L’Italia dei fondi migliora, ma non raggiunge i vertici

Con cadenza biennale, Morningstar produce una ricerca comparativa a livello internazionale sulla qualità dell’esperienza di coloro che investono in fondi (“Global Fund Investor Experience”). L’obiettivo di questo studio è dare una risposta a domande del tipo: come vengono trattati i sottoscrittori di fondi in Italia? Che tipo di esperienza vivono nel momento in cui decidono di affidare i propri risparmi a una società di gestione del risparmio? Si tratta, dunque, di andare oltre l’esame delle performance, per valutare anche aspetti più “soft”, come la trasparenza o le politiche di distribuzione, che pur hanno un effetto considerevole sull’esperienza di investimento.

Nella terza edizione di questa ricerca, pubblicata a maggio 2013, l’Italia è stata promossa, da C a C+, ma continua a collocarsi in una fascia media rispetto all’insieme dei giudizi assegnati, come emerge dal grafico. 

 

Metodologia

Sono quattro gli aspetti presi in considerazione nell’indagine: 

- Regolamentazione e tassazione: per la prima, il giudizio dipende dall’efficacia del sistema delle regole nel proteggere gli interessi dei sottoscrittori; per la seconda, paesi in cui la tassazione sui fondi è concepita in modo intelligente e, al contempo, con aliquote contenute ottengono un punteggio in più;

- Grado di trasparenza: il giudizio più alto richiede che le informazioni siano condivise in modo regolare e comprensibile, nonché che vi sia un dettaglio specifico per i singoli fondi;

- Costi: dalla prospettiva dell’investitore, costi di gestione bassi, a parità di qualità, sono la condizione ideale;

- Distribuzione e media: l’esame verte sulla varietà ed efficienza dei canali distributivi, ma anche sull’attenzione posta dai vari fornitori di informazioni su aspetti critici per i sottoscrittori, come l’orizzonte di investimento o i costi. 

 

Focus sul Belpaese

Per quanto riguarda l’Italia, nell’ultimo studio il giudizio è migliorato principalmente in relazione alle novità in materia fiscale. Con la riforma entrata in vigore dal primo luglio del 2011, i sottoscrittori di fondi domiciliati in Italia non sono più tassati in relazione ai guadagni non realizzati, ma solo su guadagni realizzati, come avviene nella gran parte degli altri paesi. Sulla regolamentazione, questa è in gran parte influenzata dalle direttive comunitarie, dalla loro implementazione e dall’enforcement reso possibile grazie all’attività del regulator. 

A tal riguardo, la Consob ha di recente sottolineato che la direttiva comunitaria MIFID sui servizi finanziari ha aumentato la tutela e la capacità di vigilanza in Italia, con effetti complessivamente favorevoli per gli investitori. Dall’altro lato, però, sono state riscontrate ancora carenze, in particolare nell’area dei conflitti di interesse fra clienti non professionali e intermediari, che si traducono in politiche commerciali, di prezzo e di incentivazione del personale non del tutto ottimali. 

Per quanto riguarda la trasparenza, questa è mediamente buona, ma non è superiore a quella di altri paesi. I costi dei fondi, invece, rappresentano un’area dove l’investitore italiano viene mediamente trattato peggio di altri. Con riferimento alle politiche di distribuzione, vi sono dei progressi positivi sul tema dell’architettura aperta, ma la competizione tra prodotti e canali ancora non è ideale. Infine, in Italia i media apportano un contributo positivo, secondo il giudizio degli analisti di Morningstar, grazie al focus che viene spesso posto su aspetti di reale interesse per i sottoscrittori.

 

Tratti principali dal lato dell’offerta dei fondi italiana

Gli argomenti trattati in precedenza sono di natura prettamente qualitativa, in modo coerente con la metodologia seguita nello studio di Morningstar “Global Fund Investor Experience”. Una migliore comprensione dell’industria dei fondi italiana, però, non può prescindere dall’esame di ulteriori aspetti sia di carattere istituzionale, sia di tipo quantitativo. Non potendo prendere in esame tutte le variabili più importanti, l’obiettivo di quanto segue è quello di evidenziare alcuni tratti distintivi dell’offerta di fondi delle società di gestione del risparmio italiane. Per fare ciò, lo studio si focalizza sulle prime cinque società identificate sulla base degli asset raccolti dai fondi promossi. 

