Sale la temperatura nei settori legati al cambiamento climatico

Contributo a cura di Maarten Bloemen, executive vice president, Portfolio Manager, Research Analyst; Craig Cameron, CFA, portfolio manager, research analyst; Herbert Arnett, portfolio manager, research analyst e Tina Sadler, CFA, portfolio manager, research analyst, Templeton Global Equity Group, Franklin Templeton. Contenuto sponsorizzato.

Dalle fabbriche digitali all’abbigliamento realizzato con tessuti di origine vegetale, gli investimenti nel cambiamento climatico sono tutt’altro che limitati all’energia rinnovabile. Negli ultimi cinque anni si è assistito a una crescita considerevole dell’investimento sostenibile, senza alcun segno di rallentamento, essendo accompagnato dalla crescente consapevolezza della sostenibilità e dei suoi elementi cruciali. Abbiamo visto un solido ritmo di crescita degli asset di investimenti sostenibili in Europa, nell’America settentrionale e in Australia. E per quanto riguarda l’Asia, la regione ha recuperato in sordina, con una crescita degli asset più che doppia in quest’area rispetto a qualsiasi altra regione1.

Solo nell’anno passato, i fondi associati al cambiamento climatico hanno assistito ad afflussi di investimenti tra i più elevati della storia, ai quali ha contribuito anche lo stimolo fiscale dei governi rivolto agli obiettivi nazionali sul cambiamento climatico. Una crescita così solida ci suggerisce un notevole spostamento dell’atteggiamento sia degli investitori che delle società nei confronti dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).

È in corso un dibattito tra i commentatori del mercato in merito all’integrazione di considerazioni ESG in strategie gestite attivamente e gli eventuali esiti benefici che potrebbe comportare per l’ambiente, senza per questo sacrificare i rendimenti per gli investitori. Da parte nostra siamo arrivati alla conclusione che i due obiettivi non si escludano a vicenda, e spesso possono essere decisamente complementari. Nel corso del 2020 i programmi relativi al cambiamento climatico sono stati rinviati, ma non cancellati, i problemi per la salute pubblica creati dal COVID-19 hanno fatto solo temporaneamente passare in secondo piano il focus della politica sulle sfide da affrontare per il clima mondiale. Nonostante un calo annuo del 6% delle emissioni di diossido di carbonio nel 2020 dovuto alle misure di lockdown adottate per contrastare il COVID-19, a seguito delle quali, per esempio, certi residenti in India
sono riusciti per la prima volta dopo decenni a vedere le vette dell’Himalaya, con la ripresa dell’attività
economica persistono problemi pressanti legati al clima globale.

Complessivamente, il pianeta deve far fronte a sfide di rilievo per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015, con il quale i governi avevano sottoscritto l’impegno a contenere il riscaldamento globale ben sotto i 2°C in più rispetto ai livelli pre-industriali. Dal 2015, le emissioni di gas serra (GHG) hanno continuato ad aumentare costantemente2 . I firmatari dell’Accordo di Parigi riconoscono la necessità di rafforzare le azioni e Paesi importanti quali gli Stati Uniti, Cina, Giappone, Regno Unito nonché l’Unione Europea si sono impegnati per nuovi obiettivi che prevedono un azzeramento netto3.

Affinché i governi possano realizzare i loro obiettivi di contributo determinato a livello nazionale (NDC),
ci attendiamo un aumento costante delle azioni politiche, con strutture più complete e mirate per il
clima, ad esempio, adottando misure che dovrebbero incentivare le società ad abbattere le emissioni di
gas serra. Ciò può includere restrizioni all’uso di combustibili fossili, imposte sul carbonio, o programmi per lo
scambio delle quote di carbonio. Secondo noi, le società beneficiarie di questi cambiamenti appartengono a uno o più gruppi: il primo, costituito dalle società che stanno sviluppando prodotti che aiuteranno ad abbattere le emissioni, il secondo, da quelle che stanno adottando nuove tecnologie o processi per abbattere la loro impronta di
carbonio, e il terzo, costituito dalle società che operano in settori con emissioni di carbonio molto basse.

Al 30 settembre 2020. Fonte: Climate Action Tracker Project. In base alla media delle emissioni per auto da turismo dell’Environmental Protection Agency, maggio 2018. LULUCF = Land Use, Land-Use Change and Forestry

Siamo investitori bottom-up fondamentali, di lungo termine e previsionali, e cerchiamo quindi le società che offrano un prodotto o un servizio attivo per la riduzione diretta dei gas serra, o che offrano una fonte di energia alternativa. Tuttavia non sono queste le sole società che dovrebbero beneficiare della transizione a un futuro a
basse emissioni di carbonio. L’universo investibile per il cambiamento climatico rappresenta un gruppo di opportunità molto più ampio e presenti in un’ampia fascia di settori. Può includere società che offrono un prodotto relativo a trasporti sostenibili, agricoltura e attività forestale sostenibile, gestione dell’acqua e dei rifiuti, per arrivare fino all’efficienza energetica.

Può includere società che operano con beni finiti, ad esempio linee di abbigliamento realizzate con
tessuti di origine vegetale o un imballaggio sostenibile.

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1 Fonte: Morningstar, 2021. Dal 2016 al 2020, gli asset di investimenti sostenibili in Asia sono cresciuti del 447% rispetto all’America settentrionale (193%), Europa (179%) e Australia e Nuova Zelanda (108%).

2 Fonte: Climate Action Tracker Project, 2020.

3 Fonte: Source: Climate Home News, Which Countries Have a Net Zero Carbon Goal?, giugno 2019.

Quali sono i rischi principali?
I Fondi possono avere titoli di diverse tipologie o essere esposti a differenti settori, circostanze di mercato o paesi. Possono altresì investire in diverse asset class, quali azioni, obbligazioni, quote/unità di fondi di investimento collettivo, strumenti di mercato monetario, e strumenti finanziari derivati. Questi investimenti comportano rischi differenti che possono fare sì che il valore delle azioni nei fondi e qualunque rendimento dei fondi scenda o salga. Gli investitori possono non recuperare l’intera somma investita e non vi è garanzia che un fondo raggiungerà il suo obiettivo. La performance del fondo potrebbe essere influenzata da rischi inclusi fluttuazioni valutarie e dei tassi di
cambio, sistemi politici, economici, legali e normativi meno stabili, specialmente nei mercati emergenti, l’affidabilità creditizia di un emittente, la capacità di vendere le posizioni di un fondo o dove una piccola variazione nel valore dell’asset sottostante può avere un impatto maggiore sul valore di uno strumento finanziario derivato. I Fondi possono anche essere esposti a rischi operativi. Prima di effettuare qualsiasi investimento, Vi invitiamo a leggere la sezione del prospetto relativa al rischio e, dove disponibile, il Documento Informativo Chiave per gli Investitori. Tutti questi documenti sono disponibili sul nostro sito web www.FTIdocuments.com.

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