Trade finance e debito infrastrutturale offrono opportunità alternative nel mercato del credito. Tra le caratteristiche principali la protezione dai cicli economici e la bassa correlazione coi mercati. Approfondiamo il tema con Niels Bodenheim, head of Alternative Credit di NN IP. Contenuto sponsorizzato.
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CONTRIBUTO a cura di Niels Bodenheim, head of Alternative Credit di NN Investment Partners. Contenuto sponsorizzato da NN Investments Partners.
La ricerca di rendimento sta spingendo sempre più investitori a guardare oltre i mercati pubblici e ad esplorare il mondo delle asset class illiquide. Il contesto di bassi tassi di interesse e l'incertezza su dove siano diretti i tassi di interesse rafforzano l'attrattiva del credito alternativo, che può offrire rendimenti superiori a quelli disponibili nei mercati pubblici tradizionali. Il credito alternativo può essere una soluzione per gli investitori nell’attuale contesto di mercato in cui le prospettive sono offuscate da un mix di fattori difficili da leggere: pensiamo alla riapertura disomogenea delle economie, alle strozzature della catena di approvvigionamento, all’aumento dei prezzi dell'energia, e alle preoccupazioni per la stagflazione. Allo stesso tempo, normative bancarie più severe significano che i prestatori tradizionali si sono ritirati da alcuni settori, creando un divario di finanziamento che deve essere colmato. Di conseguenza, stanno diventando disponibili maggiori opportunità nel credito alternativo, che abbracciano lo spettro di diversi rischi e durate di credito, dalle infrastrutture agli immobili commerciali o ai mutui residenziali, ai prestiti aziendali o al trade finance.
In un contesto di alta volatilità dei mercati globali, il debito infrastrutturale è certamente un’asset class difensiva, che offre una protezione dai cicli economici, ha una bassa correlazione con i mercati azionari e obbligazionari. Inoltre, offre un’elevata diversificazione geografica, settoriale, tecnologica, e in termini di rischi normativi. Pur non essendo immune dagli impatti legati al Covid, il debito infrastrutturale si sta rivelando resiliente e in grado di fornire un reddito stabile con continuità, oltre ad avere una storia di perdite contenute.
Trade finance e debito infrastrutturale
Le opportunità del credito alternativo non mancano, anzi, sono in crescita sia nel breve, che nel lungo termine dello spettro di duration. In uno scenario di ripresa, gli investitori possono guardare a soluzioni che forniscono un elemento di rendimento più elevato. Se si desidera allineare la lunga duration alle passività, occorre guardare ai progetti infrastrutturali. Se si necessita di una maggiore liquidità, ci sono anche soluzioni come il trade finance caratterizzate da un ciclo di rimborso più fluido per generare liquidità a breve termine. Questa asset class è ancora classificata come di nicchia, ma allo stesso tempo è un'enorme opportunità globale. A fronte dei cambiamenti nella regolamentazione bancaria, c'è probabilmente un deficit di 1,5 trilioni di dollari nella copertura del finanziamento commerciale da parte delle banche tradizionali. Il commercio globale è sceso bruscamente a causa della pandemia di Covid-19, ma i crediti all'esportazione sono rimasti un'opzione interessante per gli investitori alla ricerca di rendimento. Nel trade finance, l'impegno e la negoziazione tra le controparti creano stabilità nelle transazioni anche se a breve termine e questo, in concreto, sta stimolando l'economia reale.
Lo stesso vale anche per altre classi di credito alternativo. Non si tratta solo di finanziamenti buyout; non si tratta solo di sostenere la società di private equity nel finanziamento di un'acquisizione, stiamo parlando di finanziamento del commercio reale. Pensiamo alla riqualificazione e all'espansione aziendale. E se si guarda al segmento di mercato che si trova al di sotto dell'universo delle large cap, l'opportunità di mercato e la possibilità di offerta di prestiti diventa enorme, perché il numero delle PMI sul mercato è considerevole.
Venendo ad uno dei temi più caldi, investire nel debito delle infrastrutture può essere una valida strategia per mitigare gli effetti del rialzo dell’inflazione. Gli investimenti nel debito infrastrutturali hanno dimostrato di offrire protezione dal rialzo dell’inflazione poiché circa l'80% degli accordi sulle infrastrutture private sono a tasso variabile, ed anzi, nel caso delle utilities pubbliche, le tariffe degli utenti finali sono agganciate all'inflazione. Per questo, il debito delle infrastrutture sta attirando sempre più investitori istituzionali che sono alla ricerca di rendimento e allineamento delle proprie passività e di uno strumento per contrastare le pressioni inflazionistiche. Non da ultimo, sempre più investitori intendono dare un contributo fattivo nella costruzione di infrastrutture sostenibili e resilienti ai cambiamenti climatici, sotto una crescente spinta alla sostenibilità.
Lo screening ESG è possibile
La recente introduzione di SFDR sta sicuramente fornendo una maggiore consapevolezza sull’importanza di una rendicontazione ESG per identificare e valutare correttamente i rischi e le opportunità sociali, ambientali ed economiche di un investimento. Tuttavia, nella realtà dei fatti ci dobbiamo ancora scontrare con una concreta difficoltà di incorporare i fattori ESG nei private assets in mancanza di dati pubblici, standard comuni di reportistica, e soprattutto a fronte di progetti in divenire dove è possibile solo fornire simulazioni. Da nostra esperienza, come gestori di debito infrastrutturale sostenibile dal 2017, è davvero necessario dotarsi di una forte metodologia proprietaria, affiancata da consulenti specializzati, per valutare la materialità di rischi sociali ed ambientali che avranno un effettivo impatto sugli investimenti di lungo periodo e poco liquidi. Quindi sebbene la scarsa informativa rappresenti una sfida per l’efficienza del mercato, è proprio questa relativa inefficienza a fornire una possibile fonte di rendimento superiore corretto per il rischio.
Nel caso di NN Investment Partners, l’integrazione ESG è centrale, perché riteniamo abbia un impatto molto significativo sulla performance a lungo termine e al contempo pensiamo ci permetta di identificare quei progetti che contribuiscono allo sviluppo di un’economia più inclusiva, resiliente e low-carbon. La reportistica ESG è quindi solo la punta dell’iceberg e mira a fornire una maggiore trasparenza oltre a una migliore comprensione delle prestazioni di sostenibilità per i nostri clienti.
Finanziamo attraverso una varietà di canali: prestiti diretti, partecipazione a nuovi prestiti o acquisto nel mercato secondario. Che si tratti di infrastrutture o project finance, immobili commerciali, mutui residenziali, prestiti aziendali o finanziamenti commerciali, tutte le controparti devono soddisfare i criteri di investimento. Per trovare la giusta corrispondenza, il team ha accumulato quasi 30 anni di esperienza in un solido processo di investimento in cui l'ESG è integrato in varie fasi, dall'origine al rimborso. Il modello stabilisce chiaramente quali sono i criteri per investire, come monitorarli e cosa fare quando gli investimenti non funzionano. Se qualcosa va materialmente storto da un punto di vista ESG, discuteremo con il debitore su come mitigare le conseguenze e alla fine sospenderemo la relazione.
Se un investimento a lungo termine e illiquido deve essere venduto a causa di problemi ESG o reputazionali del debitore, allora sarebbe a sconto e potrebbe comportare una forte perdita di negoziazione. Ma una tale vendita di solito aumenta anche il rischio di rifinanziamento per quella controparte. Per questo motivo, sempre più spesso, entrambe le parti concordano i KPI ESG prima della firma di un prestito.