Real assets: radiografia di un boom atteso solo in parte

Floriane Vita, Unsplash

Quando Amundi e Preqin lo scorso anno hanno presentato il loro studio con la view sui real assets per l'anno 2021, non avrebbero potuto farlo in un contesto di maggiore incertezza. In quel momento, nel settembre 2020, le vaccinazioni erano ancora un cantiere aperto, i Paesi stavano lottando per affrontare la pandemia e in pochi avrebbero osato prevedere in che modo i mercati finanziari avrebbero superato la tempesta. Eppure, il gestore di fondi francese si era lanciato in una previsione decisa: che la crisi sarebbe stata soltanto una breve interruzione. E che non eravamo in presenza di un cambiamento strutturale nelle tendenze degli investimenti alternativi.

Ma loro previsioni si sono avverate? In termini di redditività attesa, si sono sbagliati… perché sono stati troppo prudenti. "Non ci aspettavamo che il settore dei real assets potesse rimbalzare così rapidamente", ammette Dominique Carrel-Billiard, Global head of Real Assets di Amundi. In effetti, avevano previsto che coloro che avevano investito al picco del mercato avrebbero avuto ancora bisogno di tempo per recuperare. La realtà è, invece, che il rendimento netto medio si aggira attorno al 22%.

Anche in termini di afflussi, le stime sono state inferiori. Carrel-Billiard all'epoca ha parlato di una liquidità abbondante, ma non si sarebbe aspettavo dei massimi storici. Infatti, il 2021 è sulla buona strada per chiudersi con un livello record di afflussi di capitale. Infatti, i gestori di fondi di private equity con sede in Europa hanno già ricevuto 159 miliardi di euro di capitale nei primi sei mesi. E questo è già un nuovo massimo storico per le attività alternative in gestione in Europa. Stiamo parlando di un nuovo picco di 2,19 trilioni di euro nel dicembre 2020, in aumento del 35% rispetto ai 1,62 trilioni di euro dell'anno precedente.

E la previsione di Carrel-Billiard è che l'asset class ha ancora spazio per mostrare il proprio potenziale. "Gli asset reali potrebbero essere la scommessa vincente per gli investimenti in un mondo post-Covid", dice. I fattori sono molti. Su tutta la linea, hanno generato costantemente rendimenti di 200-500 punti base al di sopra dei mercati quotati. Inoltre, giocano un ruolo cruciale nella ripresa e sono, secondo l'esperto, un modo diretto di plasmare il mondo. Una leva diretta per realizzare l'agenda sociale ed economica.

Come già avviene in quasi tutta l'industria dei fondi, l'ESG è l'argomento del momento. E i beni reali non fanno eccezione. Secondo il rapporto di Preqin, i criteri ESG sono un punto centrale per gli investitori. Le aziende riconoscono un maggiore controllo sul calcolo dei loro dati ESG. In termini di tematiche, la plastica, i rifiuti e l'inquinamento sono i più interessanti, segnalati da quasi il 70% degli investitori, seguiti da vicino dalla gestione dell'acqua e la lotta ai disastri naturali.

LUCI E OMBRE

Il raggiungimento dei massimi di sempre non nasconde, tuttavia, luci e ombre in un asset così variegata come quella degli asset reali. Detto questo, la verità è che praticamente tutti i segmenti si stanno muovendo in uno scenario benigno, come si può notare nel grafico qui sotto. In tutte le principali categorie vediamo una crescita negli ultimi tre anni.

Il private equity rimane il più grande mercato in Europa. Dopo tutto, è il segmento che pesa di più nei portafogli degli investitori. E continua ad espandersi. Le cifre della sola prima metà del 2021 sono sulla buona strada per segnare un anno record per la raccolta di fondi in Europa. L'attività nello spazio del private equity è guidata però dal Regno Unito, che rappresenta quasi uno ogni due euro di accordi di private equity nel 2021.

Un'altra nicchia emergente è il venture capital. E qui l'Europa continentale gioca un ruolo più importante. Nel mirino dei gestori c'è anche l'attività di direct lending, che nella prima metà dell'anno ha mosso quasi tanto capitale quanto nell'intero 2020. Il prestito diretto in Europa sta catturando il capitale che si sta allontanando dal debito in sofferenza nel 2021.

Le due facce del real estate

Un segmento con più ombre è l'immobiliare. Il real estate europeo sta attraversando un periodo secco in termini di raccolta di fondi. Ancora peggio che nel 2020. Ma bisogna approfondire per settore. In primo luogo, vediamo che l'investimento in immobili industriali rimane robusto. Infatti, quest'anno sta attirando più interesse degli uffici.

Detto questo, per Mark O'Hare, CEO di Preqin, è troppo presto per stilare il necrologio degli uffici. Piuttosto, vede una polarizzazione nel settore. "Gli uffici più vecchi diventeranno obsoleti anche prima del previsto. Ma allo stesso tempo osserviamo una richiesta di spazi più innovativi, aperti a un lavoro più collaborativo. E qui ci sarà l'opportunità di generare valore", prevede.