PIR, le novità nella Legge di Bilancio

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Morgan Housel, Unsplash

Salgono le soglie per l’investimento nei PIR, i Piani di risparmio individuali introdotti nel nostro ordinamento nel 2017. Il percorso normativo che in cinque anni ha interessato questi prodotti vede una novità nella Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234) con un innalzamento dei limiti di investimento a 40 mila euro annui e 200 mila complessivi dalle precedenti soglie indicate rispettivamente in 30 mila e 150 mila. Una mossa attesa e motivata dalla spinta del governo a veicolare i risparmi di lungo periodo degli italiani verso gli investimenti in economia reale. Come noto, infatti, il termine di lungo periodo è legato al periodo minimo di detenzione di cinque anni di tali strumenti per godere del beneficio fiscale dettato dal regime di non imponibilità, ossia di esenzione dei redditi di natura finanziaria per gli investimenti in imprese italiane, europee o estere radicate in Italia (e appartenenti allo spazio economico europeo).

Novità per i PIR Alternativi

La Legge di Bilancio non è intervenuta esclusivamente sui cosiddetti PIR tradizionali, ma anche su quelli alternativi (i PIR-PMI), introdotti nel 2020 con il cosiddetto “Decreto Rilancio” per incentivare l’afflusso di risorse alle imprese, non solo in “capitale di rischio” ma anche in “capitale di debito”. Per i PIR alternativi resta ferma la soglia di investimento massima di 300 mila euro annuali e 1,5 milioni nel quinquennio, ma sarà possibile detenere più di un prodotto e sarà esteso per i PIR costituiti nell’anno solare 2022 il credito d’imposta per le minusvalenze per un ammontare non superiore al 10% (dal precedente 20%) utilizzabile in un periodo di 15 anni (e non più dieci). “La possibilità di detenere più di un PIR rappresenta a nostro avviso una novità molto positiva per una maggior diffusione e diversificazione dei prodotti” ha commentato Luigi de Bellis, co-responsabile Ufficio Studi Equita. “Il potenziamento dei PIR tradizionali può allargare leggermente l'universo degli investitori potenzialmente interessati al prodotto. Riteniamo che gli incentivi fiscali (esenzione fiscale in certe condizioni) portati dai PIR Alternativi continuano a essere una formidabile opportunità di investimento per i risparmiatori e di raccolta di capitale per la crescita delle PMI domestiche”.

Proroga del credito d’imposta per le PMI

Un’ultima novità riguarderà le PMI che si quotano in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione. Per le PMI è previsto un credito di imposta (del 50% dei costi di consulenza sostenuti per l'IPO utilizzabile in compensazione a decorrere dal periodo d'imposta successivo alla quotazione) con un tetto a 200 mila euro (in precedenza erano 500 mila) e un plafond di 5 milioni (dai 30 milioni previsti nel triennio precedente).  Anche questa notizia è stata salutata con favore da de Bellis “Notizia positiva anche la proroga degli incentivi per le IPO che hanno rappresentato un sostegno importante negli ultimi anni per la raccolta di capitali e quotazioni di PMI italiane su Euronext Growth Milan (ex AIM) nonostante un plafond ridotto rispetto al passato”.

Le norme sono entrate in vigore il 1° gennaio di quest’anno.