Se anche Generali scende in campo per Pioneer

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Nazionale Calcio, Creative Commons, Flickr

La risposta univoca è  un irremovibile “no comment”. Sia dai piani alti di Unicredit che da Pioneer Investement non ci si sbilancia, né per confermare nè  per smentire. Eppure, secondo le prime indiscrezioni, sul tavolo della banca guidata da Jean Pierre Mustier ci sarebbero già sette od otto offerte non vincolanti per l’acquisizione di uno dei più grandi asset management nazionale.

Per Pioneer si sarebbero fatti avanti manifestazioni d’interesse diversi big internazionali, come Amundi, Allianz, Axa, Macquarie, Natixis e Aberdeen. Tra i player italiani, invece, si confermano i rumors di una cordata guidata da Poste Italiane, con Anima SGR e Cassa depositi e prestiti. Il gruppo di Francesco Caio potrebbe investire fino a 1,5 miliardi per il 50% della società, diventando così la terza società italiana per asset gestiti, dopo Eurizon e Generali.

A presentare l’offerta però, i cui termini scadevano lunedì sera, ci sarebbe proprio anche Generali, anche se il “no comment” vige anche per la compagnia assicurativa guidata da Philippe Donnet. Ad apprezzare particolarmente la mossa del gruppo sono stati gli analisti di Mediobanca Securities (rating outperform e target price a 14,5 euro), che hanno dichiarato di prendere in seria considerazione la direzione presa dalla società, anche se è ancora presto per determinare chi sarà il vincitore. “Crediamo che Generali, così come ha indicato anche il management a suo tempo, debba porsi come obiettivo accordi nel ramo infortuni e sinistri (P&C, ndr) e/o nel segmento di raccolta e gestione di asset, questo per bilanciare il suo portafoglio di business verso settori a base tariffaria”, hanno commentato gli esperti, aggiungendo che Pioneer potrebbe giocare un ruolo importante in questo senso.

Nel frattempo, i vertici di Generali  hanno partecipato a un roadshow con gli analisti di Banca Imi (rating add e target price a 16 euro), incontro dove il settore m&a ha trovato posto tra i maggiori spunti di discussione, insieme agli obiettivi del periodo 2015-2018, le nuove prospettive strategiche e la digitalizzazione. Negli ultimi tempi, infatti, oltre a Pioneer, altri due nomi sono stati affiancati alla compagnia friulana, primo tra tutti Axa, la fusione con la quale è stata recentemente smentita dall’ad Donnet, e, successivamente, FinecoBank, altro gioiello nel portfolio di Piazza Gae Aulenti. Tuttavia, questa ipotesi era stata scartata dagli esperti, con Banca Imi che aveva definito un accordo tra le due parti come “troppo complesso e di limitata potenzialità a livello sinergico a causa di due modelli di business troppo differenti e adatti alle singole società, che mostrano strutture operative già di per sé efficienti”.

Tornando a Piazza Gae Aulenti, l’obiettivo della banca, da tempo sotto i riflettori, soprattutto dopo aver chiuso i rapporti con gli spagnoli del Santader AM, è di ottenere almeno 3 miliardi di euro per aumentare così il Cet1 ratio di 50-60 punti base, il che significherebbe un rafforzamento patrimoniale di 2/2,5 miliardi di euro.