Nel futuro, aggregazioni e nuovi fondi non tradizionali. Lo scenario dell'ad Scordino, che fa il bilancio degli ultimi 24 mesi.
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Nove fondi in più e oltre un miliardo di euro di nuove masse gestite per Prelios SGR, che guarda al processo di aggregazione delle società di gestione e s'interroga sul futuro dell'area Expo. A tracciare il bilancio degli ultimi due anni del gruppo, partecipato al 90% da Prelios e al restante 10% da Intesa Sanpaolo, è l'amministratore delegato Paolo Scordino (nella foto) che ha spiegato che la società, negli ultimi 24 mesi, ha consolidato e rafforzato il proprio posizionamento, crescendo più che proporzionalmente rispetto al mercato di riferimento.
Fra i risultati conseguiti nell'ultimo biennio non si possono dimenticare: l'inserimento di circa 30 nuovi investitori istituzionali, che ha permesso al gruppo di ampliare la base di clientela istituzionale, fino a raggiungere un numero complessivo di circa 140 investitori, tra italiani ed esteri; l'estensione della vita media dei fondi grazie al lancio di nuovi prodotti con una durata più lunga e un profilo di indebitamento più basso e il raggiungimento, a fine giugno 2015, di 3,4 miliardi di euro di masse in gestione, con un portafoglio di 28 fondi immobiliari. Attualmente, i fondi di Prelios SGR hanno, infatti, tutti durata molto lunga, e comunque non inferiore ai 10 anni.
Quanto ai progetti per i prossimi anni, interpellato sull'area destinata attualmente all'Expo, Scordino ha risposto: “Stiamo facendo un po' di riflessioni. È sicuramente un'area che desta grande attenzione, dove una destinazione pubblica potrebbe avere una logica”. L'AD ha invece escluso un'ipotesi di quotazione sul modello della Siiq, mentre per quanto riguarda il futuro delle SGR, Scordino ha spiegato che in Italia “si andrà verso un progetto di aggregazione” e che loro parteciperanno a questo processo. “Ne abbiamo guardati tanti di soggetti e credo che coinvolgeremo qualcuno”, ha dichiarato il numero uno di Prelios SGR, sottolineando però che nelle acquisizioni “ci sono molte complessità” e che “è più facile la compravendita di un ramo d'azienda o il trasferimento di fondi”. In questo momento, ha proseguito Scordino, “le SGR più piccole soffrono di più e se hanno meno di due miliardi di euro di asset under management non sono efficienti”.
Sviluppo degli asset e nuovi fondi
Nel prossimo biennio, il management punta poi sullo sviluppo degli asset under management, anche attraverso il lancio di nuovi fondi che investono in settori innovativi. “Le prospettive di crescita futura si focalizzeranno non solo nell'ambito dei fondi immobiliari tradizionali, ma anche nell'ambito di fondi non tradizionali, quali quelli dedicati all'edilizia scolastica, all'efficientamento energetico, al social housing, ai patrimoni agricoli, agli attivi problematici bancari e quelli ad alto contenuto tecnologico e scientifico”, ha spiegato Andrea Cornetti, chief investment officer del gruppo, dettagliando ulteriormente quanto aveva anticipato il 2 settembre a FundsPeople. In quell'occasione Cornetti aveva, infatti, detto che la società aveva in programma il lancio di almeno un paio di nuovi fondi immobiliari, per investitori istituzionali italiani ed esteri, che investiranno in settori innovativi. E ora si apprende che i nuovi progetti che Prelios ha allo studio consentiranno di perseguire finalità sociali, di sostenibilità ambientale e di riqualificazione del territorio. Il riferimento va al fondo Pai (Parchi Agricoli Italiani), il fondo avviato un anno e messo fa da Prelios SGR per gestire l'iniziativa del Centro Agroalimentare di Bologna F.I.CO (acronimo che sta per Fabbrica Italiana Contadina), che porterà alla creazione, nella città di Bologna, di un complesso dedicato alle eccellenze dell’enogastronomia italiana e a tutta la filiera produttiva agroalimentare.