Sarrate (Amchor IS): "Scommettiamo sull’Italia, è il nostro principale obiettivo per i prossimi anni"

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Alejandro Sarrate, immagine concessa (Amchor IS)

Secondo Alejandro Sarrate, amministratore delegato e co-fondatore di Amchor Investment Strategies, società di gestione spagnola indipendente specializzata nell’identificazione e selezione di gestori internazionali di comprovato talento e nella strutturazione e gestione di prodotti d'investimento alternativi, c’è una caratteristica del mercato italiano che lo rende particolarmente adatto per la proposta della società che guida: il fatto di essere composto da investitori sofisticati, alla costante ricerca di soluzioni specifiche e di gestori di eccellenza. L’Italia riveste da tempo un ruolo di primaria importanza nei piani di sviluppo della casa di gestione attiva dal 2008. Ma per essere ancora più vicini alla clientela, il CEO ha deciso di alzare l’asticella e lo scorso ottobre ha lanciato un branch italiana e inaugurato una sede a Milano. L’obiettivo è di crescere in un mercato dall’elevato potenziale ma che riconosce essere estremamente competitivo. E per farlo punta sull’alto grado di specializzazione dell’offerta e sulla capacità di dare risposta a esigenze complesse con soluzioni su misura.

“Scommettiamo sull’Italia, che è il nostro obiettivo principale per i prossimi anni”, dice Sarrate che ha rilasciato un’intervista FundsPeople durante dei meeting con i clienti nella città meneghina. “Nel nostro processo di internazionalizzazione, il primo passo è stato sbarcare qui, dove puntiamo a replicare il successo che abbiamo avuto in Spagna e Portogallo. Oltre che per la vicinanza culturale, in termini di masse l’Italia è uno dei mercati multi-manager più importanti in Europa. Inoltre, è un mercato di investitori sofisticati e crediamo che il nostro apporto sia molto apprezzato da questo tipo di platea. Riteniamo che per noi ci sia spazio per crescere sia nella clientela istituzionale che wholesale”, dice Sarrate. Questo progetto di ampliamento della propria presenza in Europa è stato possibile grazie all’accordo tra Alantra, società globale di investment banking, e Amchor IS in base al quale Alantra ha acquisito una partecipazione del 40% in Amchor IS diventando partner strategico della società, sostenendone i piani di crescita.

L’offerta

Amchor IS opera su due differenti aree di business, sia nel segmento dei fondi UCITS che in quello dei mercati privati. Per quanto riguarda il primo ambito, il punto di forza della società sta nella capacità di identificare e selezionare dei gestori internazionali di comprovato talento e rappresentarli in esclusiva. Attualmente la gamma per l’Italia mette a disposizione le strategie attive liquide di parterre ristretto di sei case di gestione, ma che riescono a coprire tutte le principali asset class e le aree geografiche di riferimento. Nel dettaglio gli asset manager rappresentati sono Aktia, Brown Advisory, CQS, Fulcrum Asset Management, Lonvia Capital e Mirae Asset. Sul fronte delle attività illiquide in qualità di asset manager, Amchor IS struttura e colloca prodotti di investimento alternativi sui private market, facendo leva sulle proprie expertise di gestione interna o sulla sua capacità di fund selector di strategie ad alto valore aggiunto gestite da asset manager di primaria grandezza del calibro di JP Morgan, Alp Invest, Apollo.

Puntiamo davvero molto sui gestori che selezioniamo. Li individuiamo grazie a una metodologia proprietaria rigorosa che definiamo delle ‘3P’: People, Process e Performance”, spiega Sarrate. “Preferiamo realizzare delle scommesse di lungo periodo su un numero limitato di gestori, piuttosto che scegliere di mese in mese un nuovo prodotto da lanciare seguendo l’andamento dei mercati o le mode del momento”, continua. “Fedeli alla nostra metodologia selezioniamo gestori di grande esperienza. È molto raro che chi ha performato bene per 20 o 30 anni smetta improvvisamente di farlo. Inoltre, per noi è importante che gli interessi dei gestori siano pienamente allineati con quelli di chi investe, per questo cerchiamo professionisti con delle partecipazioni dirette nella società in cui operano e che investono il proprio denaro nei fondi che gestiscono”, dice. Un altro aspetto fondamentale per Sarrate è la coerenza del gestore con il proprio processo di investimento. “Se scegliamo un gestore growth non ci aspettiamo che viri al value se il contesto è cambiato. È un fatto di chiarezza molto importante, perché chi investe con noi deve sapere cosa aspettarsi. Infine vi è l’aspetto delle performance, che noi intendiamo come la capacità di un'elevata generazione di alfa sul lungo periodo”, dice.

Contesto sfidante

Il 2022 è stato un anno di grande cambiamento per gli investitori, per il ritorno dell’inflazione su livelli a cui non erano abituati da tempo e con la fine dell’epoca di tassi a zero durata oltre un decennio. Secondo Sarrate per i prossimi anni un aspetto chiave con cui confrontarsi è la differenza dei rendimenti nominali rispetto a quelli reali. “L'inflazione sarà volatile e ci saranno nuovi picchi, con un ambiente molto diverso rispetto al recente passato quando la parte nominale era sempre molto simile”, spiega. “Per questo, crediamo che la generazione di alfa e la flessibilità saranno fondamentali, due esigenze che trovano risposta nella nostra offerta: ad esempio un gestore come Fulcrum fornisce delle soluzioni che possono essere completamente flessibili, mentre lo specialista sul credito CQS può generare rendimenti asimmetrici, investendo le convertibili”, dice. “Quindi, in sostanza, siamo ottimisti su base relativa per i nostri gestori, sapendo che su base assoluta i prossimi anni saranno forse più difficili rispetto all’ultimo decennio in cui le banche centrali iniettavano liquidità ogni volta che ne avevamo bisogno”, conclude.