Quando il benessere delle persone fa bene anche al portafoglio

Jonathan Fletcher foto concessa (Schroders)
Jonathan Fletcher foto concessa (Schroders)

CONTRIBUTO di Jonathan Fletcher, fund manager e head of EM Sustainability Research, Schroders. Contenuto sponsorizzato.

L’Impact Investing ha il duplice obiettivo di influire positivamente sulla collettività e il pianeta e di generare un rendimento finanziario, investendo in azioni di società che oltre a promettere un ritorno finanziario sono intenzionate a esercitare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente nelle aree in cui operano.

Esiste in particolare il desiderio naturale di migliorare costantemente prodotti e servizi sanitari in tutto il mondo. Purtroppo in molte aree emergenti mancano ancora prodotti e servizi essenziali spesso dati per scontati nei Paesi sviluppati.

Per gli investori nei mercati emergenti, questo significa che il settore salute e benessere può dare un contributo significativo alla vita delle persone. 

Perché sviluppare salute e benessere nei mercati emergenti.

Sul fronte dell'assistenza sanitaria, Paesi avanzati ed emergenti presentano enormi differenze, dovute in larga misura alle difficoltà di accesso ai farmaci e alle terapie fondamentali, ad acqua pulita e servizi igienici e, in molti casi, anche all’istruzione.

Un report dell’UNICEF1 rivela che, nel 2019, 63 bambini ogni 1.000 nati nei Paesi meno sviluppati del mondo sono morti prima dei cinque anni. In confronto, il tasso di mortalità equivalente in Europa e nel Nord America si attesta rispettivamente a 5 e 6.

Secondo i dati delle Nazioni Unite2, nel 2018 sono morti oltre 6 millioni di bambini di età inferiore ai 15 anni, essenzialmente per malattie che possono essere prevenute. Wateraid 3 stima che ogni anno in India 60 mila bambini sotto i cinque anni, vale a dire almeno 166 bambini al giorno, muoiono di diarrea a causa di acqua sporca e scarsa igiene.

In base alle statistiche di UNAIDS4, su 37,7 milioni (dato stimato) di persone affette da HIV, nel 2020 circa 20,6 milioni vivevano nell’Africa orientale e meridionale e 5,8 milioni nella regione Asia Pacifico5. Insieme, queste due regioni rappresentano il 70% del totale globale.

La Federazione Internazionale del Diabete6 stima che il 75% dei circa 537 milioni di adulti che soffrono di diabete nel mondo vive in Paesi a basso e medio reddito. Da un sondaggio dell’Università di Birmingham7 in 55 Paesi a basso e medio reddito risulta che meno del 6% dei diabetici ha accesso a farmaci o a consulenze mediche adeguati.

Inoltre, le malattie cardiovascolari, che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)8 sono la principale causa di morte a livello globale, si registrano per lo più nei Paesi a basso e medio reddito. Tale situazione si deve in buona parte a carenti sistemi sanitari di base e a problemi di accesso ai servizi sanitari, due fattori che impediscono di diagnosticare e curare le malattie.

Ecco perché il margine di impatto su salute e benessere nei mercati emergenti è enorme.

In che modo salute e benessere contribuiscono agli SDG dell’ONU?

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’ONU9 mirano a promuovere pace e prosperità, a eliminare la povertà e a salvaguardare il pianeta. 
Salute e benessere contribuiscono direttamente al 3° SDG: Buona salute e benessere, che si prefigge di assicurare una vita sana e promuovere il benessere di tutti in qualsiasi fascia di età.

In particolare, il 3° SDG mira a raggiungere una copertura sanitaria universale con possibilità di accesso a farmaci e vaccini essenziali efficaci e a basso costo, all’accesso universale a servizi di salute sessuale e riproduttiva e all'eliminazione di epidemie come HIV, malaria e tubercolosi entro il 2030.

Il ruolo delle aziende del settore salute e benessere.

Le società dei mercati emergenti hanno un ruolo importante nel raggiungimento di questi obiettivi, e alcune realizzano prodotti che migliorano in modo diretto igiene e salute.
Hindustan Unilever, società indiana in rapida espansione attiva nei beni di consumo, ad esempio, sostiene una serie di iniziative, fra cui la campagna per la promozione dell’uso del sapone, che secondo alcuni studi può ridurre il rischio di morte per diarrea di circa il 30%. Iniziative di questo tipo possono contribuire a ridurre l’incidenza di malattie prevenibili, e quindi dei decessi. L’azienda promuove inoltre programmi simili nell’ambito dell'alimentazione, con l'obiettivo di migliorare la dieta e le abitudini igieniche di lavoratori e piccoli coltivatori, nonché delle loro famiglie.   

