Morningstar ha messo sotto esame lo strumento qualitativo lanciato a novembre del 2011 per misurare la sua performance nel predire i futuri rendimenti aggiustati per il rischio dei fondi coperti dalla ricerca.
Lanciato nel novembre 2011, il Morningstar Anlyst Rating è stato attribuito fino ad oggi a oltre 4.500 fondi a livello globale in una scala di valutazione che comprende cinque gradini: tre positivi (Gold, Silver e Bronze), uno neutrale (Neutral) e uno negativo (Negative). Morningstar ha osservato e messo sotto esame l’Analyst Rating con l’obiettivo di capire e misurare la performance di questo rating nel predire i futuri rendimenti aggiustati per il rischio dei fondi che, in questi sei anni, sono stati coperti dalla ricerca e da tale giudizio qualitativo.
Il risultato è un interessante report che mostra come l’Analyst Rating abbia avuto una capacità predittiva delle performance future dei comparti nel periodo osservato (novembre 2011 – ottobre 2017), sebbene in misura diversa in base alle asset class. In particolare, la metodologia di valutazione è promossa a piena voti nel caso dei fondi azionari e bilanciati, dove i Gold, i Silver e i Bronze hanno ottenuto risultati migliori rispetto a quelli con un giudizio neutrale e/o negativo. Meno forte invece sulle asset class obbligazionarie.
Morningstar ha analizzato il potere predittivo del rating qualitativo in diversi modi, usando sia il metodo della regressione Fama-MacBeth, sia una serie di test 'event-study', ossia un approccio più intuitivo. Nonostante questa capacità di predire il rendimento futuro possa variare sotto diverse circostanze, nel complesso l’Analyst Rating ha performato bene tra le asset class e paesi, riuscendo a tenere sotto controllo i fattori di rischio.