Quando la volatilità diventa strategia

Volatilità e rischio non sono sinonimi, anche se in periodi di ribasso delle Borse, come in questi mesi, si tende ad associarli e a comportarsi in modo irrazionale in preda alla paura. Warren Buffett, uno dei più famosi investitori al mondo, sostiene che il rischio è rappresentato dalla probabilità di perdere i soldi e quindi potere di acquisto, non dal cosiddetto Beta (indicatore che comprende anche la volatilità).

Investire nella volatilità, dunque, è a tutti gli effetti una strategia finanziaria, che, grazie ai fondi alternativi (più flessibili nell’approccio di gestione) e agli Etp (Exchange traded product) è diventata alla portata di tutti. 

L’offerta di fondi

In Italia, sono presenti una quarantina di classi di fondi categorizzati come Alternativi-Volatilità.  Si tratta di prodotti che considerano la volatilità come un’asset class e possono adottare due tipi di strategie: direzionali o di arbitraggio. Le prime cercano di trarre profitto dalla volatilità implicita incorporata nei derivati, il cui sottostante sono altre classi di attivo. Le seconde si basano sulle discrepanze nella volatilità implicita nei titoli.

FLUSSI NETTI STIMATI DA MORNINGSTAR PER LE CATEGORIE DI FONDI ALTERNATIVI NEL 2015
Dati in euro al 31 dicembre 2015. Fonte Morningstar Direct.

Categoria Morningstar  Flussi netti stimati  2015 Assets netti totali 12/2015 Organic Growth Rate 12/2015 ( in %)
Alt - Multistrategy 38.345.962.862 147.696.727.485 36,96
Alt - Market Neutral - Equity 14.414.306.741 32.578.198.786 88,36
Alt - Long/Short Equity - Europe 8.383.649.815 31.067.561.918 40,8
Alt - Long/Short Debt 3.900.886.961 69.190.656.117 6,11
Alt - Systematic Futures 3.688.324.077 10.938.962.530 51,59
Alt - Debt Arbitrage 3.666.586.989 15.236.593.174 34,83
Alt - Long/Short Equity - UK 3.631.897.749 8.794.368.493 69,96
Alt - Global Macro 2.122.557.297 16.447.833.425 14,99
Alt - Event Driven 1.803.856.078 7.386.449.769 36,15
Alt - Fund of Funds - Multistrategy 1.509.153.457 2.863.472.158 118,52
Alt - Volatility 1.064.869.055 6.402.411.442 19,23
Alt - Long/Short Equity - US 646.423.976 6.061.842.158 12,66
Alt - Long/Short Equity - Other 559.702.315 2.030.420.432 44,1
Alt - Other 215.529.156 803.826.220 54,46
Alt - Fund of Funds - Equity 151.305.557 2.817.465.251 6,03
Alt - Diversified Arbitrage 66.175.887 1.943.613.387 3,72
Alt - Long/Short Equity - Emerging Markets -46.457.936 1.589.447.170 -3,4
Alt - Fund of Funds - Other -319.129.241 2.627.442.906 -10,36
Alt - Currency -411.457.056 3.188.115.663 -11,86
Alt - Long/Short Equity - Global -2.545.075.825 17.140.629.116 -13,03
Totale 80.849.067.914,00 386.806.037.600,00  

Nonostante non siano ancora coperti dalla ricerca Morningstar, è possibile individuarne alcuni elementi caratteristici. Si tratta di prodotti che utilizzano i derivati come parte integrante della strategia e possono ricorrere ad arbitraggi per trarre vantaggio dai movimenti ascendenti e discendenti del valore nel tempo. Generalmente, prendono posizione sulla volatilità di un attivo tramite strumenti finanziari come obbligazioni convertibili o opzioni, che presentano un rischio di volatilità, coprendo gli altri pericoli insiti in tali strumenti. In questo modo sfruttano lo scarto tra le oscillazioni di un sottostante e quelle di un altro o di due scadenze o di due prezzi di esercizio di uno stesso titolo. La strategia può anche essere riferita a indici e basarsi sul rapporto tra volatilità implicita (aspettative future su questa variabile) e quella effettiva passata. Alcuni fondi utilizzano future sull’indice VIX, che misura la volatilità del mercato, a fine di copertura dagli alti e bassi delle Borse. 

