Produzione e consumi faticano a ripartire. Ecco dove investire

Porto, catene di fornitura, container
Dominik Luckmann, foto concessa (Unsplash)

Dopo anni di stimoli monetari elevati e tassi di interesse negativi, Lagarde si trova oggi a gestire una situazione particolarmente complessa: “l’impennata dell’inflazione nel 2022 ha reso necessaria l’attuazione di una politica monetaria restrittiva con una rapidità senza precedenti nella storia dell’Eurozona, che potrebbe condurre a conseguenze negative, ad esempio sul fronte dell’indebolimento della domanda di prestiti bancari che, a sua volta, potrebbe causare un rallentamento dei consumi e della crescita di svariati settori, dall’immobiliare all’edilizia”, spiegano da Moneyfarm

Secondo Steven Bell, chief economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments, la fiducia dei consumatori europei è risalita rispetto ai minimi storici, i loro risparmi durante la pandemia da Covid non sono stati spesi, i prezzi del gas naturale sono ora una frazione del loro picco e i salari reali sono destinati ad aumentare. Tutto ciò dovrebbe sostenere una ripresa dall'attuale fase di debolezza. “Il settore manifatturiero si è rivelato più debole rispetto a quello dei servizi, essendo quest’ultimo più difficile da misurare, mentre l'industria manifatturiera tedesca è stata particolarmente colpita dalla chiusura o dalla delocalizzazione di aziende che facevano affidamento sul gas naturale russo a basso costo. Prevediamo che la Bce continuerà a inasprire la politica monetaria nel corso dell'anno, concentrandosi sulla forte crescita dei salari e sulla potenziale fase di accelerazione dell'economia dovuta alla ripresa dei consumi”.

Gli analisti più ribassisti rimarcano spesso il fatto che il commercio mondiale di beni ha raggiunto il picco massimo nel 2008 e da allora è in calo. Per Patrick Zweifel, chief economist di Pictet Asset Management non vengono tenuti in considerazione due fattori:

 Commercio mondiale di beni, % del PIL

Fonte: Pictet Asset Management, CEIC, Refinitiv. Dati dal 01/01/1960 al 01/02/2023.

“Il primo è che una parte sostanziale di questo declino è dovuta al fatto che la Cina ha internalizzato una quota crescente dei suoi processi produttivi man mano che si andava sviluppando. Il secondo aspetto che viene trascurato è l'importanza sempre maggiore delle esportazioni di servizi, che però generalmente non vengono conteggiate nei numeri della globalizzazione".

Quasi certamente, la quota del commercio di beni nel PIL mondiale continuerà a diminuire. Tuttavia, ciò è dovuto in gran parte all'aumento dei servizi con il maturare delle economie in tutto il mondo.

Fondi con Rating FundsPeople che investono nel settore del consumo

FondoSocietàPatrimonioRendimenti YTDRendimenti
a 3 anni
Rendimenti
a 5 anni
LUX IM Consumer TechBG14719,788,36-N/A
BNP Paribas Funds Consumer InnovatorsBNP Paribas AM96215,324,386,74
Fidelity Funds China Consumer FundFidelity International3.666-9,74-11,41-3,87
Fidelity Funds Sustainable Consumer Brands FundFidelity International1.152196,418,59
Invesco Funds Invesco Global Consumer Trends FundInvesco2.55421,01-2,522,36
Robeco Global Consumer TrendsRobeco3.80218,42-0,436,93
Fonte: Morningstar direct al 13 luglio 2023. Dati patrimonio in milioni di euro e rendimenti in euro.