Quali soluzioni d’investimento per un contesto di crescente instabilità geopolitica

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Le strategie alternative rappresentano sicuramente un elemento di decorrelazione importante nella costruzione di un portafoglio avendo un obiettivo di rendimento assoluto e potendo operare con un’ampia discrezionalità.  

"Infatti i rendimenti dei fondi alternativi risultano scarsamente correlati con l'andamento dei mercati, anche se con significative differenze a seconda delle strategie di gestione di volta in volta adottate. Il 2018 è stato un anno complesso per tali strategie, ma riteniamo che nella situazione di mercato attuale possano riprendere la loro funzione apportando valore aggiunto in un contesto di crescente volatilità e instabilità geopolitica”, spiega Camilla Silvani, Team Quantitative di Pramerica SGR.

I fondi alternativi affascinano sempre di più e rappresenteranno uno dei principali trend globali nei prossimi anni. “Nell’ambito dei fondi Alternative Ucits, utilizziamo una classificazione interna che unisce la metodologia HFRI (Institutional Hedge Fund Indices) e le più classiche strategie Total Return obbligazionarie, dove concentriamo la maggior parte degli investimenti. Nell’ambito dell’attuale incertezza sui mercati, riteniamo che le soluzioni flessibili che combinano diverse asset class, selezionando le opportunità più interessanti, possano aiutare a navigare i mercati”, spiega. “In linea di massima, non ci sono preferenze specifiche in termini di strategie ma in questo contesto di mercato mutevole, riteniamo particolarmente importante che i fondi alternativi, abbiano come priorità la consistenza, la coerenza e la dinamicità nei processi di investimento”. 

Asset allocation estiva

Probabilmente ci sono alcuni mercati che risultano overheated come i titoli Growth dei mercati azionari, in particolar modo i FAANG. Per quanto riguarda le asset class, il credito è strutturalmente influenzato dalle policy delle banche centrali e bisogna sempre stare attenti nelle scelte di investimento.

“Nel 2019 abbiamo preso sovraesposizioni nell’ambito dei mercati azionari e obbligazionari emergenti (sia in hard currency che in valuta locale), oltre a posizioni nell’asset class degli AT1, posizione attualmente chiusa ma che potrebbe essere rivalutata; rimane invece il sovrappeso sugli emerging markets, posizione costantemente monitorata”, spiega il gestore.

Anche il tema della responsabilità sociale è centrale oggi più che mai nelle scelte di allocazione di portafoglio: “A tale proposito, l’applicazione di filtri ESG sta diventando parte integrante del nostro processo di selezione; il tutto avviene in due step: scoring quantitativo (acquisizione da banche dati esterne e indagini circa il processo ESG in essere) e integrazione nella due diligence qualitativa (processo in fase di aggiornamento e sviluppo)”, conclude la manager.