Secondo il senior investment strategist in una fase in cui i listini dei Paesi sviluppati soffrono per il rialzo dei tassi e l’inflazione, puntare sulle opportunità dei mercati cinesi è la scelta vincente.
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È un buon momento per investire in Cina. Questo il parere di Anthony Sassine, senior investment strategist, CFA, di KraneShares, player americano di ETF focalizzati sui mercati del Dragone, da poco sbarcato in Italia. Nonostante la recrudescenza del COVID e una crescita in rallentamento rispetto ai tassi vertiginosi a cui eravamo abituati negli ultimi anni, secondo Sassine, se si considera il quadro generale, le prospettive del gigante asiatico rimangono estremamente positive. Inoltre, la Cina è ancora sotto rappresentata negli indici mondiali rispetto al suo contributo al PIL globale. E in un momento in cui i listini dei Paesi sviluppati soffrono per il cambio di regime delle politiche monetarie e l’inflazione, puntare sulle opportunità dei mercati cinesi potrebbe essere una scelta vincente.
“La storia di successo della Cina, dalla sua entrata nella World Trade Organization (WTO) nel 2001, non è cambiata. Il Paese ha attraversato diversi stadi di sviluppo economico. Ora ci troviamo in una fase in cui l'economia dipende sempre di più dai servizi e dai consumi interni ed è meno dipendente dall'export e dalla manodopera a basso costo”, spiega l’esperto. “Le autorità governative sono riuscite a compiere qualcosa che nessun'altro Paese del mondo è riuscito a fare, ovvero far uscire dalla povertà oltre 600 mila persone”, continua. In più, secondo l’esperto questo processo di sviluppo della classe media non si è ancora concluso, con molteplici occasioni di investimento nelle aziende al centro della modernizzazione del Paese. “L’economia si sta muovendo nella direzione di offrire alla popolazione migliori servizi sanitari, più educazione e posti di lavoro di maggior qualità. La Cina ha l'ambizione di diventare leader globale, contendendo agli Stati Uniti il ruolo di prima potenza economica. In particolare, si sta giocando la sua leadership nei settori della tecnologia e dell'intelligenza artificiale, con aziende innovative e all’avanguardia in grado di competere con i colossi del tech statunitensi”, spiega.
Un sentiment in miglioramento
La strategia zero COVID e i lockdown hanno inciso significativamente sui consumi e sulle attività economiche. Ma ora le misure di contenimento dei contagi si stanno allentando e le cose dovrebbero cambiare sostanzialmente in autunno, in concomitanza con il 20° Congresso del Partito Comunista di ottobre, un appuntamento di grande importanza politica a cui il Presidente Xi Jinping potrebbe arrivare con la notizia dell'approvazione del vaccino mRNA cinese. Secondo Sassine anche sul fronte delle strette normative di Pechino, che la scorsa estate hanno penalizzato fortemente le aziende tecnologiche, il peggio dovrebbe essere alle spalle. E progressi si avvertono anche nella contesa commerciale con gli USA, con una distensione delle relazioni tra le due super potenze e il progetto di ridurre i dazi promosso da Joe Biden. “Da marzo è migliorato il sentiment nei confronti delle società cinesi del settore internet, a seguito delle dichiarazioni del vicepremier Liu He sulla fine del ciclo normativo”, illustra Sassine. Segnali positivi giungono anche dal rischio di delisting delle società cinesi quotate a Wall Street, con progressi delle autorità di regolamentazione cinesi nel risolvere i problemi relativi all'Holding Foreign Companies Accountable Act (HFCAA), grazie alla collaborazione con le controparti statunitensi.
I settori su cui puntare
“È un buon momento per investire in Cina e lo è ancor di più se si prendono in considerazione dei settori specifici”, avverte Sassine. In generale, una buona strategia per approcciare questo mercato così vasto è quello di utilizzare come bussola i piani quinquennali del Governo centrale, indirizzando gli investimenti verso i settori beneficiari degli investimenti decisi dai policy maker. “In quest’ottica, uno dei più interessanti per i prossimi anni è il clean tech. Il regolatore sta supportando in modo significativo lo sviluppo di questo settore. Nei piani quinquennali si parla molto di clima e lo stesso Xi Jinping si è compromesso molto per aumentare da qui al 2030 i gigawatt prodotti dal solare. Interessante è anche l'eolico, sempre nella prospettiva del governo di diminuire le emissioni di carbonio”, spiega Sassine. Un altro settore nel mirino del senior investment strategist di KraneShares è quello dei veicoli elettrici. “La Cina è uno dei più grandi mercati al mondo per le auto elettriche, con un enorme potenziale di sviluppo di lungo termine ed aziende leader a livello globale. Un esempio è CATL che produce batterie per auto elettriche sempre più economiche e innovative”, dice. “Inoltre, il governo è molto attivo nel promulgare delle policy a sostegno del settore, con vantaggi fiscali per chi compra autovetture green. Infine non smette di esser appetibile il settore di internet, in cui operano grandi compagnie come Alibaba e Tencent che per prime hanno localizzato la Cina sulla mappa globale dell'innovazione. “Gli acquisti on-line e la penetrazione di internet in Cina è ancora bassa rispetto a Paesi sviluppati come gli USA. Quindi, c'è ancora molto spazio per la crescita di queste aziende, che tra l’altro attualmente sono scambiate a prezzi relativamente bassi se si considerano i margini di crescita”, conclude.
A-Shares
Un modo per gli investitori per diversificare la loro esposizione alla Cina è investire sul mercato offshore e sulle società onshore (mercato delle A-Shares). “I due segmenti offrono sentiment e interpretazioni degli eventi differenziati tra investitori locali e stranieri, nonché differenze in termini di impatto e cicli economici”, spiega l’esperto. Di recente, dopo circa un anno, il mercato continentale cinese è tornato sotto i riflettori, in quanto include alcuni dei settori più redditizi e innovativi dell’economia cinese, tra cui food&beverage, elettrodomestici, sanità, cleantech, 5G, manifattura di fascia alta e altri ancora. “Oltre al suo potenziale di crescita a lungo termine con la transizione della Cina verso un nuovo modello economico, il mercato delle A-Shares si sta aprendo e potrebbe potenzialmente ricevere flussi significativi dagli investitori stranieri”, continua Sassine. Infatti, gli indici globali, tra cui l'MSCI, utilizzano un fattore di inclusione del 20% per le A-Shares, che oltretutto sono detenute da investitori esteri in misura inferiore al 7% del totale. L’esperto prevede un aumento significativo di questi valori nei prossimi 3-5 anni e anche i flussi interni al mercato stanno aumentando. “Dal momento che la Cina continua a ribadire che ‘la casa è per vivere e non per speculare’, ci aspettiamo che gli investimenti attuali e futuri nell'enorme settore immobiliare cinese vengano reindirizzati verso il mercato azionario”, spiega Sassine. “Il governo ha recentemente proposto un progetto di legge per consentire ai fondi pensione di investire nel mercato. Riteniamo che l'interesse per il mercato azionario cinese continentale aumenterà in modo significativo, soprattutto in considerazione del suo potenziale di crescita, del fatto che non è ancora stato esplorato e delle sue correlazioni storicamente basse con i mercati globali”, conclude.