Il 2015 è stato un ottimo banco di prova, visto che i fondi long only hanno vissuto momenti complicati: la diversificazione nei vari stili di gestione è fondamentale.
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Che il 2015 si stia dimostrando un ottimo banco di prova per le strategie alternative è fuor di dubbio, visto che i fondi Long only hanno vissuto momenti estremamente difficili.
Come dimenticare infatti che la repentina correzione dei mercati azionari di agosto e settembre è arrivata dopo il pesante ritracciamento primaverile dei governativi (che a loro volta hanno fatto segnare perdite ingenti ai fondi obbligazionari), dopo anni di buone performance?
Del resto, un gestore che investe in fondi direzionali, se tutti i titoli che ha in portafoglio crollano, ha ben poche armi - per non dire nessuna - per proteggersi. Situazione ben diversa, invece, per coloro che possono utilizzare derivati, che consentono di prendere posizione anche al ribasso. Ovviamente, avere maggiori possibilità di manovra può comportare maggiori errori e di conseguenza risulta fondamentale scegliere manager che abbiano dimostrato in passato capacità gestorie in più contesti di mercato.
Nonostante questa importante premessa, ancor più fondamentale risulta la diversificazione nei vari stili di gestione.
La motivazione è semplice e non mi stanco di ribadirla. Esiste sempre una situazione di mercato in cui una particolare strategia, seppur estremamente funzionale ed efficiente, può generare scarse performance per le cause più diverse e la maggior parte delle quali anche poco prevedibili.
Come limitare i danni
In quei momenti, il gestore non deve perdere la calma ma limitare i danni, rimanendo coerente con il proprio stile. È tuttavia evidente che se il portafoglio dell’investitore fosse composto al 100% di fondi che seguono una sola strategia, qualora la strategia attraversasse una fase di stress, si avvertirebbe la stessa sensazione di quando si comprano fondi Long only.
Con una grande differenza, però. Che in questo caso potrebbe accadere di vedere i propri fondi perdere valore, anche di fronte ad un mercato (azionario ed obbligazionario) in buona salute.
Ed è esattamente quello che è successo nei primi giorni di ottobre ai fondi Market neutral equity. L’obiettivo dichiarato di questi strumenti è facilmente intuibile, ovvero generare performance indipendentemente dall’andamento degli indici azionari, andando lunghi (comprando) pariteticamente di società che vanno meglio di altre, che invece shorteranno (venderanno) attraverso derivati che si chiamano “contract for difference” (che sono come i contratti future sugli indici con la differenza di avere come sottostante i singoli titoli).
Questa tipologia di fondi si è comportata molto bene nel periodo tra agosto e settembre, generando performance positive, ma nel periodo dal 28 settembre al 9 ottobre , ha subito un importante ribasso.
Le motivazioni fornite dai gestori alle nostre richieste di spiegazioni sono state molteplici, ma, se dovessimo riassumerle, direi che le ricoperture su alcuni titoli che erano scesi moltissimo nel breve hanno rappresentato un elemento di forte sorpresa.
Quali fondi avere
Anche altri fondi non esattamente Market neutral, che hanno la possibilità di avere un'esposizione al mercato (da prospetto) come l’Argonaut Absolute Return, con approccio bottom up (quindi di stock selection) hanno sofferto nello stesso periodo e questo mi porta a pensare che non siano impazziti tutti insieme ma piuttosto che il mercato abbia dimenticato in quel momento il reale valore delle aziende, essendo principalmente mosso da ricoperture tecniche.
Esattamente come avvenne nel 2008 quando il liquidatore della Lehman Brothers immise sul mercato 600 miliardi di attività che erano nel book della banca americana, ricomprando dove erano corti e riacquistando dove erano lunghi senza minimamente preoccuparsi del reale valore delle attività.
Del resto come diceva Oscar Wilde, i broker “conoscono il prezzo di tutto e il valore di nulla”. E allora quali sono i fondi che non devono mai mancare nei nostri portafogli, oltre ai Long short e ai Market neutral ?
Sicuramente quelli che hanno un approccio dinamico stile prop desk delle banche d’investimento, che in certe situazioni sanno anche girarsi in corsa e chiudere le posizioni limitando i danni, oppure quelli che fanno long short, ma utilizzando i tassi e vengono definiti Long short credit. Senza dimenticare quelli che negoziano la volatilità .
Vediamo anche come si sarebbe comportato nello stesso periodo il portafoglio equipesato, un portafoglio 'virtuale' composto da dieci fondi Absolute Return market neutral ognuno dei quali inserito con un peso paritario del 10% mentre per il calcolo della redditività si è considerata le performance dei singoli fondi.