Commento a cura di Pierre Olivier Beffy, chief economist di Exane BNP Paribas.
Commento a cura di Pierre Olivier Beffy, chief economist di Exane BNP Paribas.
Le decorazioni sono state apposte lungo tutta Oxford Street e Natale si avvicina sempre più. Prima di lasciare tutti i pensieri economici alle spalle e pensare alle festività, ho una lista dei desideri che renderebbero il 2017 un buon “millesime”.
Il primo desiderio è che il 2017 sia un anno meno caotico a livello politico. Nonostante il rischio estremo che Marine Le Pen venga eletta, le elezioni francesi potrebbero portare ad importanti riforme economiche se François Fillon (che è in vantaggio nei sondaggi) venisse eletto presidente. In Italia, la formazione di una coalizione potrebbe riuscire ad evitare che il M5S prenda il potere alle prossime elezioni, nonostante tale movimento sia favorito nei sondaggi. Sarebbe ottimo se il Regno Unito e l’Europa riuscissero a trovare un accordo su una chiara roadmap da seguire in merito alle negoziazioni sul Brexitcon la prospettiva di un accordo di transizione. Infine, speriamo che la politica estera di Trump non crei problemi e che Putin non avanzi ulteriormente le sue pedine nell’Europa dell’Est.
Il secondo desiderio è che le condizioni finanziarie globali non si inaspriscano troppo rapidamente. Il rialzo dei tassi e l’apprezzamento del dollaro sono dei fattori che pesano sull’economia globale. Fino ad ora il movimento, sia sul fronte obbligazionario che valutario, è stato significativo ed in linea con i precedenti episodi di sell-off obbligazionario o di apprezzamento del dollaro. Nei prossimi 2 anni, l’inflazione ciclica eserciterà una pressione rialzista sui rendimenti obbligazionari ma ciò che interessa veramente è il ritmo di aumento dei rendimenti. Lo stesso si può dire dell’apprezzamento del dollaro, che ha un impatto negativo sulle condizioni finanziarie dei mercati emergenti. Il fatto che la FED sia percepita “behind the curve” è un rischio poiché ciò accentuerebbe l’attuale inasprimento delle condizioni finanziarie globali.
L’ultimo desiderio è che il prezzo del petrolio rimanga su questi livelli. Il livello attuale è buono per gli esportatori di petrolio e non è negativo per il settore americano dell’olio di scisto. Un calo del prezzo del petrolio sarebbe fonte di timori per gli esportatori di petrolio e per il mercato high yield americano, mentre un ulteriore rialzo diminuirebbe il potere d’acquisto dei consumatori. Uno scenario alla “Goldilocks” per il mercato del petrolio sarebbe la migliore opzione a livello globale.
È comunque importante ricordare che nello stimare l’andamento dell’economia si può avere a volte torto e a volte ragione. Quindi le divergenze tra le attese e la realtà sono spesso ampie. Ma se mi esulo dal mio ruolo di economista, ho meno probabilità di sbagliarmi nell’augurarVi buone feste e un felice anno nuovo.
Il nostro indicatore sul sentiment globale del mercato è molto vicino all’ottimismo eccessivo