La visione di Tom Morris, gestore del global fundamental team di Liontrust e co-gestore del Liontrust GF Tortoise fund, sul contesto attuale è leggermente più ottimista: “ Nell’immediato le prospettive appaiono piuttosto negative, ma questo vuol dire che probabilmente i mercati stanno già scontando questo scenario pessimistico. Cioè, se è sostanzialmente già previsto che le cose continuino ad andare male, un miglioramento della situazione sarebbe una sorpresa positiva. Inoltre, le valutazioni di numerosi settori del mercato sono già scese notevolmente e, in base a diverse indicazioni, l’inflazione dovrebbe raggiungere il punto massimo nei prossimi sei mesi circa. Difficile stabilire se toccherà il picco entro un orizzonte breve come la fine dell’anno, ma ci si aspetta che ci arrivi entro 6-12 mesi. Si registrano diversi segnali in questo senso, come ad esempio l’espansione della base monetaria negli Stati Uniti. La crescita dell’offerta di moneta negli USA si è sempre mantenuta tra lo 0 e il 10% a partire dagli anni 1990, finché nel 2020 è schizzata a +25%, un andamento che preannunciava un’imminente impennata dell’inflazione, che infatti è poi puntualmente arrivata. Ora il tasso di espansione della base monetaria è ridisceso al 5%, un dato rassicurante. Secondo Morris, altri indicatori, come i costi dei trasporti, le quotazioni della maggior parte delle materie prime e i prezzi del gas sono calati in maniera significativa. “Inoltre, i fattori che sospingono maggiormente l’inflazione sono tutti indicatori posticipati” osserva. “Ad esempio, l’indice dei prezzi delle abitazioni si basa su dati di circa sei mesi fa, il che ci consente di prevedere con un buon grado di sicurezza l’andamento dell’inflazione sugli alloggi. Ci troviamo nella peggiore situazione possibile”, prosegue “pertanto le condizioni potrebbero cominciare a migliorare, per questo stiamo passando a un cauto ottimismo. Quanto alle strategie long/short, quando ci troviamo a un punto di svolta diventa più facile trarne vantaggio, perché utilizzando anche posizioni corte rispetto alle sole posizioni lunghe, possiamo coprire buona parte dei rischi e al contempo assumere una maggiore esposizione ciclica. Se gestissimo un fondo long-only, potremmo non essere ancora abbastanza ottimisti da cominciare a puntare sui settori ciclici; ma il nostro portafoglio long/short ci permette di assumere un’esposizione ai ciclici coprendo buona parte dei rischi tramite posizioni corte in futures su indici e su azioni su cui abbiamo un giudizio negativo” conclude il gestore.
4/4