difficile fare previsioni sul possibile percorso che i leader europei sceglieranno di intraprendere per riparare i danni causati all’UE (ad esempio si potrebbe diffondere l’idea che la partecipazione al progetto di integrazione possa essere reversibile). Veniamo alla prima domanda sul ruolo ed efficacia delle banche centrali. Dopo i primi due o tre i giorni, la volatilità sui mercati si è un po’ attenuata, ma non è certo il caso di cantar vittoria. Due anni (almeno) di negoziati tra Gran Bretagna e Europa per stabilire i termini di un divorzio “non consensuale” sono un tempo lunghissimo per i mercati finanziari. Mercati che saranno alle prese con un aumento delle probabilità di recessione non solo in UK, ma anche nell’Unione, data l’incertezza circa le relazioni commerciali tra Gran Bretagna e Europa, che potrebbe influire sugli aspettative degli operatori, deprimere gli investimenti e ridurre la fiducia dei consumatori.

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