Private markets cruciali per la transizione verso un mondo sostenibile

Green Energy News
American Public Power Association (Unsplash)

Serve una risposta urgente per rispettare l'obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Con un’azione congiunta che chiama in causa tutti: dai grandi gruppi aziendali globali, ai governi fino al settore privato degli investimenti. “Il processo di limitazione delle emissioni deve essere accelerato, di questo passo il mondo si sta dirigendo verso un riscaldamento di 2,4°C con gli attuali obiettivi per il 2030”, avverte Francesco Taddei, Sales & Key Account manager di Carbonsink, società di consulenza leader in Italia per lo sviluppo di strategie climatiche. L’esperto è intervenuto assieme a Lorenzo Scarselli, head of Wealth Italia di BlackRock, Monica Marzinotto, Private Markets – Product Strategy advisor di Bnp Paribas Asset Management e Giampaolo Giannelli, Global Client Group vice president di Nuveen a una conferenza dal titolo “Effetto private markets: ritorno alla natura (per il pianeta)” in programma nell’ultima edizione del Salone SRI che si è svolto a Milano.

Fondamentale il ruolo degli asset manager

Se per quanto riguarda i mercati quotati il fenomeno ESG è maggiormente conosciuto, nel mondo dei mercati privati è in crescita e i margini di sviluppo e le opportunità di investimento sono considerevoli. Ed è in questo spazio che si inserisce l’azione degli asset manager, indispensabile per indirizzare i capitali verso lo sviluppo sostenibile. “L’obiettivo della nostra casa di gestione è di arrivare a zero emissioni entro il 2050, abbiamo un focus sul cambiamento climatico e i rischi ambientali, che sono cruciali per l’umanità per gli anni a venire”, ha esordito Marzinotto. “Con questa consapevolezza abbiamo definito dei passi da compiere concreti che andremo poi a misurare. Al tempo stesso lavoriamo sulla stewardship: assieme a nostri investitori definiamo una mappa degli investimenti che sia allineata alla loro strategia net zero”, ha continuato Marzinotto che ha aggiunto: “È un compito arduo quello di limitare a 1,5 °C l'aumento della temperatura globale. La nostra sfida in quanto asset manager è di capire come alzare l’asticella della sostenibilità, perché è importante che tutto il sistema si adoperi verso questo scopo”, ha detto. “Per questo motivo”, spiega l’esperta di Bnp Paribas AM, “i mercati privati e il capitale naturale nella nostra gamma prodotto avranno un ruolo fondamentale, con una particolare attenzione per gli investimenti forestali e una consistente possibilità di produrre una trasformazione positiva per il pianeta tramite i nostri investimenti”, ha detto.  

Mercati privati ancora poco presenti nei portafogli wealth

Scarselli di BlackRock ha ricordato i benefici di investire nei mercati privati. Maggiore diversificazione di portafoglio per un universo investibile più ampio rispetto al mondo listed. Premio di rendimento. Valore del supporto alla transizione sostenibile. “In Europa abbiamo circa 6.000 aziende quotate che rappresentano solo la punta dell’iceberg, mentre quelle non quotate sono 1,7 milioni. Inoltre, i mercati privati abbracciano settori industriali più vari, coprendo aree di business diverse e molto più legate all’economia reale e che spesso possono avere un impatto più diretto”, ha spiegato. “La penetrazione nel wealth italiano dei mercati privati è tuttora particolarmente ridotta se per esempio la si paragona al Nord America, con uno spazio importante di crescita per gli asset manager in questo segmento di clientela”, ha continuato. “Il settore pubblico ovvero gli stati e i governi non possono da soli affrontare la sfida della sostenibilità, gli investimenti nei mercati privati diventano ancora più importanti, perché al di fuori dei mercati quotati ci sono delle realtà altamente innovative, con business model che possono aiutare efficacemente il processo di transizione”, ha spiegato. “Non investiamo soltanto nelle aziende che producono prodotti o servizi che mitigano l’impatto, ma anche in realtà tradizionali e inquinanti che devono adattare i loro modelli di business. E lo facciamo attraverso il nostro programma di Transition Capital che è rivolto ad individuare questo tipo opportunità”, ha affermato.

Preservare il capitale naturale

“Quando parliamo di capitale naturale intendiamo l'insieme delle risorse naturali del nostro pianeta”, ha spiegato Giannelli. “La crescita economica degli ultimi anni ha comportato un degrado del capitale naturale, compromettendone gli elementi costituenti. La sfida di rendere più sostenibile la nostra presenza sul pianeta è perciò particolarmente rilevante”, ha detto. “Noi di Nuveen abbiamo cercato di investire in capitale naturale già dalla fine degli anni ottanta, investendo in farmland e foreste. Sono asset class molto utili per diversificare il portafogli degli investitori istituzionali a cui ci rivolgiamo, con il duplice obiettivo di generare rendimento e un impatto positivo per l’impronta complessiva di carbonio”, ha concluso.