CONTRIBUTO a cura di Anna Paola Marchi, responsabile clientela wholesales di Credit Suisse AM. Contenuto sponsorizzato.
La maggior parte degli investitori detiene una quota dei propri investimenti nelle obbligazioni dei Mercati Emergenti (EMD), che ad oggi rappresentano il 18% (percentuale significativa) delle emissioni di strumenti di debito globali1. Tuttavia, le allocazioni in tali strumenti sono ampiamente inferiori. In passato, posizioni ridotte potevano essere giustificate da scarsa liquidità, da maggiori rischi di inadempienza e da una minore varietà di opzioni tra cui scegliere. Oggi però il quadro è mutato. Il mercato dell’EMD è giunto a maturazione. Ad esempio, molte obbligazioni sovrane emesse nei mercati emergenti hanno migliorato progressivamente i propri rating, passando da high yield ad investment grade. Di contro, molti emittenti dei mercati sviluppati hanno registrato moderati declassamenti a partire dalla crisi finanziaria di 13 anni fa. In seguito, la qualità di credito di questi due gruppi è andata incontro a una convergenza.
Le obbligazioni dei mercati emergenti rappresentano un’asset class consolidata
Le obbligazioni dei mercati emergenti non costituiscono più un’allocazione di nicchia. In soli due decenni, il valore ad esse riconducibili è cresciuto fino a superare i 4600 miliardi di dollari statunitensi. Per questo motivo, non può essere trattato come una singola classe di investimento, ma piuttosto come un insieme di classi differenti che offrono potenziali fonti di rendimento uniche2.
L’universo dell’EMD ha raggiunto un valore di 4600 miliardi in USD
(in miliardi di USD)
Questa asset class detiene al suo interno molteplici sottocategorie. Ad esempio, ci sono obbligazioni dei mercati emergenti in valuta forte. Tra esse rientrano le obbligazioni sovrane (emesse da Stati) e societarie (emesse da imprese). Entrambe sono classi di investimento a pieno titolo. Tali obbligazioni in valuta forte sono tipicamente denominate in dollari statunitensi o altre monete principali, come euro, sterline inglesi o yen giapponesi. Questo mercato, da solo, ha un valore di 3000 miliardi di USD, che corrisponde circa alla metà del mercato delle obbligazioni societarie investment grade e al doppio del mercato high yield degli Stati Uniti3.
Esistono poi anche obbligazioni in moneta locale. Questo mercato è cresciuto molto rapidamente nell’ultimo decennio. I crescenti deficit di bilancio degli Stati Uniti e il potenziale indebolimento del dollaro in prospettiva futura hanno incoraggiato una maggiore quantità di emissioni in moneta locale nei mercati emergenti. Dal punto di vista di un investitore, ciò offre ulteriori modi di diversificare un portafoglio obbligazionario e fornisce ulteriori fonti di rendimento. Nel complesso, il mercato è oggi talmente ampio che ignorarlo sarebbe imprudente. È anche importante valutare di combinare strategie attive e passive per costruire un portafoglio dinamico e ben diversificato.
Investimenti passivi
Grazie alla maturazione del mercato, l’universo delle obbligazioni dei mercati emergenti può offrire oggi una liquidità potenzialmente elevata. Ci sono stati inoltre significativi progressi tecnologici nell’indicizzazione dei titoli, che hanno permesso agli investitori di accedere al mercato più rapidamente, minimizzando al contempo il rischio di tracking error.
Tali mutamenti hanno determinato un notevole aumento della flessibilità nella gestione delle esposizioni agli strumenti EMD, trasversalmente per tutte le classi di investimento. Aggiungere o liquidare un’esposizione a un indice è relativamente facile e vi è un’ampia gamma di indici tra cui scegliere. Due tra i più popolari sono l’indice JPM EMBI Global Diversified, che comprende titoli di debito denominati in USD, e il JPM GBI-EM Global Diversified, che si focalizza su obbligazioni in moneta locale.
Investimenti attivi
Andando oltre l’approccio passivo, gli investimenti attivi possono offrire un’ampia gamma di opportunità e la gestione attiva può creare valore. I modi in cui i mercati emergenti emettono e strutturano titoli di debito presentano sostanziali differenze. Un investitore attivo esperto è in grado di orientarsi nell’universo di microstrutture che caratterizza ciascun mercato, traendo vantaggio da tale diversità. Con un approccio attivo, è possibile inoltre acquisire esposizioni a titoli non compresi negli indici, posizionandosi per gestire il rischio dei tassi di interesse e di credito. Nel complesso, le maggiori dimensioni del mercato a cui può accedere un investitore attivo consentono un potenziale aumento di liquidità, di livello di rendimento e di esposizione al rischio di duration. Attraverso l’approccio attivo, è possibile inoltre trarre vantaggio da situazioni speciali e accedere a piccoli emittenti che non vengono rappresentati dagli indici per via dei loro vincoli di liquidità.
Note
1 Fonte: JP Morgan
2 Instabilità politica, mercati finanziari e modelli di crescita economica difficilmente prevedibili, mercato finanziario ancora in fase di sviluppo o economia debole.
3 Fonte: JP Morgan I dati storici sulla performance e gli scenari dei mercati finanziari non sono indicatori affidabili per i rendimenti futuri.
Fonte: Credit Suisse
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