La prima parte della tavola rotonda Liontrust targata FundsPeople con primari esponenti della fund selection italiana si è concentrata sull'analisi dello scenario attuale.
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Il 2022 non è stato semplice per gli investitori. Nonostante la fine delle politiche espansive delle banche centrali fosse attesa, gli aumenti dei tassi in un contesto di inflazione in crescita hanno generato ulteriore volatilità. Inoltre, l’aumento del costo dell’energia e le costanti problematiche legate alle supply chain continuano ad alimentare un’ inflazione già elevata.
Dopo un periodo di performance poco esaltanti, legate anche alle politiche espansionistiche delle banche centrali più favorevoli a strategie long only, sembra arrivato il momento giusto per le gestioni meno direzionali, in grado di offrire protezione e diversificazione nel contesto attuale.
L’analisi del contesto attuale è stata al centro della prima parte della tavola rotonda targata FundsPeople.
Nota: tutti i commenti sono riferiti al contesto del 19 ottobre 2022.
Roberta Rudelli, responsabile della fund selection del Gruppo Unicredit, consiglia prudenza “finché non saranno chiariti i toni dei comunicati di Fed e Bce per gestire le aspettative dei mercati. La volatilità è ancora molto alta e non ci aspettiamo una riduzione da qui alla fine dell’anno. Anzi, pensiamo sia destinata a rimanere elevata finché non avremo maggiore visibilità da un lato sul livello massimo dei tassi di interesse, sia negli Stati Uniti sia in Europa, e dall’altro sulla conclusione dell’inasprimento monetario”. La stessa cautela che la manager suggerisce riguardo l’asset allocation “In ambito azionario siamo ancora in una fase neutrale. Non abbiamo ridotto l’esposizione azionaria a favore di quella obbligazionaria ma, negli scorsi trimestri, abbiamo ridotto gradualmente il sovrappeso azionario a favore della liquidità. Ultimamente, inoltre, abbiamo iniziato ad acquistare titoli di Stato, sia europei sia italiani. Le soluzioni meno direzionali, long/short o strategie alternative liquide, sono una quota residuale del portafoglio, piuttosto stabile. In questo segmento tendiamo a preferire le soluzioni global macro e long/short non market-neutral, in grado di mantenere un po’ di beta di mercato, sebbene contenuto. Questo genere di soluzioni trova impiego in particolare nelle gestioni patrimoniali, gestite da un team di professionisti in grado di modificarne l’allocazione“ prosegue Rudelli, che osserva “in genere riteniamo queste strategie poco adeguate per la consulenza perché, oltre a essere poco direzionali, hanno un’allocazione di portafoglio piuttosto complessa e con molti derivati, che risulta di difficile comprensione da parte dell’investitore finale. Inoltre, in mercati al rialzo come quelli degli ultimi anni, queste strategie consegnano performance più contenute, deludendo in parte le aspettative degli investitori”.
1/4“Il contesto descritto mi trova d’accordo” commenta Andrea Florio, manager di Zurich Bank. La visibilità, ridotta dall’eccesso di volatilità, rende estremamente complesso effettuare previsioni a breve termine; sarà dunque necessario monitorare trimestre dopo trimestre gli utili aziendali ed il news-flow nel suo complesso per capire come le società riusciranno a mantenere i propri ricavi e gli utili in un contesto che vede l’inflazione spingere verso l’alto i prezzi con una contestuale compressione della domanda. In uno scenario come quello attuale” commenta il manager “sarà necessario riconsiderare l’allocazione core del portafoglio. Ovviamente contesti vivaci come quelli attuali favoriscono senza dubbio strategie long/short per il loro approccio più neutrale rispetto alle strategie long-only tradizionali. Tale impostazione può rivelarsi senza dubbio valida nell’attesa di una nuova “normalità” di mercato per poter successivamente iniziare a ragionare verso una revisione in termini di posizionamento del portafoglio.
