Il gestore del fondo Avenir Europe, rating ABC, nella crisi del Covid punta su small e mid cap che possono rimanere redditizie anche in recessione, concentrandosi su fondamentali e sul lungo termine.
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Nei periodi d’incertezza puntare sui propri punti di forza può risultare determinante. La crisi del Covid lascia ancora molti punti di domanda su quale sarà l’entità della ripresa. L’emergenza ha accelerato i trend sociali ed economici già in atto, basti pensare allo sviluppo dello smartworking e del commercio online, ma è ancora poco chiaro come altri settori economici, gli esempi più lampanti provengono da trasporti e turismo, si adatteranno alla nuova normalità imposta dal virus. In questo scenario di profondo cambiamento secondo Pascal Riégis, gestore del fondo di Oddo BHF AM Avenir Europe, che ha ottenuto il rating ABC per il 2020 di FundsPeople, nella selezione di opportunità per gli investitori è fondamentale “concentrarsi su ciò che sappiamo fare meglio: identificare le aziende che creeranno valore, qualunque sia l'ambiente macro”, afferma.
Le potenzialità di crescita delle Small e Mid Cap europee
Il fondo è focalizzato sulle Small e Mid Cap che rappresentano il fiore all’occhiello del tessuto produttivo del Vecchio Continente, con un focus speciale sulle aziende francesi. L’approccio è bottom-up, senza distorsioni di stile o scommesse macroeconomiche, spiega il gestore. Il portafoglio individua 40-50 aziende leader, con una portata globale che possono autofinanziare la loro crescita e rimanere redditizie anche in recessione: “La strategia migliore è quella di essere investiti sul lungo termine e di concentrarsi sui fondamentali delle aziende. Secondo la nostra analisi, sul lungo termine le Mid Cap europee hanno uno dei migliori potenziali di performance come asset class. Tra loro ci sono aziende che non hanno ancora raggiunto il loro plateau di crescita con modelli di business consolidati e una forte governance. Inoltre le Mid Cap sono abbastanza agili da far parte di nicchie in crescita e di trend al rialzo. Raccogliere il meglio di loro dovrebbe permetterci, a lungo termine, di performare sia in termini assoluti che relativi”, spiega Pascal Riégis.
Lo scenario è ancora segnato dalla pesante correzione dei mercati finanziari del primo trimestre, che non ha risparmiato i listini europei. Gli interventi della Banca centrale europea con politiche monetarie ultra-espansive e dei Governi con politiche fiscali hanno avuto l’effetto di garantire la stabilità del sistema, ma i timori non sono del tutto svaniti: “Nonostante le misure di stimolo senza precedenti, la portata di ciò che è accaduto è vasta. A breve termine, la volatilità dei mercati è quindi comprensibile”, commenta il gestore.
Focus su sanità, industria e IT
Durante la crisi non tutti i settori sono stati colpiti in egual misura dalle norme di confinamento che hanno semi-paralizzato le economie dei Paesi mondiali. I settori che si sono dimostrati più resilienti, come la sanità o l’IT, potrebbero trainare la ripresa: “L' Avenir Europe investe principalmente nei settori sanitario, industriale e tecnologico. Il fondo è sottopesato su finanziari, materie prime e utilities. Crediamo che le società che stiamo tenendo in portafoglio supereranno la crisi e ne trarranno vantaggio anche grazie ai loro solidi bilanci, ai vantaggi competitivi e alla potenza innovativa”, aggiunge. Per quanto riguarda le esposizioni ai paesi, il maggiore overweight è la Francia: “Le imprese francesi sono molto internazionali e spesso realizzano solo una parte minore del loro fatturato sul mercato francese”, conclude il gestore.
Attenzione per i fattori ESG
La crisi sta riportando l'accento sulle questioni sociali e di sostenibilità e i fattori ESG potrebbero divenire ancora più importanti nella fase di ripresa: “Gli investitori presteranno sempre maggiore attenzione al modo in cui un'azienda si prepara a gestire scenari estremi, a gestire la propria supply chain, i propri dipendenti e la loro preparazione a lavorare in modalità digitale”, afferma Pascal Riégis. “Il mercato non si aspettava una crisi basata sulla salute, ma ha capito che la prossima potrebbe essere simile o anche peggiore a causa delle alterazioni climatiche. Nel nostro fondo stiamo seguendo un rigoroso processo di integrazione ESG attraverso esclusioni, costruzione del portafoglio e dialogo con le aziende. Quando costruiamo il portafoglio, ogni azienda è valutata con il nostro modello ESG proprietario e questo sta influenzando il portafoglio finale in quanto non possiamo avere più del 10% su società ad alto rischio ESG”, conclude.