Piattaforme per la distribuzione dei fondi in Italia

Alla porta delle piattaforme distributive c’è la fila. In poco più di una settimana, su Allfunds Bank sono sbarcati i fondi UCITS targati Algebris e quelli di East Capital. Mentre su Fundstore sono da poco disponibili i comparti di March Gestion e Goldman Sachs AM. Mentre alcune delle principali in Europa per masse intermediate sono poi UBS Fondcenter, Crédit Suisse Fund Lab, State Street, Fund Channel. Secondo Holly Mackay, managing director della società indipendente di analisi The Platforum, negli ultimi tre anni gli asset gestiti da questi player sono molto cresciuti e il 76% delle entrate che si registrano nell’industria europea dei fondi va nelle casse di prodotti cross-border. 

Ci sono poi i supermercati di fondi per la clientela retail come Fundstore o Online SIM. E quelle che possono più o meno avere una rete di promotori come Banca Generali, Fineco, Allianz, Fideuram, Mediolanum, IW Bank del gruppo UBI, WeBank di BMP, dove l’attività di distribuzione delle sicav avviene attraverso la sottoscrizione diretta o i canali di PF. 

Chi è Allfunds Bank

Piattaforma leader in Europa che si rivolge esclusivamente a clienti istituzionali, Allfunds Bank nasce nel 2000 e dà al cliente soluzioni integrali nella distribuzione di fondi (intermediazione, analisi e informazione), mettendo a disposizione i migliori gestori del mercato ed è detenuta pariteticamente dai gruppi Santander e Intesa Sanpaolo. “Con questo modello di servizio, vogliamo agevolare l’amministrazione e la distribuzione dei fondi di terze parti, aumentando l’efficienza dei processi e favorendo l’adozione dell’architettura aperta”, spiega Cristiano Busnardo, vice direttore generale Italia e responsabile area commerciale.

Il servizio copre varie attività, dalla connessione operativa (per la gestione degli ordini in modalità elettronica), alla gestione e monitoraggio delle operazioni e dei pagamenti, alla riconciliazione delle posizioni e relativa rendicontazione, alla selezione e analisi dei prodotti. L’accesso a tutte le case di gestione da parte dei clienti è possibile attraverso la stipula di un unico contratto che consente di poter selezionare una vastissima gamma di fondi di investimento. 

Continua Busnardo: “per poter rendere accessibili i prodotti è necessaria la connessione dei diversi attori coinvolti (banche depositarie, transfer agent, sicav e clienti) secondo regole operative il più possibile standardizzate, che permettano una maggiore uniformazione delle procedure, la riduzione delle attività manuali connesse alla gestione degli ordini e una conseguente e logica creazione di economie di scala. L’offerta è dettata dalla richiesta del cliente: si avvia così un tavolo di negoziazione tra noi e la casa di gestione di interesse fino ad arrivare alla sua attivazione in piattaforma. Tra i progetti futuri, intendiamo rendere disponibili anche i fondi di diritto italiani per porci come one stop solution nei confronti dei nostri clienti, che di fatto ci utilizzerebbero come unico hub sia per i fondi internazionali sia per quelli italiani”. 

Piattaforme per il mercato retail

Da qualche anno più di un intermediario dà la possibilità di risparmiare (e di molto) sui costi di ingresso e uscita che le banche normalmente applicano sull’acquisto, la movimentazione e la vendita di fondi comuni. Ai supermercati di fondi come Fundstore (Banca Ifigest) e Online SIM (gruppo Ersel) si sono affiancate le banche online più competitive (Fineco, IW Bank, Sella.it e WeBank) che hanno deciso di ridurre e in alcuni casi eliminare il pedaggio richiesto a chi voleva investire in fondi comuni dove promotori e banche tradizionali potevano richiedere anche diversi punti percentuali di commissioni di ingresso. 

Questa voce è sempre presente nel prospetto di un fondo ma ciascuna società di distribuzione può scontarla. Del resto, se la compravendita di un fondo avviene tramite il passaggio di un PF va remunerata la sua attività. Spiega l’AD di Fundstore Simone Calamai: “cerchiamo di offire il modo più semplice per comporre un portafoglio in fondi, potendo far operare il cliente dal proprio conto corrente senza necessità di aprirne uno nuovo. 

Da qualche tempo, ci rivolgiamo anche al mondo della consulenza indipendente. Gli asset distribuiti valgono circa 250 milioni di euro. La raccolta è costituita nella sua totalità dal canale web retail e non da accordi istituzionali con altre banche e/o reti di distribuzione. 

A oggi distribuisce circa 4500 fondi di 140 diverse società di gestione. L’85% delle società distribuite da Fundstore è di diritto estero, questo perché molte SGR italiane fanno comunque riferimento a reti di distribuzione captive che non hanno interesse particolare a essere distribuite da collocatori indipendenti. Continua Calamai: “per il cliente non esiste un costo del servizio in termini di canone ricorrente. Veniamo remunerati, come da prassi, percependo una quota parte delle commissioni dei fondi sottoscritti dagli utenti. 

