Opportunità Value nell'asset class azionaria

Alessandra Calabretta notizia
Alessandra Calabretta (UBS AM)

CONTRIBUTO a cura di Alessandra Calabretta, ETF & Index Funds Sales Italy, UBS Asset Management. Contenuto sponsorizzato.

Il 2022, uno degli anni più impegnativi nella storia dei mercati finanziari, volge al termine. L’inflazione resta elevata, i tassi d’interesse continuano a salire e le aspettative di crescita diminuiscono. Gli attriti geopolitici, le tensioni finanziarie e il retaggio del COVID-19 contribuiscono al clima d’incertezza.

I primi segnali positivi dall’inflazione Usa hanno galvanizzato i mercati azionari, con l’indice S&P 500 che ha guadagnato oltre il 10% da inizio ottobre. L’indice generale dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, infatti, è salito dello 0,4% su base mensile (rispetto alle previsioni di 0,6%) mentre il dato core è aumentato dello 0,3% (la metà rispetto a settembre e agosto). Un’inflazione più bassa alimenta l’aspettativa di un percorso di rialzo dei tassi d’interesse della Federal Reserve meno restrittivo, con il board della banca centrale che dopo ripetuti rialzi da tre quarti di punto ora potrebbe anche rallentare e alzarli “solo” di mezzo punto a dicembre. Di certo, è ancora presto per poter dichiarare i prezzi completamente domati, ma senz’altro i mercati hanno letto segnali positivi tanto da alimentare un mini rally che tuttavia potrebbe conoscere ancora battute d’arresto.

In questo contesto macroeconomico le azioni value generalmente tendono a registrare buone performance nelle fasi di elevata inflazione. Storicamente i settori value hanno sovraperformato quelli growth nei 12 mesi successivi all’ultimo rialzo dei tassi della Federal Reserve (Fed) nell’ambito di un ciclo restrittivo. Dato che l’inflazione si mantiene ancora ampiamente sopra i target delle banche centrali,
confermiamo la nostra preferenza per i titoli value, che nei primi 10 mesi del 2022 hanno sovraperformato quelli growth di 18 punti percentuali (indici MSCI). L’energy rimane uno dei settori azionari, a nostro parere, preferiti su scala globale.

La nostra offerta di Etf value

In UBS abbiamo diversi ETF basati su strategia value, in particolare segnaliamo l’UBS (Lux) Fund Solutions – MSCI EMU Value UCITS ETF (EUR) A-dis - Art. 6 - EMVEUA IM (ISIN: LU0446734369), costruito sull’indice MSCI EMU Value Index, e UBS (Irl) ETF plc – MSCI USA Value UCITS ETF (USD) A-dis - Art. 6 – USVEUY IM (ISIN: IE00B78JSG98), che replica l’indice MSCI USA Value.

Entrambi i sottostanti incorporano nei loro panieri titoli a grande e media capitalizzazion delle aree geografiche di appartenenza. La selezione avviene considerando tre variabili: il rapporto tra capitalizzazione di mercato e patrimonio netto contabile (book value to price), il Price–earnings ratio e lo stacco di dividendi previsti nei 12 mesi successivi.

Gli Etf Prime Value e il doppio filtro di qualità

Vi sono inoltre gli Etf Prime Value – nello specifico, l’UBS (Lux) Fund Solutions – Factor MSCI EMU Prime Value UCITS ETF (EUR) A-dis - Art. 6 - EPVLD IM (ISIN: LU1215452928) per investire nell’area euro e l’UBS (Irl) ETF plc – Factor MSCI USA Prime Value UCITS ETF (USD) A-dis - Art. 6 - UPVLD IM (ISIN: IE00BX7RR706), focalizzato sul mercato Usa – sempre costruiti rispettivamente sugli indici MSCI USA e MSCI EMU che integrano a monte un filtro di qualità per aggirare le cosiddette “trappole del valore”.

In questo caso, infatti, il processo di selezione dei titoli si basa su una strategia a due livelli: una prima scrematura che avviene in base al raggiungimento di alcuni requisiti di qualità come la redditività del capitale, il rapporto tra indebitamento e patrimonio o la stabilità nell’andamento dei ricavi. Successivamente, le aziende sono selezionate in base ai criteri tipici di un approccio agli investimenti di tipo Value, prendendo in considerazione i dati degli ultimi 12 mesi: dal rapporto tra prezzo e utili a quello tra capitalizzazione di mercato e ricavi, per arrivare alla generazione di cassa in relazione al prezzo di Borsa e al rapporto tra la capitalizzazione di mercato di un’impresa e patrimonio netto contabile della stessa.

Ogni emittente non potrà pesare più del 5% e l’universo investibile sarà costituito solo dal 25% dei titoli che ottengono i punteggi più elevati nel mercato di riferimento. E ogni sei mesi, a maggio e a novembre, l’indice è soggetto a revisione.