Contributo a cura di Rudi Van den Eynde, head of Thematic Global Equity di CANDRIAM. Contenuto sponsorizzato.
La vaccinazione è una delle più grandi conquiste della medicina moderna, oggi rappresenta la migliore strategia di difesa dalle malattie infettive e persino da alcuni tumori. Le esigenze a cui far fronte sono smisurate, come anche le prospettive di sviluppo, tanto sul piano della prevenzione quanto su quello terapeutico. Tuttavia le nuove tecnologie potrebbero consentirci di ottenere nuovi vantaggi, soprattutto per quanto riguarda la ricerca, la produzione e l’accessibilità.
La pandemia da Covid-19 racchiude tutte le problematiche legate alla vaccinazione, tra l’altro amplificate dalla situazione di estrema urgenza. I ricercatori di tutto il mondo si sono mobilitati infatti per scoprire un trattamento efficace, ricorrendo anche a modalità di sviluppo inedite, pur di guadagnare tempo. Gli Stati Uniti sono stati in prima linea, con i laboratori di Pzifer (in collaborazione con la società tedesca Biontech) e Moderna, ottenendo per primi l’autorizzazione da parte delle autorità sanitarie a procedere alla distribuzione dei loro vaccini in tutto il mondo.
Un mercato in piena ascesa
Il vaccino è un medicinale come gli altri. Lunga, complessa e costosa, la progettazione dei vaccini richiede competenze specifiche, sofisticate attrezzature e, di conseguenza, investimenti adeguati: generalmente lo sviluppo richiede tra otto e dieci anni, con un investimento medio stimato di 800 milioni di euro. Per tutti questi motivi, l’attività di ricerca si concentra soprattutto intorno a quattro aziende storiche, GSK, Merck & Co., Pfizer e Sanofi, che realizzano i due terzi delle vendite attuali, per un ammontare di poco superiore a 27 miliardi di euro.
La rivoluzione tecnologica sta abbracciando tutti i campi ed è un importante acceleratore di trend. Le società di biotecnologie infatti stanno irrompendo in questo segmento strategico già da diversi anni e in modo particolarmente marcato negli ultimi mesi. Queste, pur essendo più flessibili, non hanno la base di capitale né le competenze tecniche dei gruppi farmaceutici tradizionali, che tendono quindi ad acquisire le più promettenti tra queste aziende o a stringere accordi di collaborazione.
L’industria farmaceutica 4.0
Guardando oltre la pandemia di COVID-19, sta per venire alla luce una nuova generazione di vaccini. Secondo gli esperti, la cosiddetta tecnologia dell’RNAm ha potenzialmente numerose applicazioni contro diverse malattie, tra cui i tumori. Questo tipo di prodotti potrebbe essere sviluppato più rapidamente, essere fabbricato a costi più bassi e, soprattutto, rivelarsi più efficace e più sicuro.
La svolta nei numeri, che rappresenta un’ulteriore rivoluzione, inciderà in modo non trascurabile sul processo di produzione dei vaccini. Questa evoluzione strutturale contribuirà a ridurre i costi di produzione, migliorando al tempo stesso il rendimento degli stabilimenti. In tutto il mondo, le grandi aziende del settore farmaceutico investono in modo massiccio nella realizzazione di strutture flessibili e digitalizzate per allinearsi alle esigenze imposte dal modello dell’industria 4.0.
Una collaborazione stretta tra la GAVI (alleanza internazionale per i vaccini e l’immunizzazione) e la start-up Simprints si propone, in particolare, di aumentare il ricorso alla vaccinazione infantile nei Paesi in via di sviluppo, agevolando l’identificazione dei bambini tramite le loro impronte digitali. Fin dai primi test, effettuati in Bangladesh, Zambia, Nepal e Benin, la tecnologia del riconoscimento biometrico elaborata dalla società britannica avrebbe ottenuto risultati ottimali dal punto di vista dell’efficacia (99%). Secondo la GAVI, attualmente 20 milioni di bambini non hanno accesso ai vaccini a causa della mancanza di un’identità ufficiale.
Candriam intende sostenere le iniziative più pertinenti e più utili alla collettività. A tal proposito ci affidiamo infatti a una rete di esperti con le giuste competenze per individuare, sostenere e valorizzare le imprese che sapranno creare le soluzioni ai problemi di domani.
Abbiamo la possibilità di affidarci alla competenza di un team di esperti che gestisce 4,6 miliardi di dollari (al 31 dicembre 2020) in fondi azionari del settore salute, tra cui le strategie Biotechnology, Global Healthcare e Oncology Impact. I nostri fondi vantano performance positive rispetto ai benchmark, e hanno ricevuto molteplici riconoscimenti, tra gli ultimi, il fondo Candriam Eq L Oncology Impact ha vinto il premio come “Social fund of the year” durante i Sustainable Investment Awards 2020 e per la strategia Biotech è stato riconfermato il rating Silver di Morningstar. Ciò dimostra la nostra convinzione ad agire come asset manager responsabile.