Masse in gestione 

Per entrare sulle piattaforme più piccole è piuttosto semplice se si hanno buone masse in gestione, track record giusti o la specificità che in quel momento richiede il mercato. Ci vuole un po’ di tempo per le questioni burocratiche ma poi la macchina parte. Salendo di livello come grandezza della controparte (vedi Fineco), le cose si complicano, ci possono volere mesi per entrare, passando attraverso lunghe e complesse due diligence, o non entrare mai. Mentre all’inizio alle case di investimento veniva chiesto di partecipare alla piattaforma, oggi sono le case di investimento che chiedono di aderire e quindi la piattaforma stessa tende a essere più selettiva. 

Le società più grandi sono presenti su tutte le piattaforme, sono quelle di media dimensione o che si approcciano per la prima volta a fare più fatica. Inoltre, mentre prima l’ingresso portava valore alla piattaforma, oggi non è più cosi e quindi molte stanno pensando di valorizzare più quelle che hanno già dentro più che valorizzarne di nuove. I distributori, insomma, sono più difficili da convincere. Non c’è un processo univoco per tutti, c’è un forte screening quantitativo. Spiega Calamai: “molte società di gestione, magari di diritto estero, vedono in Fundstore una buona vetrina per iniziare il collocamento dei loro prodotti in Italia. In altri casi, contattiamo le società che pensiamo possano avere prodotti interessanti. 

Il processo non è lungo in genere. Se la società di gestione è già autorizzata alla distribuzione retail in Italia dei propri prodotti, una volta firmato l’accordo di collocamento, siamo in grado di essere operativi entro una ventina di giorni”. 

Continua Stefano Cioffi, responsabile marketing di Webank: “al momento della selezione, c’è sempre un momento di confronto con la capogruppo. Guardiamo alla qualità della gestione e a brand che abbiano nella loro offerta prodotti adatti alla clientela retail e con una buona riconoscibilità. 

Preferiamo puntare su un numero contenuto di case con un’offerta di prodotti che consente una completa diversificazione dei portafogli dei clienti. Per favorire l’operatività on line sono frequenti operazioni promozionali concordate di volta in volta con le case di gestione volte ad esempio ad azzerare le spese fisse previste o altre, come quella attualmente in essere, che prevedono l’azzeramento delle commissioni di ingresso”. 

I costi

Il ruolo delle strutture bancarie nel collocamento dei prodotti è preponderante in Italia. I fondi comuni, infatti, incorporano i costi di distribuzione all’interno delle commissioni di gestione. Dicono gli esperti che “questa componente, che vale in media la metà delle fee di gestione e può arrivare fino all’80%, viene retrocessa ai canali distributivi, reti bancarie o promotori”. 

Se fosse scorporata, lasciando al risparmiatore la facoltà di scegliere se e da chi ricevere la consulenza, come accade in Inghilterra, i costi effettivi legati alla pura attività di gestione dei fondi sarebbero molto più contenuti. Una soluzione alternativa è quella studiata da IW Bank, che restituisce il 10% delle commissioni di gestione ai propri clienti. Fineco, invece, rimborsa le retrocessioni incassate dalle case prodotto ai clienti che si avvalgono del servizio di advisory (remunerato a parcella). In questa fase, c’è chi sta puntando sulla advisory. 

Conclude Cioffi: “abbiamo in mente un servizio di consulenza per il futuro: ci stiamo lavorando in questi mesi con l’obiettivo di essere pronti nel 2015. Per quanto riguarda i costi sostenuti dalla clientela ci sono quelli di gestione previsti nel prospetto di ciascun fondo, mentre i ricavi dell’intermediario risiedono nella quota parte che ciascuna società di gestione retrocede a fronte dell’attività di collocamento. La grande spinta a questo tipo di offerta ce la aspettiamo comunque con l'introduzione del servizio di consulenza che potrebbe generare più margini per noi intermediari”.

Allfunds Bank
Numero case di investimento: 450 
Masse intermediate: 147 miliardi di euro, di cui 65 sul mercato italiano
Numero fondi/Sicav offerti: 40mila fondi
Presenza: Spagna, Italia, Regno Unito, Cile, Dubai, Svizzera e Lussemburgo 
Clienti istituzionali: 430 tra banche commerciali, banche private, compagnie assicurative, società di gestione, supermercati di fondi, broker internazionali e società specializzate in oltre 28 paesi

Online SIM
Numero case di investimento: 130
Numero fondi/Sicav offerti: oltre 3.500
Universo di investimento: 120 asset class, tra categorie azionarie, obbligazionarie, monetarie, bilanciate e total return. Più di 1.000 Pac (piani di accumulo del capitale), per gli investimenti a lungo termine, oltre 200 fondi a cedola di 13 case di investimento selezionate, 11 comparti di 2 fondi pensione aperti per la previdenza complementare, 2 polizze vita 

Fundstore
Numero case di investimento: 140
Distribuzione: circa 4.500 fondi 
La raccolta è costituita nella sua totalità dal canale web retail e non da accordi istituzionali con altre banche e/o reti di distribuzione. 
Asset distribuiti: 250 milioni di euro

WeBank
Numero accordi con SGR italiane e Sicav estere: 19 
Tra fondi e Sicav, 2.000 comparti sono sottoscrivibili on line con modalità Pic e Pac 
Circa il 20% delle custodie ha prodotti di risparmio gestito mentre la restante parte sono composte da amministrato