In occasione della tavola rotonda sul private debt abbiamo chiesto agli esperti quali sono le opportunità derivanti dal settore.
Ormai ci siamo. Le Banche centrali stanno per chiudere i rubinetti. Di fronte a questo scenario diventa difficile trovare ancora rendimenti appetibili sul mercato obbligazionario e molti investitori si stanno spingendo verso opportunità d’investimento alternative come il private debt. Funds People ha riunito gli esperti del settore per approfondire quali sono i vantaggi per l’investitore, per le aziende e per il mercato italiano.
“Per gli investitori il rapporto rischio rendimento del debito è molto interessante, soprattutto in questo contesto di mercato in cui il premio al rischio sugli strumenti liquidi non c’è o è poco remunerativo”, spiega Vania Serena, senior fund manager di Finint Investments SGR. “In questo momento è senza dubbio una buona asset class”. Per quanto riguarda gli emittenti è una palestra di education anche per il processo di crescita nei mercati finanziati. “Quello che sicuramente fa bene all’impresa è avere già fatto questa esperienza in confronto di terzi. Anche le stesse banche la vedono in modo positivo”.
Il private debt ha un approccio sartoriale, spiega Daniele Colantonio, partner e responsabile dell’area marketing e sviluppo prodotti di Anthilia SGR: “Rispetto alla banca, il fondo di private debt ha maggiore libertà di quest'ultima nel proporre customizzazioni. I fondi organizzano finanziamenti "tailor made", costruiti su un paino di ammortamento personalizzato ad uno specifico business plan. L'SGR gestisce una numerosità di impieghi contenuta rispetto alla banca, e ciò conferisce maggiore flessibilità nell'approccio al credito. Questo piace agli imprenditori ed è coerente con lo sviluppo dei flussi di cassa del fondo”.
Bisogna considerare che l’investimento in private debt “consente una diversificazione degli investimenti, flussi cedolari prevedibili e significativi e consente d’investire nell’economia reale”, spiega Giovanni Scrofani, responsabile minibond di Zenit SGR. “Questa asset class permette di uscire dalle solite dinamiche di mercato e aumentare lo standing verso tutti gli stakeholders (incluso il mondo bancario e la propria clientela)".
Secondo Francesco Franchini, responsabile private debt di Ver Capital SGR, “Dobbiamo considerare che il private debt ha un basso tasso di default e offre bassa volatilità degli investimenti in portafoglio e, quindi del NAV. Questa asset class offre minor invasività di altre forme di finanziamento private (come ad esempio il private equity) sia nella strutturazione sia nella gestione, non intervenendo nella governance aziendale, e inoltre offre la possibilità di estendere la maturity del debito con strumenti bullet o con rimborso del capitale concentrato verso la scadenza”.
Gli investitori, quindi, si stanno pian piano avvicinando agli investimenti alternativi non solo perché offrono spread interessanti. “Tanti parlano del rischio liquidità di un fondo di private debt, ma pochi sottolineano che uno strumento molto liquido è generalmente sensibile ed in qualche modo correlato al rischio mercato”, fa notare Daniele Colantonio. “È chiaro che se la crisi finanziaria assumesse le dimensioni del 2008, coinvolgerebbe anche il mondo non quotato, ma ciò non è vero in casi di turbolenze ‘irrazionali’ o momentanee”.