Un primo aspetto caratterizzante (tabella 1) è la percentuale di fondi domiciliati all’estero. Il mercato italiano risulta marcatamente esterofilo, ma non, o perlomeno non soltanto, per la presenza di operatori esteri, quanto per le scelte stesse delle principali società di gestione italiane, che prediligono l’istituzione di fondi all’estero. Si tratta in parte di un retaggio del previgente sistema di tassazione, in altra parte di considerazioni strategiche e di ottimizzazione della fiscalità. In ogni caso, l’entità di questo fenomeno è tale da sollevare alcuni quesiti sull’attrattività del sistema italiano inteso in senso lato. 

Un secondo aspetto tipico che viene messo in evidenza (tabella 2), partendo dall’esame della macro-tipologia di fondi, è quello dell’importanza delle strategie obbligazionarie. La gran parte dei fondi offerti è appunto dedicata al reddito fisso, aspetto che sembra da un lato incontrare le preferenze degli investitori italiani nei confronti di un minor grado di rischio, dall’altro lato le caratteristiche del sistema finanziario italiano, che vede la predominanza delle obbligazioni rispetto alle azioni anche in termini di capitalizzazione. Dunque, la tipologia di fondi offerti guarda soprattutto “in casa”, diversamente da quanto è emerso per quanto riguarda la scelta della domiciliazione. Piccole contraddizioni che però andrebbero tenute in considerazione nell’ottica della competizione allargata del mercato unico europeo. 

 

"Global Fund Investor Experience" by Morningstar

Studio che misura, principalmente, la qualità dell’esperienza di coloro che investono in fondi a livello globale.

A  =United States
B+ *Korea
B  =Netherlands    >Singapore    =Taiwan    <Thailand
B-  =China    *Denmark    >Germany    <India    >Norway      >Spain    =Sweeden    <Switzerland    >UK
C+ >Australia    >Belgium    =Canada    =Francia    >Italia
C <Japan
C- <Hong Kong    >New Zealand
D <South Africa

Grade change indicators: ">" Improved since last survey. "<" Declined since last survey. "=" No change since last survay. "*" New Country

 

Prime 5 società italiane per AUM gestiti attraverso fondi comuni

Società

AUM Fondi comuni

AUM Fondi Lux/Ireland

% AUM Fondi Lux/Ireland estero

Pioneer Investments

82,481,663,574

62,249,553,503

0.75

Eurizon Capital

70,802,948,897

37,009,753,275

0.52

Fideuram

25,602,657,783

24,025,569,575

0.94

Anima

19,945,760,174

110,426,474

0.01

Mediolanum

18,380,844,721

14,978,990,700

0.81

Fonte: Morningstar Direct, dati a fine settembre 2013 su fondi distribuiti in Europa

 

 

Prime 5 società italiane per AUM gestiti attraverso fondi comuni

 

Pioneer Investments

Eurizon Capital

Fideuram

Anima

Mediolanum

Bilanciati

5,175,104,748

14,825,830,218

4,505,883,917

4,143,000,514

428,809,792

Alternativi

1,521,034,186

460,900,110

3,057,758,539

-

-

Commodities

507,928,280

-

55,554,243

-

-

Azionari

22,819,037,119

8,333,640,621

3,958,686,025

4,193,920,839

9,392,687,034

Obbligazionari

48,210,693,083

38,554,675,540

14,024,315,464

11,339,384,014

7,519,334,595

Altri

3,716,564,091

1,238,655,181

85,865

226,729,086

831,885,150

Monetari

531,302,067

7,389,247,227

373,730

42,725,721

208,128,150

Fonte: Morningstar Direct, dati a fine settembre 2013 su fondi distribuiti in Europa