Pozzi (M&G Investments): “Gestire la liquidità per un ingresso progressivo nelle aree più interessanti tra cui il credito europeo”

Manuel Pozzi, Investment Director, M&G Investments
Manuel Pozzi, investment director, M&G Investments

Recessione inevitabile causata dalle misure di contenimento del contagio applicate nelle principali economie mondiali, crollo dei listini e tensioni politiche a livello europeo e mondiale. Il contesto di investimento si presenta denso di problematiche la cui gestione presuppone la ponderazione delle risposte emotive e un affidamento alla capacità di analisi fondamentale.

“Siamo di fronte ad un’emergenza che genera molti interrogativi”, chiarisce immediatamente Manuel Pozzi, direttore investimenti di M&G Investments, “come individui, come società e come operatori dei mercati finanziari”.

Quanto sarà brusco il calo dell’economia mondiale?

“Il drastico lockdown in atto in molte delle economie sviluppate fa propendere gli economisti per una futura recessione che per ora è vista di forte intensità ma anche di breve durata”, fa notare Pozzi che richiama le stime OCSE di marzo che prevedono un rallentamento massimo del 2,9% a livello globale. “L’estendersi dei provvedimenti sulle restrizioni al movimento di beni e individui fa propendere per effetti molto più marcati , anche se di durata relativamente limitata. Un confronto con i dati cinesi di febbraio, che hanno registrato cali nell’ordine tra il 20% e il 30% anno su anno, rafforza le ipotesi più pessimistiche”, dichiara.

Non manca però una certa dose di ottimismo sulla morfologia della ripresa. “L’azione delle banche centrali, con taglio dei tassi, programmi di QE, linee di credito speciali per le banche e iniezioni di liquidità, forniranno supporto nel momento in cui i consumi potranno tornare alla normalità. Anche i governi si muovono con strumenti di sostegno, tra cui l’enorme piano statunitense da 2.000 miliardi di dollari. La recessione è inevitabile ma le misure di politica fiscale e monetaria servono perché sia possibile una ripresa a “V” e un ritorno alla normalità”, commenta Pozzi sul punto.

Il crollo dei mercati

La ripida discesa dei mercati verificatasi nelle ultime settimane ha lasciato cicatrici tra gli investitori. In modo particolare per la rapidità con cui è avvenuta. Crolli tra il 20% e il 50% si sono verificati, infatti, per almeno quattro volte negli ultimi 20 anni, ma in un arco temporale compreso tra 6 e 26 mesi. Questa volta tutto è accaduto in meno di un mese. “Quando ci chiediamo se il grosso del calo sia già avvenuto o meno dobbiamo tenere in considerazione il fatto che è tipico che i mercati scontino in anticipo lo scenario recessivo iniziando la risalita prima dell’effettiva ripresa”, sottolinea Pozzi che invita ad andare più in profondità per iniziare a pensare a quanto accaduto in ottica di investimento. “I movimenti più importanti si sono visti sui bond”, analizza. “I titoli governativi hanno toccato nuovi minimi storici di rendimento. Non era mai successo, ad esempio, che il rendimento dei titoli a lunga scadenza scendesse molto sotto il 2%. Anche i corporate bond si sono mossi in modo molto significativo. Lo spread dei corporate investment grade e dell’high yield è triplicato in poche settimane arrivando a valutazioni che ci sembrano particolarmente interessanti, come di rado si è visto nell’ultimo decennio”.

I fondi multi-asset M&G con Marchio Funds People

I fondi multi-asset M&G (Lux) Dynamic Allocation Fund e M&G (Lux) Conservative Allocation Fund, entrambi prodotti con rating Blockbuster Funds People, sono impegnati nell’attuale scenario nello sfruttare delle valutazioni di mercato in modo graduale. “Il team di gestione è in questo momento focalizzato sugli asset in grado di fornire diversificazione rispetto alle aree di mercato in cui si trovava maggiormente esposto all’inizio della correzione, come azionario e bond emergenti”, rivela Pozzi. “Per questo sono state aggiunte esposizioni al credito tramite l’acquisto di titoli societari investment grade e high yield, in particolare tramite indici europei. L’esclusione degli Stati Uniti in quest’ultimo caso è determinata dalla volontà di evitare il settore energetico”, prosegue.

“In secondo luogo è stato deciso di acquistare Treasuries legati all’inflazione con scadenze molto lunghe. Questi stanno prezzando un’inflazione intorno all’1% per sempre. Solitamente i tassi di breakeven di questi titoli sono stati tra il 2 e il 2,5% e potrebbero benissimo tornare a quei livelli al termine della crisi.

“Da ultimo”, chiarisce Pozzi relativamente alla strategia complessiva dei fondi gestiti da Juan Nevado, “abbiamo iniziato a comprare un po’ di azionario partendo dalle aree che sono state colpite maggiormente come i titoli minerari e i mercati europei per poi aggiungere anche un po’ di Stati Uniti. Inoltre manteniamo una notevole dose di liquidità investibile nei nostri portafogli che utilizzeremo gradualmente, in base a come si svilupperanno le valutazioni e i fondamentali”, conclude.