Un viaggio tra i mercati dei capitali dalle origini alla storia recente. Contributo a cura di Alex Ricchebuono, managing director presso New End Associates.
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Contributo a cura di Alex Ricchebuono, managing director, New End Associates.
[Nella prima parte del contributo si è parlato della nascita delle S.p.A. e delle prime banche].
Dove si contrattavano le società di capitali? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un balzo avanti e indietro nei secoli dove è possibile ritrovare esempi di mercati organizzati essenzialmente a supporto dei commercianti. In alcune tra le più evolute civiltà del passato erano presenti gli antesignani degli operatori finanziari contemporanei. Sebbene fosse ancora prematuro parlare di Borse valori, nell’antica Grecia operavano i trapeziti, ossia agenti di cambio e prestatori di denaro, che disponevano sul loro banchetto, ‘trapezos’ in antico ellenico, i propri strumenti di lavoro. Allo stesso modo l'Agorà, il Forum e la Curia Mercatorum dell’antica Roma potevano essere considerati a tutti gli effetti esempi di mercati organizzati.
Le prime Borse
Ma per trovare la prima vera e propria Borsa valori al mondo dobbiamo spostarci ad Anversa, nella Fiandre e attendere il 1531. Nella città belga 500 anni orsono erano soliti riunirsi uomini d’affari per scambiarsi titoli di credito e stipulare contratti di compravendita di futures. Le riunioni avvenivano nel palazzo dei Van der Bourse una ricca famiglia di banchieri fiamminghi da cui la Borsa trae il suo nome. Sebbene non siano tutti d’accordo su questa ipotesi, al momento sembra la più accreditata. Pare però che i Van der Burse non fossero altro che i veneti ‘Della Borsa’ trasferitisi nelle Fiandre nel 1400, ed il cui simbolo era costituito da tre borse incrociate.
Con ogni probabilità avevano esportato in territorio fiammingo il modello della camera degli imprestiti della Città lagunare, il primo esempio di mercato organizzato per il debito pubblico della storia. Ed in effetti qualche anno più tardi sorse proprio a Venezia la prima Borsa italiana e per lungo tempo è stata l’unica operante del nostro Paese. Solo nel 1775 sorse quella di Trieste. A partire dalla fine del XVI secolo, iniziarono a svilupparsi in Europa dei grandi centri ‘borsistici’ in cui si svolgevano operazioni di prestito a favore di monarchi, papi e ricchi dignitari.
Da lì in avanti furono emesse molte serie di titoli di debito pubblico, che entrarono ben presto a far parte degli affari di borsa. Cominciarono anche le negoziazioni di quote di comproprietà di imprese, che come abbiamo visto erano state costituite in forma di Società per Azioni in virtù degli enormi guadagni conseguiti dalle compagnie coloniali. In Inghilterra, invece, Sir Thomas Gresham, responsabile degli scambi in valuta della regina Elisabetta, fondò la Royal Exchange, e dopo aver trascorso qualche tempo ad Anversa, diede vita nella City di Londra nel 1564 alla Borsa inglese per lo scambio internazionale. Terminato il suo ruolo prettamente commerciale nel 1771, un paio d’anni dopo venne costruito il palazzo della Borsa, infine il 3 marzo 1801 si aprirono definitivamente le contrattazioni della London Stock Exchange.
Spostandoci Oltralpe, le prime Borse si fanno risalire a quelle di Lione del 1548 e Tolosa del 1549, mentre per la nascita di quella di Parigi si deve attendere fino al 1716 e poi definitivamente il 1724. Qualche tempo più tardi, venne introdotto il Codice di commercio napoleonico, che nel 1807 stabilì un tipo generalizzato di società anonima, a cui i privati potevano ricorrere per ottenere, il beneficio dell'autonomia patrimoniale perfetta. La denominazione di società anonima, ‘Sociétè Anonyme’ in francese, si deve al fatto che le azioni non erano nominative e quindi tutelavano meglio la riservatezza degli investitori. Di fatto le S.A. nella prima metà dell'Ottocento erano ancora poche, ma nel giro di qualche anno ci fu un vero e proprio boom. Le S.p.A. aumentarono considerevolmente e divennero una forma diffusa di impresa a partire dalla metà dell'Ottocento.
La storia recente
Per venire a tempi più recenti invece, nel 1996, con l’entrata in vigore del cosiddetto ‘Decreto Eurosim’, l’Italia ha recepito le direttive comunitarie in tema di investimenti in valori mobiliari e sono state definitivamente soppresse le sedi locali della Borsa valori. Per concludere questo nostro viaggio ideale tra i mercati dei capitali, ci spostiamo oltre oceano negli Stati Uniti d’America. Qui il 17 maggio del 1792 nacque la Borsa più grande e più importante del mondo, anche conosciuta come ‘The Big Board’, il New York Stock Exchange o NYSE, situato nella nota strada di Wall Street, dove si trova tuttora.
Segnali stradali di Wall Street e Broadway. Foto di Roberto Júnior, Unsplash.
La leggenda vuole che proprio al confine più estremo della punta di Manhattan ci fosse un muro di cinta che proteggeva la città dagli attacchi di animali. Pare che sotto una pianta a ridosso di quella palizzata in legno, alla fine del ‘700 si concentrassero gli scambi commerciali e l’attività di conversione delle monete provenienti dal Vecchio Continente. Qualche anno più tardi quando New York si sarebbe inesorabilmente allargata, proprio a ridosso di quel muro fu edificato il quartiere finanziario più famoso al mondo, Wall Street appunto. Per parafrasare Leonardo Di Caprio, il muro che proteggeva i suoi abitanti dalle belve feroci, si è in poco tempo trasformato nel baluardo dei lupi della finanza moderna. Ma quella è solo fiction, s’intende!
[Fine]