La community Financ&Youth ha condotto una survey tra i suoi membri per comprendere l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle loro vite professionali. Resta un “condiviso stato di incertezza” su applicazioni e sviluppi futuri.
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Indagare le modalità con cui i giovani professionisti si confrontano con l’intelligenza artificiale (AI) e le potenzialità nell’ambito dei servizi finanziari. È il tema al centro della survery realizzata da Financ&Youth al fine di comprendere dagli stessi membri della community quali impatti si aspettano sulle loro vite professionali, quali aspettative o paure nutrano e come l’intelligenza artificiale possa cambiare la loro quotidianità (oltre alle implicazioni circa la sua affidabilità). Dalle risposte ai 14 interrogativi (somministrati a 70 professionisti di un’età compresa tra i 25 e i 40 anni) emerge un panorama in cui la quasi totalità dei rispondenti ritiene che l’AI possa essere uno strumento di supporto (soprattutto nelle attività a basso valore aggiunto) piuttosto che di sostituzione nello svolgimento delle attività lavorative. Non solo: la maggioranza la considera un aiuto alla carriera, non una minaccia. Basso anche l’impatto rilevato sul fronte dell’output restituito, dato che mostra “un condiviso stato di incertezza” in merito ad applicazioni e possibili sviluppi futuri dell’AI.
Financ&Youth
La ricerca ha coinvolto una parte (ampia) dei componenti di un gruppo nato da una precisa constatazione del mercato e legato al numero di giovani professionisti che si accostano alla professione finanziaria. Financ&Youth è infatti “una community dinamica e in crescita di giovani professionisti nei settori finance, legal e consulting”, spiega Gianluca Rella, co-founder di Financ&Youth a FundsPeople. Rella chiarisce come in diverse occasioni si siano creati “momenti di confronto e scambio, che però trovavano poco spazio a causa dei tempi sempre ristretti”. Da qui “l’intuizione di organizzare dei meetup di networking, permettendo a questi giovani di fare nuove conoscenze e consolidare quelle già create al di fuori dei contesti lavorativi”. L’interesse verso il tema ha portato a strutturare l’iniziativa, allargandola a tutti i giovani professionisti del mondo finance con il coinvolgimento di due professionisti nell’organizzazione: Francesco Placanica, e Filippo La Malfa, entrambi co-founder di Financ&Youth. Oggi la community coinvolge oltre 400 professionisti e professioniste (queste ultime rappresentano il 43% del totale).
Sinergie per supportare la crescita
Obiettivo del progetto, afferma La Malfa è, “creare un ambiente dove connessioni autentiche, sinergie professionali e opportunità esclusive si intreccino per supportare la crescita personale e professionale dei nostri membri”. I membri della community sono professionisti, con età compresa tra i 25 e i 40 anni, che ricoprono una varietà di ruoli in diversi segmenti del settore finanziario e non solo, appartenenti ai più grandi player a livello nazionale e internazionale. “L’asset management, e più in generale il wealth management, è il settore più rappresentato all’interno della community, circa il 73% degli aderenti risponde ai profili quali portfolio manager, fund selector, investment advisor”, prosegue il co-founder indicando come il dato evidenzi il target iniziale di professionisti a cui Financ&Youth si rivolge. “In linea con il percorso di sviluppo intrapreso sono i dati relativi ai settori quali investment banking, private equity, corporate finance, legal e consulting, settori verso i quali la community guarda con grande interesse nell’ottica di apportare valore aggiunto in termini di knowledge sharing, più ampie sinergie lavorative raggiungibili e più industries rappresentate”. L’attività core dell’ultimo anno è stata l’organizzazione di eventi di networking “puntando al rafforzamento delle relazioni tra i membri della community”.
La direzione
Sul fronte obiettivi e sviluppi futuri interviene Placanica nel sottolineare come quello attuale sia “un mondo professionale sempre più interconnesso, dove il valore delle relazioni è fondamentale”. Richiamando i risultati della ricerca, Placanica sottolinea come uno dei risvolti negativi del processo di digitalizzazione sia stato “rendere l’interazione sociale sempre più virtuale, creando un concreto bisogno delle persone di riappropriarsi di momenti di condivisione reale”. In tal senso “Financ&youth vuole diffondere un nuovo spirito di associazionismo tra persone accomunate da percorsi di carriera affini, ponendosi come catalizzatore di opportunità nonché connettore di ambizioni personali e risultati condivisi”. L’obiettivo è, quindi, “diventare un punto di riferimento per i giovani dei settori di appartenenza, creando valore reale non soltanto attraverso attività di networking, ma anche contribuendo, con le nostre idee e la diffusione di conoscenze, allo sviluppo dei settori che rappresentiamo”.