Un’asset class relativamente nuova e ancora poco conosciuta, ma dal grande potenziale. Trae vantaggio da un cambiamento strutturale nel panorama finanziario: le aziende si quotano sui mercati pubblici sempre più tardi, con una conseguente concentrazione di valore nelle fasi più avanzate dei mercati privati. È il caso del Private Growth Equity, un segmento dalle significative prospettive di crescita in cui Baillie Gifford investe sin dal 2012, quando questo mercato era ancora agli inizi. “Nel 1997 Amazon si è quotata con una capitalizzazione di 450 milioni di dollari. Ma l’Amazon di oggi non si quoterebbe in quella fase. SpaceX, ad esempio, è attualmente valutata circa 350 miliardi di dollari, ma è ancora privata”, spiega Peter Singlehurst, Head of Private Companies presso Baillie Gifford, storica società di investimento indipendente fondata oltre un secolo fa a Edimburgo, la cui missione è individuare le aziende più innovative (quotate o private) capaci di crescere e generare rendimenti nel lungo periodo per gli investitori.
Private Growth Equity: ecco perché secondo Baillie Gifford questa asset class non va sottovalutata

Peter Singlehurst, immagine concessa (Baillie Gifford)
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