Mercati azionari in buona salute per il 2018

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Commento a cura di Alessandro Allegri, amministratore delegato di Ambrosetti AM SIM.

Il 2018 si apre con direttrici già segnate nell’anno appena concluso: obbligazioni a rischio, azionari in buona salute e qualche sorpresa in ambito valutario. La crescita economica prosegue ed è estesa a livello globale, tuttavia le principali aree geografiche si trovano in fasi molto diverse in termini di ciclo economico: gli Stati Uniti continuano a guidare l’espansione sebbene emergano i primi sintomi di un percorso maturo a fronte di una Cina che presenta risultati stabili e robusti, mentre l’area Euro e il Giappone si trovano in uno sviluppo di ciclo economico più arretrato con i mercati emergenti, in particolare Brasile e Russia, ancora in una fase intermedia di crescita. In questo contesto molto diversificato, tuttavia, le politiche monetarie, in generale, restano accomodanti se non addirittura ancora espansive creando una combinazione di condizioni economiche molto favorevoli ma rischiando di generare un effetto “doping” sui risultati effettivi.

I mercati azionari hanno chiuso positivamente l’anno confermando le dinamiche rialziste dei mesi precedenti e portando i risultati finali su livelli molto interessanti e per certi versi inaspettati ai più. Va in archivio un anno generalmente positivo e semplice in cui la bassa volatilità è stata certamente l’elemento maggiormente caratterizzante premiando le abilità di asset allocation ed in parte asset selection ma non offrendo invece particolari occasioni in termini di market timing. Gli azionari chiudono il 2017 con risultati molto buoni (+16% MSCI World). I mercati emergenti offrono i rialzi più marcati (+34% l’indice generale) trainato dalla Cina ed in generale dalle borse asiatiche. Gli stati Uniti ed il Giappone (entrambi oltre il +19%) guidano tra le economie sviluppate con l’area Euro ancora non competitiva (+6.5% Eurostoxx50) e molto frammentata in termini di risultati sia tra i diversi paesi (+13% l’Italia vs +7% della Spagna) che tra le tipologie di azioni con le small cap (+19%) decisamente sovraperformanti rispetto alle aziende più capitalizzate (+6%). In generale, a livello globale, è stata elevata la diversificazione: leader assoluti infatti sono stati i temi teconologici (+38%) seguiti da materie di base ed industriali mentre solo parzialmente positivi sono risultati gli investimenti su energia e telecomunicazioni (+2% circa). Anche gli obbligazionari hanno concluso il 2017 in modo sostanzialmente positivo ma premiando solo le tematiche più speculative come emergenti e corporate high yield. La prospettiva di uno scenario macroeconomico di crescita più forte, inflazione più alta e politica monetaria a sostegno ha alimentato negli scorsi anni le aspettative dei principali operatori finanziari, lasciando spazio poi ad attese sostenute da effettivi dati economici positivi.

Ora affrontiamo l’inizio del nuovo anno con la convinzione che la crescita globale resti sincronizzata e che le economie più importanti proseguiranno nel loro percorso di miglioramento seppur mantenendo differenze significative fra i diversi Paesi. Queste differenze, se da un lato rappresentano dunque l’opportunità maggiore per creare extra valore nei mesi entranti che saranno caratterizzati da un generale aumento della diversificazione dei risultati fra i mercati ed i singoli settori, dall’altro sono uno degli elementi più preoccupanti in quanto inevitabilmente porteranno allo sviluppo di una maggiore divergenza in termini di politiche monetarie creando un contesto di lavoro per gli operatori in gran parte sconosciuto. A questo elemento si possono aggiungere le potenziali incertezze geopolitiche, legate soprattutto al tema medio oriente, ma il vero elemento di difficile controllo rimane oggi l’inflazione, sorprendentemente contenuta nonostante gli stimoli ed i risultati reali, per la quale il rischio di una improvvisa accelerazione risulta molto sottostimato dai mercati. In termini di aspettative lo sviluppo del mercato azionario statunitense si mantiene ancora come vero motore della crescita, ri-sostenuto dalla nuova politica fiscale ed affiancato dalla ripresa in corso nell’Eurozona, ad oggi timida, ma propensa a divenire strutturale. Probabile una espansione dei risultati sui Paesi emergenti mentre le borse asiatiche, sia giapponese che cinese, riteniamo beneficeranno in modo marcato della crescita globale.

Non si intravedono cambiamenti significativi per lo scenario delle obbligazioni. Il tema è naturalmente complesso e strettamente collegato alle strategie delle banche centrali ma, ad oggi, il rischio principale resta legato sia alla fine di un ciclo storico ribassista di tassi, sia, nel breve, alle attese di incremento della volatilità su questa tipologia di investimenti. Le strategie restano, ancor più oggi, indirizzate alla prudenza con un’esposizione contenuta a livello di duration ed in riduzione in termini di rischio sul credito.