La Cina ha mantenuto la sua posizione di maggiore esportatore globale, riducendo al contempo la sua dipendenza commerciale dai mercati sviluppati, e anche l’Europa, a causa dei dazi Usa, dovrà cercare nuovi mercati di sbocco.
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L'Asia si conferma il cuore pulsante dell'economia globale grazie alla straordinaria crescita dei mercati emergenti, che uniscono dinamismo economico, innovazione tecnologica e una popolazione giovane in costante espansione. Paesi come la Cina, ormai una potenza consolidata, e l’India, con il suo impressionante tasso di sviluppo, si affiancano a nazioni come Vietnam e Indonesia, che stanno rapidamente guadagnando terreno grazie a riforme strutturali, costi di produzione competitivi e un progressivo inserimento nelle catene del valore globali. La crescente classe media della regione alimenta una domanda interna sempre più robusta, che attira flussi di investimenti internazionali e rafforza il ruolo strategico dell’Asia nel definire le dinamiche economiche globali del futuro. Negli ultimi mesi, i mercati emergenti sono stati messi sotto pressione dall'aumento dei rendimenti statunitensi, dal dollaro forte e dalla prospettiva di un calo del commercio globale a causa dei dazi. “Tuttavia, continueremo a evidenziare le opportunità su base relativa”, spiega Mark Dowding, fixed income CIO, RBC BlueBay AM.
E sempre a causa dei dazi, anche l’Unione Europea dovrà necessariamente aumentare le esportazioni al di fuori degli Stati Uniti, cercando nuovi mercati di sbocco. “Uno di questi mercati potrebbe essere la Cina, dove il governo di Xi Jin Ping sta cercando di rilanciare l’economia e i mercati azionari con un piano monstre, seppur la comunicazione continui a essere debole”, spiega Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management.
China Exports
Un potenziale rilancio
Secondo Man Group, la vittoria di Trump può innescare un rilancio del mercato asiatico. Secondo il gestore, Trump aveva già aumentato i dazi con il suo primo mandato e la Cina, in risposta a un contesto commerciale più complesso, dal 2018 ha diversificato strategicamente le sue esportazioni dagli Stati Uniti e da altri mercati sviluppati, aumentando la sua quota nei Mercati emergenti. “Di conseguenza, la Cina ha mantenuto la sua posizione di maggiore esportatore globale, riducendo al contempo la sua dipendenza dai mercati sviluppati. “Riteniamo comunque che il resto dell'Asia sia in grado di resistere a un aumento dei dazi del 10%, in quanto una parte di questi sarà compensata da migliori condizioni commerciali”, commentano Christina Bastin, Portfolio Manager, Asia Credit team e Ricky Mui, Analyst, Asia Credit team.
Dividendi
In Cina, India e Singapore sono stati pagati dividendi record nel trimestre. “La maggior parte della crescita in Cina è derivata da Alibaba, che per la prima volta quest'anno sta distribuendo dividendi agli azionisti, mentre in India si è riscontrata la forte crescita di un'ampia gamma di società”, spiega Jane Shoemake, client portfolio manager del team Global Equity Income di Janus Henderson. In un trimestre stagionalmente importante per la regione, le remunerazioni dell'Asia-Pacifico, escluso il Giappone, sono state nettamente inferiori, trascinate dalla debolezza di Australia, Hong Kong e Taiwan. “Singapore ha invertito la tendenza grazie ai forti dividendi delle sue banche”. Dal punto di vista settoriale, le banche e le società media hanno dato il maggior contributo alla crescita, mentre i settori minerario e dei trasporti hanno avuto il maggior impatto negativo.