UBS AM: la prossima mossa, l’azionario cinese

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Alessandra Calabretta

CONTRIBUTO a cura di Alessandra Calabretta, ETF Sales Specialist di UBS Asset Management. Contenuto sponsorizzato da UBS AM.

I mercati finanziari globali stanno vivendo mesi complessi, tra tassi di interesse in aumento, impennata dei prezzi e rischi a tutto tondo legati alla situazione geopolitica. In un simile contesto di incertezza, anche l’azionario cinese ha sofferto, soprattutto a seguito dei nuovi lockdown imposti in diverse grandi città per contenere l’ennesima ondata di Covid-19. Blocchi che hanno pesato sulla crescita del Paese e creato colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento: una bella sfida, insomma.

Ma tra il 20 maggio e il 20 giugno 2022 la performance dell’indice MSCI China ha segnalato un recupero, che ha consentito al paniere di battere la sua controparte mondiale, ancora in calo.

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Fonte: elaborazione AdviseOnly su dati Investing

Un rimbalzo, quello dell’indice cinese, dovuto principalmente all’allentamento,  delle restrizioni alla mobilità, che lascia ben sperare in una ripresa dell’attività economica e dei consumi. Ma anche al supporto economico assicurato dal governo di Pechino e alle valutazioni basse dei titoli cinesi.

Insomma, il vento sembra essere cambiato. E per gli investitori internazionali la Cina potrebbe rappresentare una mossa interessante, anche alla luce della scarsa correlazione di questa asset class con l’azionario dei mercati occidentali.

Una divergenza che crea opportunità

“Oggi il quadro macroeconomico cinese è definito dagli obiettivi perseguiti dal governo: miglioramento della sicurezza, stabilità dei mercati finanziari, prosperità comune, salvaguardia dell’ambiente e lotta all’invecchiamento della popolazione”, osservano i nostri analisti. “La maggior parte di questi obiettivi avrà un impatto positivo sullo sviluppo dell’economia a lungo termine, anche se nel breve si potrebbe verificare qualche turbolenza per alcuni settori e aziende, come dimostrato dalla stretta normativa dello scorso anno”.

E poi c’è la politica monetaria. Mentre la Federal Reserve, la Bank of England e la Banca Centrale Europea hanno ormai imboccato la strada del rialzo dei tassi di interesse, la banca centrale cinese ha confermato ancora una volta la sua linea espansiva, lasciando invariati i tassi di riferimento.

Per quanto questa divergenza possa creare volatilità sui mercati nel breve termine, essa apre agli investitori buone opportunità di diversificazione rispetto ad altre allocazioni di portafoglio ampiamente diffuse.

Per cogliere queste opportunità, offriamo all’interno della nostra gamma l’Ubs MSCI China A SF UCITS ETF, un fondo passivo che replica l’indice Msci China A Shares, ben posizionato per beneficiare della bassa correlazione con gli altri indici globali e per migliorare il profilo rischio-rendimento del portafoglio. L’indice in questione offre infatti un’esposizione alle cosiddette A-shares, le azioni domestiche cinesi denominate in renminbi e negoziate a Shanghai e Shenzen. Include solo azioni collegate a Stock Connect ed è un modo semplice per accedere a un mercato che ha delle limitazioni per gli investitori stranieri.

I mercati cinesi continuano inoltre la loro rapida internazionalizzazione, grazie all’inclusione negli indici e all’abolizione dei controlli sul mercato dei capitali. Anche se gli investitori sono ancora ampiamente sotto-investiti: basti pensare che all’interno dell’indice MSCI All Countries World il peso del Dragone è di solo il 3,32%, contro il 61,3% degli Stati Uniti (Fonte: MSCI).

Infrastrutture intelligenti e cybersecurity

Certo, l’economia cinese si è presa una bella batosta negli ultimi mesi e quest’anno la ripresa sarà probabilmente discontinua e graduale. Noi prevediamo una ripresa nel secondo semestre del 2022, grazie anche all’annuncio di nuove misure, tra cui uno stimolo fiscale, con un tasso di crescita degli utili per l’anno in corso atteso intorno al 9,8% (Fonte: FMI).

In particolare, la nostra preferenza va a titoli e settori che vengono scambiati a valutazioni interessanti e in grado di garantire una crescita sostenuta e prevedibile nonostante le pressioni inflazionistiche, la crescita economica solo moderata e la politica zero-Covid. Nel breve termine continuiamo a privilegiare i settori ciclici e value, mentre nel medio-lungo termine preferiamo le infrastrutture intelligenti e la cybersecurity, grazie alla maggiore attenzione della Cina per l’autosufficienza tecnologica, i beni di consumo durevoli e la sicurezza informatica. In questo contesto si inserisce il nostro UBS ETF Solactive China Technology, che replica l’andamento dell’indice Solactive China Technology USD, offrendo accesso al mercato tecnologico cinese con un profilo di rischio/rendimento ottimizzato grazie all’ampia diversificazione tra numerosi fattori e settori azionari.

Azionario cinese e sostenibilità

Senza dimenticare la sostenibilità. Per investire sull’azionario cinese con un occhio a questo importantissimo tema, all’interno della nostra gamma è presente l’UBS ETF MSCI China ESG, un prodotto classificato come Articolo 8 in base al regolamento SFDR, che investe in una selezione di aziende con un profilo ESG robusto e prospettive di miglioramento.