Ribilanciamenti a caccia di yield

marco_jean_abalov

I mercati al giro di boa di metà anno ci hanno dimostrato che la volontà dei banchieri centrali di stimolare economia e mercati non è sempre condizione sufficiente per ritorni positivi. In maniera inaspettata, la reazione inizialmente ai piani di politica economica in Giappone e Europa ha generato perdite per poi offrire fino ad ora nel secondo trimestre per Eurostoxx 50 e Topix una solida performance rispettivamente del 4.4% e 6.3%.

Tuttavia le performance sono spesso in rosso da inizio d’anno con il Topix che ha toccato anche il 20% di perdita durante i momenti difficili di febbraio. Un anno che, come avevamo anticipato nel nostro outlook del 2016, sarebbe potuto essere stato difficile nell’azionario, ma avrebbe potuto offrire opportunità’ nelle obbligazioni alto rendimento. Come sempre accade con i mercati finanziari alcuni andamenti ci hanno sorpreso ed altri hanno in parte confermato le nostre aspettative.

Obbligazionario governativo e societario: la vera sorpresa degli ultimi mesi

In particolare l’andamento dei mercati emergenti sia lato obbligazionario governativo che azionario ha sorpreso: sebbene fosse considerato a buon mercato dal punto di vista dei fondamentali c’era a livello tattico poca volontà tra gli operatori di credere nelle prospettive dei paesi emergenti.

In realtà l’asset class si è dimostrata tra le migliori con oltre il 2.5% di ritorno da inizio anno, un dato che è strettamente collegato alla decisione della Fed di rallentare la stretta monetaria ben oltre le stime più conservative (al momento si parla anche di settembre come primo rialzo per quest’anno), e quindi ha portato a favorire le valute emergenti e asset emergenti rischiosi.

L’azionario dei paesi sviluppati delude … ma non troppo

Anche nell’ azionario dei paesi sviluppati ci sono sorprese, ad inizio anno gli investimenti considerati a buon mercato e supportati da politiche monetarie estremamente aggressive erano l’azionario Europeo e Giapponese, mentre il mercato azionario americano e inglese venivano considerati opportunità’ con basse probabilità di apprezzamento. La realtà fino ad ora ci ha dimostrato il contrario con US e UK che hanno offerto ritorni positivi seppure non a doppia cifra. Sarebbe sbagliato arrivare a conclusioni affrettate solo dopo uno sprint di 6 mesi, ma riteniamo che le 2 aree che finora hanno sottoperformato mostrano opportunità che il mercato sul lungo termine dovrebbe riconsiderare (una fra tutte le opportunità in Europa dopo aver superato questa calda estate tra elezioni, prestiti e referendum in Spagna, Grecia e UK).

Investitori a caccia di rendimenti

Ciò che non ci sorprende da inizio anno sono le obbligazioni ad alto rendimento, chiamate anche obbligazioni high yield. Questa asset class ha dimostrato che in un contento in cui non è completamente chiaro dove l’azionario e obbligazionario globale possa andare, investire in opportunità’ che generano rendimento se non accade particolarmente nulla in termini di default o repricing ha generato un profilo rischio-rendimento da inizio anno davvero interessante.

Il tema della ricerca del rendimento l’abbiamo osservato in diverse asset class fino ad ora: azioni ad alto dividendo, obbligazioni governative dei paesi sviluppati ad elevate scadenze (per esempio il treasury americano a 30 anni è ai minimi), obbligazioni high yield, obbligazioni governative dei paesi emergenti.

Tutto questo non ci stupisce, gli investitori vogliono rendimento, non accettano di comprare obbligazioni che a scadenza genereranno un rendimento negativo (il btp a 2 anni si attesta a -0.06%), e ritengono che, sebbene ci siano dei rischi in questo tipo di investimento, l’opportunità sia ancora valida.

Portafogli per diversi scenari

Anche noi riteniamo che la caccia al rendimento non si affievolisce nel breve, anzi riteniamo che aumenterà. Il mercato in questo momento è compiacente, la volatilità è ai minimi di inizio anno, e le prospettive economiche sembrano stabilizzarsi rispetto alla caduta di inizio anno, ma i rendimenti obbligazionari sono inesistenti, per pensare di raggiungere un ritorno al di sopra dell’inflazione (che oggi si attesta a 0) nel medio lungo termine è necessario prendere delle posizioni più rilevanti in asset che possono generare ritorni, ma che hanno dei rischi maggiori.

I nostri portafogli sono costruiti per navigare diversi scenari, ma tendono ad essere conservativi oramai dall’estate dell’anno scorso, riteniamo che possa essere opportuno esporsi ad investimenti legati al tema dello yield, questo sarà riflesso in quasi la totalità dei portafogli nei futuri ribilanciamenti. Rimane ancora una volta centrale la diversificazione con investimenti che copriranno più aree economiche per beneficiare di opportunità sia nei mercati sviluppati che in quelli in via di sviluppo.