Gli ETP e il VIX

In Borsa italiana sono quotati due Etp, entrambi di Lyxor, che offrono un’esposizione all’indice VIX nelle sue varie declinazioni. Si tratta di un benchmark, calcolato dal più grande mercato mondiale di opzioni (Chicago Board Options Exchange) a partire dal 1993, che misura la volatilità implicita nel prezzo delle opzioni, cioè un indicatore che mostra il prezzo che gli operatori sono stati disposti a pagare per assicurarsi la facoltà ma non l’obbligo di scommettere al rialzo e al ribasso sull’indice S&P500. Dunque, il VIX non ha nulla a che vedere con la volatilità classica, ovvero con la misurazione della variazione media dei prezzi o dei rendimenti. Venendo calcolato da un mercato su cui si trattano opzioni, la volatilità espressa da questo indicatore ha a che fare con quella legata, appunto, alle opzioni e non al mercato in sé. L’evidenza empirica ha dimostrato negli anni che quando la volatilità implicita aumenta, l’indice S&P500 tende ad assumere un andamento ribassista. Ed è per questo motivo che il VIX è stato ribattezzato ‘l’indice della paura’.

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Un segmento in crescita

L’analisi dei flussi di investimento nei fondi europei specializzati sulla volatilità mostra un andamento alterno, segnato dai picchi di saliscendi delle Borse. Dal crac di Lehman Brothers (2008), la raccolta è stata positiva nel 2009-10 e poi nel 2012 (crisi del debito sovrano) e nuovamente nel 2015. Nello stesso periodo, il patrimonio netto è passato da 1,47 a 6,40 miliardi di euro. Nonostante l’aumento, questa categoria rimane, comunque, un segmento piccolo del mercato degli alternativi europei. A fine 2015 rappresentava l’1,66% del totale. Il tasso di crescita organica (flussi in rapporto degli asset iniziali) nei dodici mesi finiti a dicembre scorso è stato del 19,23%.

Questa categoria di fondi ha beneficiato del ritorno della volatilità sui mercati, ma ha cavalcato il trend delle strategie alternative meno di altre tipologie di prodotti. Secondo le statistiche Morningstar, infatti, i comparti di maggior successo sono stati i Multistrategy, che offrono l’esposizione a diverse tattiche di investimento in modo flessibile, per cui molti sottoscrittori li hanno considerati adatti a rispondere alle esigenze di rendimento e stabilità. Nel 2015, i flussi netti verso questa categoria sono stati pari a 38,34 miliardi, per asset netti superiori a 147 miliardi, che corrispondono al 38,18% del totale. 

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I forti scossoni che hanno caratterizzato il primo mese del 2016 hanno, tuttavia, confermato l’interesse per i fondi di volatilità. I flussi netti stimati a gennaio sono stati di 351,18 milioni contro “appena” 55 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.

ETP, tra difesa e attacco

L’analisi degli Etp domiciliati in Europa rivela una dinamica differente da quella dei fondi. A gennaio, Morningstar stima flussi netti negativi per 5 milioni di euro e anche nel corso del 2015 questi prodotti non hanno goduto di grande popolarità (il tasso di crescita organica ha segnato -39,37%). Si tratta di strumenti che rappresentano una nicchia del mercato degli indicizzati e il cui patrimonio non supera i 92 milioni contro i quasi 5 miliardi degli Etp a leva e inversi azionari che, al contrario, sono stati tra i preferiti dagli investitori per gestire i difficili alti e bassi delle Borse nel primo mese del 2016 (i flussi netti stimati sono pari a 383 milioni per la categoria Trading Leverage/Inverse equity). Hanno avuto una raccolta netta positiva anche gli Etp a leva e inversi sulle materie prime e quelli difensivi, come gli strumenti sui metalli preziosi e sui titoli governativi.