La copertura valutaria consente un aggiustamento delle esposizioni

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Eugene Philalithis, portfolio manager di Fidelity International

Contributo a cura di Eugene Philalithis, portfolio manager di Fidelity International. Contenuto Sponsorizzato.

Le prime fasi del 2020 sono state movimentate per gli investitori globali. Le tensioni tra Stati Uniti e Iran hanno spinto verso l’alto i prezzi del petrolio a gennaio, prima che i mercati si calmassero con l'attenuarsi dei timori di un'escalation del conflitto tra Stati Uniti e Cina. Successivamente la notizia del coronavirus in Cina ha rimescolato le carte in tavola. Abbiamo assistito a una corsa verso i beni rifugio come l'oro e i titoli di stato, e con il progredire dell'anno gli investitori dovrebbero prestare attenzione ai segnali di un'eventuale crescita sostenuta che potrebbe avere un ulteriore impatto sugli asset a rischio. Al contrario, gli investitori non dovrebbero sottovalutare la capacità e la volontà delle Banche centrali di intervenire.

Con il mercato chiaramente influenzato dal flusso di notizie che circonda il coronavirus, ci aspettiamo che alcuni segmenti e settori siano caratterizzati da una certa volatilità nel breve termine. Detto questo, riteniamo che sia prematuro cambiare aggressivamente il posizionamento, ma l'opzione più sensata potrebbe essere quella di essere più difensivi e ridurre l'esposizione ad asset già vulnerabili. Un modo in cui lo abbiamo fatto nei portafogli a reddito è stato quello di coprire alcune esposizioni valutarie del debito in valuta locale dei mercati emergenti, un asset importante nella fascia di reddito, visti i rendimenti interessanti rispetto ai mercati sviluppati.

I rendimenti obbligazionari dei mercati sviluppati stanno invece diventando sempre meno interessanti, e anche i rendimenti decennali italiani e greci sono inferiori all'1% a causa di una combinazione di basse prospettive di crescita e di una domanda di attività a rendimento positivo nell'area dell'euro che ha spinto al ribasso il costo del prestito. Questo mese l'emissione italiana di BTP a 15 anni ha visto oltre 50 miliardi di euro di ordini per un'emissione di 9 miliardi di euro al prezzo dell'1,49%, e a gennaio anche il BTP a 30 anni con rendimento del 2,5% è stato significativamente sovrascritto, sono entrambi esempi di come il fenomeno del ‘reach-for-yield’ si stia manifestando.

Su cosa puntare

Alla fine di raggiungere gli obiettivi di rendimento, l’high yield asiatico è tra le asset class preferite. Ha beneficiato infatti della fiducia che gli investitori hanno avuto nei confronti dell’operato dei policy maker cinesi sul settore del real estate, dato che ne rappresenta circa il 50%. Inoltre, la leva finanziaria e la copertura degli interessi sono rimasti stabili negli ultimi mesi e lo spread ‘per turn of leverage’, un parametro fondamentale nella valutazione delle obbligazioni ad alto rendimento, continua ad essere interessante.

Anche il debito dei mercati emergenti offre rendimenti più attraenti rispetto ai mercati sviluppati. Dall’ultimo anno preferiamo quello in valuta locale, rispetto a quello denominato in dollari. Nel 2019 infatti i rendimenti sono stati guidati dal dalla duration e dal carry, anziché dai tassi di cambio. La ragione di questo profilo di rendimento è in gran parte legata ai 45 tagli dei tassi effettuati dalle Banche centrali dei mercati emergenti nel corso dell'anno, la maggior parte dei quali ha avuto luogo nel terzo e quarto trimestre. Il tasso di cambio è stato un detrattore della performance nelle operazioni, ma vediamo le basi per un’inversione di tendenza nel 2020, cioè crediamo che le valute potranno contribuire positivamente ai rendimenti nei prossimi 12 mesi.

Se da un lato i fondamentali, le valutazioni e gli aspetti tecnici sono favorevoli a questa tesi, i recenti risvolti del coronavirus hanno portato ad un rally dei tassi di interesse e a forti pressioni sulle currency, mentre le aspettative di crescita si riducono e le valute rifugio, come i dollari, presentano afflussi. Non vogliamo fare scommesse direzionali sulle fluttuazioni valutarie, ma consideriamo le operazioni tattiche sulle valute un modo efficace per coprire il rischio e fare aggiustamenti ad alcune posizioni, come il debito in valuta locale dei mercati emergenti. Sapere quando è necessario ridurre o aumentare il rischio durante i periodi di volatilità è difficile, ma un approccio globale multi asset, che per sua natura è diversificato, per gli investimenti a reddito può aiutare.

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