Raia Drogasil, che gestisce farmacie in Brasile, si è impegnata pubblicamente a promuovere la salute e la prevenzione delle malattie, con l'obiettivo di diventare entro il 2030 il primo gruppo in Brasile per la promozione della salute, non solo tramite la vendita dei prodotti, ma anche trasformando il concetto stesso di farmacia, offrendo servizi orientati a salute e benessere grazie a investimenti in tecnologia e capitale umano. Tramite il suo “Health Hub” offre una serie di servizi di salute e benessere, dai consigli degli esperti ai canali di contatto per contribuire allo sviluppo di abitudini più sane per oltre 40 milioni di persone.

Case Study: Cipla

Cipla è un’azienda farmaceutica indiana presente in oltre 80 Paesi, principalmente India e Sudafrica, che offre più di 1.500 prodotti di varie categorie terapeutiche, che coprono circa il 45% delle malattie elencate nella Essential Medicine List dell’OMS.

Prodotti a impatto positivo

Cipla contribuisce a ridurre i costi dei suoi stessi prodotti, sia attraverso i suoi processi produttivi, sia tramite le attività filantropiche della Cipla Foundation, aumentando così l’accessibilità a farmaci e terapie essenziali.

Dal 1997 la Cipla Foundation gestisce un centro di cure palliative in India, che offre cure gratuite ai pazienti affetti da cancro. Durante la pandemia di Covid-19 la fondazione ha inoltre distribuito sia dispositivi di protezione individuale sia, in collaborazione con Citibank, la National Health Mission e le State Municipal Corporations del Maharashtra, test gratuiti per il Covid-19.

Cipla intende raddoppiare il numero di pazienti e incontrare i bisogni non soddisfatti fornendo medicinali a coloro che non possono permetterseli o non vi hanno accesso. La società fornisce inoltre formazione al personale sanitario in base al piano di studi previsto dall’OMS.

Nel 2001 è stata la prima società a lanciare un mix di tre farmaci anti-retrovirali per il trattamento dell’HIV a meno di $1 al giorno, un prezzo decisamente più accessibile di quelli standard, e nel 2020 è stata proclamata primo produttore di farmaci generici attivo nei Paesi con maggiore richiesta dall’Antimicrobial Resistance (AMR) Benchmark. Cipla sostiene inoltre due centri per la prima infanzia nei pressi dei suoi stabilimenti in India e Sudafrica e durante la pandemia ha lanciato un’iniziativa di apprendimento digitale a favore di 30 scuole ubicate vicino ai suoi impianti produttivi.

L'approccio alla sostenibilità

Cipla è consapevole delle problematiche generali causate dall’industria farmaceutica e sta prendendo provvedimenti: ha già quantificato il suo impatto e intende ridurlo, con l'obiettivo di diventare un’azienda carbon neutral, water neutral e zero waste entro il 2025.

All’insegna del motto Caring for Life, Cipla si pone target ambiziosi e i suoi obiettivi a lungo termine sono associati a diversi SDG, tra cui il 1° SDG - Eliminare la povertà in tutte le sue forme e in ogni parte del mondo, il 9° SDG - Imprese, innovazione e infrastrutture e il 12° SDG - Produzione e consumo responsabili.

Ogni riferimento a società è a mero scopo illustrativo e non rappresenta una raccomandazione all’acquisto e/o alla vendita, nè un’opinione in merito al valore del titolo della società in questione.

Fonti e note

[1] https://www.unicef.org/media/79371/file/UN-IGME-child-mortality-report-2020.pdf.pdf

[2] https://www.un.org/sustainabledevelopment/health/

[3] https://www.wateraid.org/us/where-we-work/india

[4] https://www.unaids.org/sites/default/files/media_asset/UNAIDS_FactSheet_en.pdf

[5] La regione Asia Pacifico comprende Australia, Nuova Zelanda e Singapore. Tuttavia, questi Paesi rappresentano una quota molto ridotta di persone affette da HIV nella regione.

[6] https://idf.org/aboutdiabetes/what-is-diabetes/facts-figures.html

[7] https://www.birmingham.ac.uk/news/2021/setting-global-targets-could-cut-impact-of-diabetes-in-developing-countries-1

[8] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/cardiovascular-diseases-(cvds)

[9] Per maggiori informazioni sugli SDG dell’ONU, leggi la nostra guida rapida