2/4Anche Nicola Tommasini, head of fund research di Anima Sgr concorda sullo scenario: “Il 2022 è stato un anno molto difficile sia per le azioni sia per le obbligazioni. L’inflazione è rimasta molto elevata per tutto l’anno e la Fed ha effettuato interventi molto aggressivi per cercare di contenerla e riportarla velocemente intorno al livello target, riducendo la domanda. In Europa lo scenario è stato perfino peggiore, perché la guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi del gas hanno ulteriormente complicato le cose. In questo contesto, da qui a fine anno, quindi in un orizzonte di breve periodo, ci aspettiamo un ulteriore rallentamento della crescita mondiale, uno scenario sostanzialmente già scontato in Europa, ma anche l’economia americana dovrebbe iniziare a decelerare. Inoltre, entro fine anno o a inizio 2023 il mercato dovrebbe cominciare ad aspettarsi che l’inflazione raggiunga un picco e di conseguenza le banche centrali potrebbero assumere un orientamento meno aggressivo. In uno scenario di questo tipo la volatilità dovrebbe rimanere elevata, ovviamente, ma non mancheranno opportunità nel comparto azionario. Vale la pena osservare che, sul breve periodo, una stabilizzazione dei tassi potrebbe permettere ai mercati di riprendersi, trainati dalle azioni. In generale” prosegue il manager “le strategie long/short equity potrebbero risultare avvantaggiate in questo clima. È un segmento in cui siamo piuttosto attivi e operiamo mediante un approccio più tattico. Non ci sono molti fondi di questo tipo, ma in questo momento ci sembra importante poter gestire l’esposizione netta con modifiche frequenti e al contempo cercare di generare alfa mediante un’allocazione settoriale o tematica in un orizzonte di breve periodo. Per questo puntiamo sulle strategie long/short equity. Inoltre, i prodotti absolute return ovviamente apportano diversificazione rispetto agli asset rischiosi, oltre che rispetto ai bond” conclude.
3/4La visione di Tom Morris, gestore del global fundamental team di Liontrust e co-gestore del Liontrust GF Tortoise fund, sul contesto attuale è leggermente più ottimista: “ Nell’immediato le prospettive appaiono piuttosto negative, ma questo vuol dire che probabilmente i mercati stanno già scontando questo scenario pessimistico. Cioè, se è sostanzialmente già previsto che le cose continuino ad andare male, un miglioramento della situazione sarebbe una sorpresa positiva. Inoltre, le valutazioni di numerosi settori del mercato sono già scese notevolmente e, in base a diverse indicazioni, l’inflazione dovrebbe raggiungere il punto massimo nei prossimi sei mesi circa. Difficile stabilire se toccherà il picco entro un orizzonte breve come la fine dell’anno, ma ci si aspetta che ci arrivi entro 6-12 mesi. Si registrano diversi segnali in questo senso, come ad esempio l’espansione della base monetaria negli Stati Uniti. La crescita dell’offerta di moneta negli USA si è sempre mantenuta tra lo 0 e il 10% a partire dagli anni 1990, finché nel 2020 è schizzata a +25%, un andamento che preannunciava un’imminente impennata dell’inflazione, che infatti è poi puntualmente arrivata. Ora il tasso di espansione della base monetaria è ridisceso al 5%, un dato rassicurante. Secondo Morris, altri indicatori, come i costi dei trasporti, le quotazioni della maggior parte delle materie prime e i prezzi del gas sono calati in maniera significativa. “Inoltre, i fattori che sospingono maggiormente l’inflazione sono tutti indicatori posticipati” osserva. “Ad esempio, l’indice dei prezzi delle abitazioni si basa su dati di circa sei mesi fa, il che ci consente di prevedere con un buon grado di sicurezza l’andamento dell’inflazione sugli alloggi. Ci troviamo nella peggiore situazione possibile”, prosegue “pertanto le condizioni potrebbero cominciare a migliorare, per questo stiamo passando a un cauto ottimismo. Quanto alle strategie long/short, quando ci troviamo a un punto di svolta diventa più facile trarne vantaggio, perché utilizzando anche posizioni corte rispetto alle sole posizioni lunghe, possiamo coprire buona parte dei rischi e al contempo assumere una maggiore esposizione ciclica. Se gestissimo un fondo long-only, potremmo non essere ancora abbastanza ottimisti da cominciare a puntare sui settori ciclici; ma il nostro portafoglio long/short ci permette di assumere un’esposizione ai ciclici coprendo buona parte dei rischi tramite posizioni corte in futures su indici e su azioni su cui abbiamo un giudizio negativo” conclude il gestore.
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