Secondo David Maréchal del Gruppo Pictet rappresentano un'alternativa interessante ai tradizionali veicoli utilizzati nel settore. Accesso diretto a società di alta qualità e tempi più rapidi dell’impiego dei capitali tra i principali vantaggi.
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Il mercato del private equity (PE) è in piena espansione. Le masse in gestione delle attività di PE a livello globale hanno raggiunto i 5.300 miliardi di dollari e, secondo Preqin, sono sulla buona strada per vedere più che raddoppiati i volumi a 11.100 miliardi di dollari entro il 2026.
“Per i suoi sostenitori, il PE offre la prospettiva di rendimenti più elevati e benefici di diversificazione”, fa notare David Maréchal, deputy head of PE & co-head of Europe del Gruppo Pictet. “I suoi detrattori, invece, sottolineano come tutto questo abbia un prezzo: commissioni elevate, scarsa trasparenza, lunghi ritardi prima che il denaro venga redistribuito e prima che gli investimenti inizino ad essere redditizi”, aggiunge.
Co-investimenti, i benefici
Tuttavia c'è un'area del PE dove questi fattori non sono così rilevanti: i co-investimenti. “Attraverso questa struttura, i fondi di private equity (noti come general partner o GP) offrono a investitori selezionati (limited partner o LP) l'opportunità di investire direttamente al loro fianco in una specifica operazione”, spiega Maréchal. “Negli ultimi due decenni, i fondi di co-investimento hanno raccolto oltre 175 miliardi di dollari e ci aspettiamo che continuino a crescere di pari passo con l’espansione del PE”, dice.
Secondo l’esperto di Pictet per i GP il principale vantaggio del co-investimento è la capacità di investire quote maggiori in aziende che considerano interessanti: spesso, infatti, i GP sono spesso soggetti a limiti di concentrazione che riducono l’ammontare dei capitali che possono essere investiti in una singola azienda.
Per quanto riguarda gli LP uno dei vantaggi chiave del co-investimento è l'accesso diretto a società private di alta qualità. Piuttosto che investire in centinaia di aziende attraverso un veicolo di fondi di fondi, una strategia di co-investimento è molto più focalizzata (tipicamente in 25-30 aziende), pur mantenendo un'adeguata diversificazione tra GP, paesi e settori.
Un altro vantaggio messo in luce dall’esperto è il fatto che i co-investimenti sono investiti molto più rapidamente (di solito in due o tre anni) rispetto ai tradizionali fondi di fondi PE, che possono richiedere sei o sette anni per raggiungere l'investimento completo. “Un impiego dei fondi più rapido può aiutare a mitigare il problema rappresentato dalla curva a J, o la tendenza degli investimenti in PE a generare perdite di capitale nei primi anni prima di generare profitti”, afferma Maréchal. “Questo aspetto è confermato dall’esperienza trentennale di co-investimenti del Gruppo Pictet”, dichiara.
Infine, il rendimento netto è favorito dal fatto che i GP offrono in genere co-investimenti esenti dalle consuete commissioni di gestione (1,5-2,0%) e di performance (20%) e questo aspetto è significativo in una asset class nota per le sue commissioni elevate.
“Tuttavia le opportunità di co-investimento più interessanti non sono sempre facilmente accessibili”, ammette Maréchal. “I GP tendono coinvolgere nelle operazioni solo i loro partner più fidati. Gli LP, d’altro canto, hanno bisogno di molta esperienza e competenza per valutare le operazioni e svolgere le due diligence”, continua. “Per la maggior parte degli investitori, quindi, questa strada è effettivamente preclusa, a meno che non optino per un fondo di co-investimento”, afferma.
“I fondi di co-investimento sono gestiti da gestori che hanno stretti rapporti con i GP e sfruttano queste relazioni per identificare operazioni che, poi, esaminano a fondo con l'aiuto di specialisti del settore prima di includere le migliori in un portafoglio di co-investimento per i clienti”, dice Maréchal. “Gli investitori finali possono così accedere a investimenti di elevata qualità a commissioni complessivamente contenute e con tempi di investimento più brevi rispetto a un fondo di fondi PE”, conclude.
Selezionare le opportunità
Si tratta chiaramente di un approccio opportunistico bottom-up, ma la ricchezza di opportunità aiuta la diversificazione di portafoglio tra regioni e settori. “Dal punto di vista geografico, le opportunità più interessanti si trovano in Nord America, Europa e, in misura minore ma crescente, in Asia, in particolare in Cina, mentre i settori che offrono il maggior potenziale sono, a nostro avviso, i servizi, i beni di consumo, l’healthcare e la tecnologia”, analizza l’esperto.
“Prediligiamo società a bassa intensità di capitale, che sono più agili delle aziende che richiedono elevati investimenti”, continua. “Anche la selezione di aziende leader di mercato che godono del potere di determinazione dei prezzi è una considerazione importante, in particolare nell'attuale contesto di aumento dell'inflazione”, evidenzia.
“È inoltre importante diversificare tra diversi tipi di strategie di PE, bilanciando le operazioni di buyout meno rischiose (aziende mature con flussi di cassa positivi, spesso leader nei propri settori id riferimento) con alcuni investimenti growth e venture (che si rivolgono ad aziende più giovani, i cui prodotti non sono ancora riconosciuti dal mercato)”, spiega Maréchal.
Per tutti questi motivi nel complesso, secondo l’esperto di Pictet, il co-investimento rappresenta un’opzione interessante e opportunistica per integrare un portafoglio diversificato, accanto ad altri investimenti di private equity.