Un’analisi differente, in cui il processo di selezione non è determinato dall’alto ma dalle caratteristiche intrinseche del fondo che si va a esaminare, differenziando in maniera netta tra fondi armonizzati Ucits e alternativi. “Distinguiamo tutte le attività propedeutiche alla selezione finale della strategia in due direttrici: una riguarda i fondi OICR armonizzati e la seconda gli OICR non armonizzati, i FIA”. A tracciare una linea netta tra i prodotti è Danilo Pone, chief investment officer dell’Ente nazionale previdenza assistenza biologi (Enpab). Raggiunto da FundsPeople presso la sede romana dell’Ente l’esperto sottolinea come alla base della distinzione su cui poggia l’attività di fund selection, vi sia la necessità di creare peer group omogenei per asset class. Si tratta, afferma Pone, di un’attività già di per sé “complessa nel mondo degli OICR”, e le complessità aumentano quando ci si sposta sui fondi di investimento alternativi.
Pone (Enpab): “Le caratteristiche del fondo guidano il processo di selezione”
Un modello di selezione capillare, dunque, che si affida all’esperienza di due professionisti. Oltre a Pone, che arriva da una formazione di tipo quantitativo (tanto da aver sviluppato, in collaborazione con l'Università di Siena, il modello proprietario della asset allocation strategica), l’Ente si è dotato anche di un profilo che arriva dal mondo della consulenza finanziaria, Gennaro Esposito, financial analyst. “L’intuizione – afferma il CIO – è stata coniugare le competenze dal punto di vista quantitativo, all’esperienza dell’asset allocation legata al mondo della consulenza”.
1/4Sul fronte Ucits la cassa utilizza un sistema di fund selection, “sia per la parte gestita attivamente sia per la componente passiva”, con focus geografico europeo e globale. Per quanto riguarda la gestione attiva, “il processo di selezione propedeutico all’allocation è ‘top down’ – afferma Pone –. La parte ‘top’ è riferita alle asset class target su cui ci si vuole focalizzare e all’area geografica di interesse, successivamente la strategia si definisce in base alle soglie di allocazione tattica/strategica che si vuole intraprendere”. Una volta individuate strategia, asset class e area geografica di interesse si procede con la selezione e, nel processo di fund selection adottato da Enpab, analisi quantitativa e analisi qualitativa procedono in parallelo.
“Per noi gli aspetti qualitativi, come ad esempio tutto ciò che riguarda la due diligence della SGR, del gestore e del team di gestione sono componenti fondamentali per la buona riuscita dell’investimento”. “La qualità di un veicolo dipende anche da chi è messo alla guida”, rimarca l’esperto indicando, a questo proposito, la centralità dell’asset manager nel processo di selezione. Per la gestione passiva invece si ci si muove in un altro ambito, dal momento che in questa sede prevale la componente di analisi quantitativa, mentre quella qualitativa “mette il focus sulla SGR più che sul singolo gestore”.
2/4Più nel dettaglio della componente quantitativa, il team si affida a un modello interno: “Si definiscono dei parametri intesi come ‘risk-adjusted performance’ da inserire all'interno del software che utilizziamo per questo tipo di attività, il processo prevede la definizione di una classifica in termini di quartili e, automaticamente, il team di selezione crea una short list di prodotti nell'ambito della quale fa ricadere la scelta. Ovviamente non sfugge anche un’analisi dei costi del veicolo (indipendentemente dal fatto che si tratti di gestione attiva o passiva), in modo tale da poter avere una panoramica delle specificità, sia dal punto di vista anagrafico della SGR e del gestore o team, sia in merito a quello che ci si attende dal punto di vista dei costi e dei meccanismi di funzionamento sottostanti al veicolo”. Emerge, ancora una volta, l’importanza del track record (non inferiore ai tre anni) non soltanto del fondo ma anche del gestore e del team di gestione. “Il consolidamento dell’attività svolta a livello gestorio in termini di anni trascorsi insieme conferma che il progetto di investimento si basa su fondamenta solide, anche dal punto di vista relazionale”.
3/4E si muove su fondamenta solide anche la selezione dei fondi alternativi avviata dall’ente già nel 2011. In questi anni Enpab, “ha maturato un buon track record nell'analisi di questa tipologia di strumenti”, prevedendo una due diligence “di tipo rafforzato nella misura in cui l’illiquidità di questi prodotti fa sì che l'attenzione dal punto di vista quali-quantitativo debba essere posta ai massimi livelli”, sottolinea il CIO indicando come l’ente si sia dotato di un due diligence questionnaire ad hoc per la componente alternativa e sviluppi le analisi qualitative “anche attraverso la raccolta di informazioni personali dei gestori, curriculum e storia lavorativa, con l’indicazione delle migliori e delle peggiori operazioni maturate nel percorso professionale del gestore o del team di gestione, e quali le attività intraprese per fronte a questi eventi”.
La richiesta, ricorda Pone, è centrale per la selezione, dal momento che “il valore di un team di gestione emerge nei momenti critici”. In tal senso, il 2018 è stato un banco di prova importante, “ma non di meno il 2022 e quello che ci attendiamo nel 2023, soprattutto per la componente alternativa illiquida, a seguito del mutamento di tassi di interesse”. Per approfondire il tema con un livello di analisi ancora maggiore, “nel 2020 definimmo una ‘liquidity room’ nell'ambito della quale facemmo specifiche analisi in merito ai livelli di liquidità sottostante a questa tipologia di prodotti, per definizione illiquidi”. Il processo è stato riproposto anche nel 2022 e nel 2023. “Abbiamo anche sviluppato un sistema di reportistica interna – conclude Pone – in modo da poter valutare i fondi illiquidi tramite metriche personalizzate in funzione di quelle che sono le esigenze di analisi del team”.
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