Il concetto di Identità ESG si impone sul mercato, dalle richieste dei clienti alle cronache finanziarie che hanno raccontato i risultati in chiaro-scuro della COP26. In questo scenario non soltanto capire in quale direzione va il mercato ma anche quali caratteristiche intrinseche alle società di gestione possono determinarne il percorso diventa più che mai attuale. “Molta parte della finanza oggi è etichettata ESG”, afferma Luca Testoni, fondatore del Salone SRI in apertura della prima plenaria della VI edizione dell’appuntamento milanese con la finanza socialmente responsabile. Testoni cita come già a luglio di quest’anno, secondo fonte Morningstar, il 24% dei fondi presenti in Europa fosse classificato come articolo 8 e articolo 9 SFDR dagli asset manager, mentre in Italia sono già quasi il 30% del totale. Alla luce di questi risultati: “Il problema è tradurre lo sforzo sostenibile in strumenti di investimento”. Le sfide che si trova ad affrontare il settore sono di diverso ordine, c’è senz’altro quella del gap informativo ancora presente, a cui si associa la “sfida del dato”. La reazione è la richiesta di un “cambio” da parte degli attori finanziari stessi e del mercato in generale, insieme a una maggiore “sete” di conoscenza sulle tematiche ESG che si associa a un crescente interesse, appunto, per l’identità sostenibile di chi opera nel settore. “Sistema è la parola chiave che ci accompagnerà il prossimo anno – afferma Testoni –, una volta che l’identità sarà diventata centrale”.
Salone SRI. ESG, la linea si sposta dal prodotto all'identità del gestore

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