Secondo Stefan Kuhn, head of ETF Distribution Europa di Fidelity International, se probabilmente ci troviamo alla fine del ciclo del rialzo dei tassi, questo ciclo non è ancora giunto al termine, “e quindi è difficile trovare valore, inteso come valore nel mercato. Se guardiamo ai flussi, i clienti hanno cercato veicoli di investimento che offrissero una partecipazione al rialzo dei mercati azionari, anche se non del 100%, e soprattutto che evitassero una partecipazione al ribasso dei mercati. Ad esempio, hanno considerato strategie basate sui dividendi, in grado di offrire un rendimento stabile e che, con tassi in rialzo, offrono la qualità e il valore che i clienti ricercano nei loro portafogli. Quello che stiamo vedendo” prosegue Kuhn “è che c'è innanzitutto una crescita continua negli ETF legati agli indici di mercato più ampio, percepiti come una via più economica per entrare nel mercato, ai quali si aggiunge la tendenza degli investitori a scegliere gli ETF per approcci più ‘granulari’, che si tratti di un determinato fattore oppure di aree specifiche del mercato. Questo è lo spazio in cui Fidelity vuole essere presente e dove possiamo aggiungere valore, offrendo gli strumenti migliori per accedere al mercato e ottenere rendimenti di qualità.” L’esperto aggiunge: “ad esempio, se un investitore vuole investire in aziende che offrono elevati rendimenti da dividendi, le nostre strategie quality income possono essere uno strumento interessante. Per coloro che vogliono un’esposizione al mercato ma con una lente sostenibile, abbiamo sviluppato una serie di soluzioni ETF attive che fanno leva sulla nostra ricerca proprietaria fondamentale e sostenibile. In ultimo, se pensiamo a un potenziale ritorno del growth, vediamo che i clienti stanno approcciando questo stile in maniera più ‘granulare’. In passato anche solo l'acquisto di titoli azionari statunitensi era sufficiente per ottenere un'esposizione ai temi growth del 25%, se non di più. Oggi gli investitori sono più interessati ai settori e si interrogano su quale sia un tema che possa potenziare il loro portafoglio non per i prossimi sei mesi, ma - idealmente - per i prossimi 10 anni. Per rispondere a questa esigenza abbiamo lanciato una serie di ETF tematici. Offrire questi strumenti ai selezionatori di fondi e ai clienti è il modo in cui ritengo l'industria degli ETF debba aggiungere valore in futuro”. Per quanto riguarda la rotazione value-growth, Kuhn osserva: “quando siamo entrati nell’industria degli ETF, cinque anni fa, abbiamo lanciato una gamma di quattro ETF con un rendimento orientato all’income, ognuno con un focus geografico specifico, evitando preconcetti polarizzati come growth e value ma identificando nel quality il fattore per supportare la performance e generare valore per gli investitori in diverse condizioni di mercato. Da un punto di vista tecnico funzionano come ETF in quanto seguono un indice, ma al tempo stesso incorporano ciò per cui siamo conosciuti sul mercato, cioè la ricerca bottom-up. Costruiamo i nostri indici proprietari cercando di includere la qualità - unita, ad esempio, al reddito - con altri fattori che derivano dalla nostra ricerca proprietaria. Cerchiamo di combinare il meglio dei due mondi, cioè ETF e strategie attive” conclude il manager.
3/3