Andrea Passoni, responsabile Unit di Eurovita, ci racconta come il tema costi di prodotto stia influenzando l’industria del risparmio gestito.
Il mercato dell’asset management sta diventando sempre più competitivo. Rispetto a un tempo, c’è una maggiore attenzione del rapporto qualità-prezzo nella scelta del prodotto. Naturalmente le ragioni sono da ricercare sia nella normativa MiFID II, ma anche nella diffusione dei prodotti a gestione passiva. A tal proposito abbiamo intervistato Andrea Passoni, responsabile Unit di Eurovita.
Il 2018 è stato un anno molto difficile per gli asset manager. Pochi sono riusciti a dare un valore aggiunto alla gestione. Il 2019 invece, si è distinto per una ricerca attiva più consistente che ha permesso di ottenere extraperformance rispetto ai benchmark dichiarati dal mandato. “Rimane un mercato molto concorrenziale ed è sempre più difficile per i gestori rimanere nel primo quartile o decile di riferimento”, spiega Passoni. “Attenzione però, non bisogna focalizzarsi troppo sul breve periodo, ma è necessario conoscere molto bene la strategia del fondo, i risultati devono essere contestualizzati al momento di mercato, e all’obiettivo di medio lungo periodo”.
Eurovita fa uso di diverse soluzioni in investimento, dalle più tradizionali a benchmark a quelle alternative. “Con strategie alternative non intendiamo hedge fund, ma soluzioni che permettono di decorrelare il portafoglio dai mercati tradizionali, come possono essere fondi bilanciati, flessibili, long short o approcci più quantitativi, smart beta”, specifica il manager. “Abbiamo anche strategie più illiquide all’interno delle gestioni separate che investono su private asset, come il private debt, lending o real estate debt”.
L’obiettivo è sempre la ricerca di diversificazione e di extra rendimento, “Abbiamo in piattaforma più di 1500 strumenti tra fondi e ETF che coprono tutte le asset class e le aree geografiche”. Negli ultimi quattro anni, la Compagnia ha sviluppato anche delle unit-linked a controllo volatilità. Queste linee si differenziano dalle tradizionali gestioni direzionali e si fissano una volatilità massima. “Selezioniamo quindi dei fondi che abbiamo dei controlli ex ante di volatilità, di var o pongono come obbiettivo un rendimento atteso annuale”.
Focus sul costo
Eurovita ha sempre fatto uso di strumenti passivi. “Negli ultimi anni non solo abbiamo sviluppato dei modelli di analisi sui costi, ma anche abbiamo potenziato l’informativa per il cliente finale”. Inoltre da sempre la Compagnia restituisce interamente le rebates ai clienti tramite il reinvestimento diretto nello strumento fonte di retrocessione. “Abbiamo notato una riduzione della forbice tra il costo dei prodotti attivi e passivi, difficile che si arrivi a una sovrapposizione, però questo ha permesso di ridurre le spese correnti per il cliente finale per quanto riguarda le soluzioni a gestione attiva”, conclude Passoni.