Ottimismo tra gli asset manager, ma è tempo di rinnovamento

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Funds People

L'industria del risparmio gestito è in continua crescita. Le previsioni sono positive, il mercato si evolve e anche i gestori sembrano essere di ottimo umore. Lo dice un'indagine commissionata da State Street Global Services e condotta su 400 responsabili di società di gestione patrimoniale  - tra cui quattro italiani - in 23 Paesi tra aprile e maggio 2015. Secondo lo studio, infatti, gli asset manager stanno già rilanciando le proprie strategie di investimento, potenziando le proprie capacità e sono alla ricerca di opportunità di acquisizione (circa il 46%), che consentano loro di ampliare competenze o raggio d'azione. "La sensazione insomma è quella di ottimismo", commenta Riccardo Lamanna, country head Italia di State Street nel presentare i risultati della ricerca, "ma le poste in gioco per gli asset manager sono elevate: la crescita crea dei rischi come ad esempio da una parte il problema dei costi e dall'altra la competition".

Sebbene l'88% degli intervistati vede nei prossimi 12 mesi opportunità di crescita remunerativa al contempo i costi sono sempre più sotto scrutinio: il 96% degli asset manager si dice sotto pressione per ridurre i costi, secondo quanto richiesto da sempre più clienti. Dall'altro lato il settore si trova sempre più a fronteggiare nuove pressioni concorrenziali. Quasi quattro gestori su cinque sono convinti di dover affrontare una concorrenza diretta da parte di aziende con una forte base tecnologica e una conoscenza sviluppata dei clienti, come Google, Apple o Alibaba, che oggi operano in assenza di regole. 

I quattro value driver della ricerca

Come affrontare allora le nuove sfide? Secondo l'indagine State Street 2015 Asset Manager Survey, ci sono quattro driver che potrebbero diventare elementi di successo nel panorama futuro. In primo luogo il 42% degli asset manager si sta già preparando a lanciare una nuova categoria di prodotto. I gestori stanno adeguando la propria capacità alla crescente domanda degli investitori di soluzioni multiasset e strategie liquid alternative basate sul risultato. Ridefinire il mix di prodotti, insomma, viene visto come la strada per la crescita.

Il secondo driver ha due parole d'ordine: trasparenza e personalizzazione. Il 79% degli asset manager afferma che le richieste dei clienti circa una maggiore trasparenza su come viene gestito il denaro sta impattando le loro strategie di business. Da una parte la clientela esercita un controllo maggiore sui propri portafogli, dall'altra gli asset manager sono disposti a operare in stretta collaborazione con i clienti ed essere più trasparenti in termini di rischio e rendimento.

Il terzo fattore di valore è invece incentrato sul rischio: "La discussione sul rischio è al centro della modalità con cui si dialoga con il cliente" precisa Riccardo Lamanna riportando i dati: il 72% delle risposte vertono su questo tema e perfino il 75% degli intervistati dice di spendere più tempo e risorse per istruire i membri del consiglio di amministrazione dei propri clienti istituzionali sulle tematiche del rischio. Chi sarà dotato di strumenti di analisi e supporto dei nuovi livelli di conoscenza del rischio godrà di un vantaggio competitivo.

Quarto e ultimo driver riguarda la pressione sui costi che il 63% dei gestori ritiene di subire in maniera elevata e moderata: gli investitori sono disposti a premiare chi genera valore tangibile, ma vista l'aumento della concorrenza, non sono disposti a pagare di più. Gli asset manager dovranno dunque mettere a punto delle soluzioni migliori, a prezzi competitivi e personalizzate. Le tecnologie avanzate, in questo senso, potrebbero supportare tali nuove offerte.