Per valutare il debito sovrano emergente bisogna tener conto del rischio politico ad esso associato unito ai fattori ambientali, sociali e di governance seguendone il loro andamento tendenziale. Contributo a cura di Viktor Szabó, Investment Director Fixed Income Emerging Markets, Aberdeen Standard Investments. Contenuto sponsorizzato.
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Contributo a cura di Viktor Szabó, Investment Director Fixed Income Emerging Markets, Aberdeen Standard Investments. Contenuto sponsorizzato.
Quando si parla di analisi creditizia dei mercati emergenti (EM) ci si concentra solitamente sulle variabili economiche e finanziarie. L’analisi dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG), benché ritenuta sempre più importante, viene spesso trascurata per problemi legati alla misurazione dei fattori e alla limitata disponibilità di dati. Solo in pochi hanno tentato un’integrazione sistematica delle metriche ESG nel processo di selezione degli emittenti sovrani dei mercati emergenti. Noi siamo fra questi.
Nell’analisi creditizia dei mercati emergenti (EM) ci si affida perlopiù a variabili economiche e finanziarie tradizionali, quali debito pubblico, inflazione, deficit fiscali e saldi delle partite correnti. A questi, si aggiunge il rischio politico, un fattore chiave in grado di influenzare l’affidabilità creditizia dei governi. Da tempo, però, numerosi investitori professionisti riconoscono l’importanza di affiancare anche una valutazione dei fattori ambientali, sociali e di governance quando si esamina l’affidabilità di un emittente in aree geografiche emergenti.
ESG significa un quadro più completo dei rischi
Esistono prove empiriche a sostegno del concetto secondo cui i fattori ESG possono aiutare a ottenere un quadro più completo dei rischi concreti di credito in cui incorrono gli emittenti dei mercati emergenti sul lungo termine.
Innumerevoli ricerche dimostrano che i fattori ESG sono correlati al rischio sovrano dei mercati emergenti. Nello specifico, a punteggi ESG compositi più alti (indipendentemente dalle differenze nei metodi di calcolo del punteggio) si associano spread creditizi più bassi e costi del credito inferiori. Sebbene i fattori ESG possano essere messi in relazione con il rischio di credito sovrano EM, alcuni elementi sono più “significativi” di altri.
Numerosi studi accademici insieme alla nostra attività di ricerca interna indicano che la variabile più significativa per il rischio sovrano dei Paesi emergenti è la governance. Questa conclusione è in linea con numerose evidenze storiche, da cui emerge un chiaro legame tra insolvenze dei mercati emergenti e cattiva gestione economica e di bilancio.
I fattori sociali, seppur meno importanti della governance, sono significativi per una valutazione del rischio sovrano dei mercati emergenti. Questo è dovuto all’importanza del capitale umano per la crescita economica a lungo termine.
Parametri quali l’invecchiamento demografico, gli standard di istruzione, i livelli di povertà, la disuguaglianza di reddito e la qualità della salute tendono a influenzare la competitività di un paese. A parità di condizioni, il miglioramento di questi fattori dovrebbe favorire la crescita a lungo termine, contribuendo a una maggiore capacità di gettito fiscale e di rimborso dei debiti.
Le considerazioni di tipo ambientale sono sempre state ritenute il fattore meno significativo per il rischio sovrano emergente. Tuttavia, le vulnerabilità climatiche costituiscono oggi un fattore di rischio sempre più importante in questi contesti: ad esempio, i Paesi più esposti a catastrofi naturali (come inondazioni stagionali, terremoti e siccità) presentano un maggiore rischio di bilancio.
Schema ESGP di Aberdeen Standard Investments
In ASI i fattori ESG vengono integrati nella ricerca creditizia relativa ai mercati emergenti. Tuttavia, negli ultimi anni è stato adottato un approccio più strutturato e sistematico a tale integrazione. A questo scopo, è stato elaborato uno schema di punteggio definito dall’acronimo ESGP (Environmental, Social, Governance and Political) che tiene conto anche di una valutazione del rischio politico e che applichiamo a tutto il nostro universo composto da 91 emittenti di debito sovrano dei mercati emergenti.
Nel ESGP, vi è una distinzione tra i fattori di governance e quelli politici, benché strettamente correlati. Si ottengono cosi 4 categorie di valutazione:
Ponderazioni dei fattori ESG e indicatori chiave
Per ciascun indicatore vengono calcolati dei punteggi Z che indicano come ciascun Paese si posiziona rispetto alla media riguardo a quel particolare indicatore. Calcolando la media dei punteggi Z per ciascuno dei quattro fattori, si ottiene un punteggio per ciascuno di essi. Successivamente, i punteggi vengono normalizzati su una scala da 0 a 100. Il Paese peggiore riceve un punteggio di 0, quello migliore ottiene un punteggio di 100.
Infine, per ottenere un punteggio ESGP complessivo, i quattro fattori vengono ponderati nel modo seguente: ambientali 15%, sociali 35%, governance 25% e politici 25%. Si noti che i fattori politici e di governance rappresentano, insieme, il 50% del punteggio ESGP totale. Questo evidenzia la loro importanza per il rischio sovrano dei mercati emergenti. La tabella sottostante contiene un estratto esemplificativo dei risultati finali del quadro ESGP.
Estratto esemplificativo dei risultati finali ESGP
L’obiettivo primario del quadro ESGP è investire in obbligazioni sovrane con validi fondamentali del credito, buone prospettive di crescita e, soprattutto, prezzi interessanti rispetto ai rischi. Il vantaggio principale di questo approccio ESG consiste nel suo potenziale di fornire un quadro più completo e dettagliato della situazione dei rischi.
In quanto investitori attivi, l’obiettivo è trovare casi che presentino fondamentali del credito e rischi mal valutati. A tale riguardo, come mostrato nell’esempio finale dei risultati qui sopra, prestiamo grande attenzione alla “direzione di marcia” dei fattori e dei punteggi ESGP, poiché queste dinamiche presentano una maggiore probabilità di essere valutate in modo inadeguato dal mercato.
Il fatto di tenere conto dell’andamento tendenziale dei fattori permette di ridurre il rischio di penalizzare eccessivamente i Paesi meno sviluppati (e, quindi, operare una scarsa allocazione), i cui punteggi ESG statici (basati su dati passati) possono essere bassi, ma in cui la direzione di marcia può rivelarsi nettamente positiva. Per contro, si mitiga anche il rischio opposto, ossia quello di allocazioni eccessive su Paesi sviluppati con punteggi elevati ma dinamiche sfavorevoli.
Un approccio ESG è particolarmente adatto quando desiderate investire nel debito sovrano dei mercati emergenti. Lo schema ESGP proprietario, insieme alle metriche ESG, aggiunge anche la componente politica, cosi integrare i fattori ambientali, sociali e di governance nel processo di ricerca in modo sistematico. Così facendo, si ottiene un quadro più completo del rischio di credito associato a ciascun mercato emergente e, in ultima istanza, si favoriscono risultati d’investimento migliori.
Questo articolo fa parte della serie "Investi oggi. Per cambiare il domani. ESG per fare la differenza" in cui Aberdeen Standard Investments intende illustrare perché l'analisi ESG è importante, qual è il suo approccio verso queste tematiche, e come esso venga recepito dai team di investimento in azioni europee e nel debito dei mercati emergenti.
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