Secondo Lorenzo Coraggio, relationship manager di Groupama AM, nel contesto attuale gli investitori hanno una ragione in più per investire sui titoli value. Contenuto sponsorizzato.
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Contributo a cura di Lorenzo Coraggio, relationship manager di Groupama AM. Contenuto sponsorizzato.
Gli ultimi mesi hanno messo a dura prova i mercati azionari con forti correzioni e volatilità su tutte le asset class. A contenere i danni sono stati i fondi che hanno investito con uno stile value.
Di fronte all'impennata dell’inflazione (9,1% ad agosto nell'Eurozona), all'aumento dei tassi d'interesse, alle tensioni geopolitiche e alla crisi energetica, gli investitori hanno preferito posizionarsi sul value e sui settori più difensivi, evitando le società growth con valutazioni elevate. Quest'estate i timori di recessione e di crisi energetica hanno guadagnato terreno. Dopo la chiusura del gasdotto Nord Stream 1, la Russia ha riacceso i timori che diversi Paesi dell'Eurozona siano costretti a razionare il gas o l'elettricità nei prossimi mesi. In questo contesto, riteniamo che gli investitori abbiano una ragione in più per avere un'esposizione sul value, titoli difensivi e protezione dall'inflazione.
Sono diversi i fattori che ci portano ad essere positivi sul value. Nelle fasi di aumento dell'inflazione e dei tassi d'interesse, i titoli value offrono agli investitori, in media, una protezione migliore rispetto ai principali indici azionari europei e possono rappresentare una fonte di performance. In particolare, in un contesto di rialzo dei tassi d'interesse, i titoli value sono più resistenti alle variazioni del tasso utilizzato per attualizzare i loro flussi di cassa.
Una strategia ad alta convinzione
Basata su un approccio di stock picking a elevata convinzione, la strategia d’investimento del fondo G Fund Opportunities Europe consente di selezionare titoli la cui valutazione, sulla base dei multipli, è ritenuta sottostimata rispetto alle prospettive di crescita degli utili su un orizzonte di 2-3 anni. In particolare, il team di gestione ricerca quelle società per le quali stima una forte asimmetria tra il potenziale di apprezzamento e quello di deprezzamento del prezzo del titolo. Il risultato è un portafoglio concentrato di 40-50 nomi ritenuti, ingiustamente o momentaneamente, sottovalutati.
In questo anno di vita, in media, il fondo G Fund Opportunities Europe ha offerto un rendimento superiore a quello dei principali indici azionari. Inoltre, oltre a fornire un flusso di reddito stabile, la regolarità dei dividendi, caratteristica tipica dei titoli associati a questo stile, attutisce l'impatto negativo dell'inflazione.
Nel secondo trimestre del 2022, il 77% delle società in portafoglio ha registrato ricavi superiori alle aspettative di Bloomberg, il 66% ha sorpreso in positivo per quanto riguarda l'utile netto e il 67% per l'EPS3.
Da inizio anno, oltre al contributo positivo della selezione titoli, sono state soprattutto le scelte di allocazione settoriale a guidare la performance del fondo e, in particolare, quelle di sovrappesare l'energia e i materiali. Oggi rimaniamo ancora fiduciosi nel settore energetico, dove la domanda resiste nonostante la correzione dei prezzi del petrolio delle ultime settimane.
Tenendo conto del peggioramento del quadro macroeconomico e delle aspettative legate ad una recessione sempre più probabile, grazie alla flessibilità del nostro processo di investimento, nel mese di giugno abbiamo iniziato una significativa rotazione del portafoglio verso settori e nomi più difensivi. Abbiamo ridotto sensibilmente la nostra esposizione al settore dei materiali, uno dei settori potenzialmente più colpiti dalla stretta delle banche centrali, che potrebbe portare a una maggiore pressione sui margini dei produttori di acciaio.
Abbiamo mantenuto la nostra sovraesposizione alle utility per il loro profilo defensive value, che riteniamo interessante nel contesto attuale, e conserviamo alcuni nomi del settore bancario (cyclical value) che, grazie ad una maggiore esposizione al settore retail continueranno a beneficiare di margini più elevati e di migliori rendimenti sui depositi. Pur avendo fiducia in questo settore, abbiamo preferito ridurre la nostra sovraesposizione e diversificare ulteriormente in altri titoli.
La nostra ambizione è capire i meccanismi di formazione dei prezzi di mercato per sfidarli nei prossimi anni. Ad esempio, ricerchiamo i fattori che determinano i ritorni sul capitale investito delle società, che si tratti di barriere all’entrata, concorrenza, forza del marchio, impatto delle normative di settore o cultura aziendale.