Il private equity italiano “nel secondo semestre del 2022, secondo quanto emerso dalla quarantunesima edizione della ‘Deloitte Private Equity Survey’, è andato piuttosto bene e ha registrato un numero di deal veramente eccezionale. L’orizzonte futuro apparirebbe, quindi, roseo”, conferma Stella Giovannoli, a capo dell'Area finanza e della gestione patrimonio mobiliare della Cassa Nazionale del Notariato. “Ma i fattori di rischio restano molteplici e in questo contesto di alti tassi ed alta inflazione (oltre a rischi generali di recessione) gli operatori si stanno orientando sempre più su di un approccio prudenziale sorretto da maggiori disponibilità liquide, con un più cauto utilizzo della leva finanziaria, anche a seguito del rialzo dei tassi di interesse”, aggiunge Giovannoli, sottolineando l’importanza di un attento monitoraggio dei rischi. “Gli operatori, inoltre, sembrano voler allungare il proprio orizzonte temporale focalizzandosi sul lancio di fondi orientati sempre più sul fronte della sostenibilità. Il nostro faro è comunque sempre l’attento e costante monitoraggio del portafoglio e del mercato oltre all’implementazione dell’asset allocation strategica e tattica, che ci permette chiaramente di definire il nostro obiettivo di rischio-rendimento. Il nostro obiettivo finale, infatti, è la copertura delle passività previdenziali dell'ente: non dobbiamo dimenticare che la nostra missione non è generare il massimo rendimento, ma ottenere un rendimento congruo ed allineato al nostro profilo di rischio, con l’obiettivo di assicurare il pagamento delle prestazioni previdenziali future dei nostri associati”, conclude Giovannoli.
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