Gli investitori italiani stanno tornando a guardare ai fondi liquid alternative come fonte di diversificazione e resilienza per i portafogli. Il mercato ha raggiunto il suo picco, in termini di masse gestite, a metà del 2018, in seguito all’aumento dei tassi d’interesse dopo un lungo periodo di politiche monetarie accomodanti che avevano represso sia la volatilità sia la decorrelazione tra gli asset. “Nel 2022 c’è stato un punto di svolta, quando i tradizionali portafogli 60% obbligazionario e 40% azionario hanno sottoperformato su entrambi i fronti. Gli investitori hanno sperimentato in prima persona che non sempre azioni e bond sono sufficienti per una vera diversificazione”. Così Alexander Schoenfeldt, head of investments di Lumyna Investments, riassume in un’intervista a FundsPeople l'andamento del comparto liquid alternative degli ultimi anni, alle soglie di quello che potrebbe essere un nuovo punto di svolta. La società di gestione, basata a Londra, offre fondi alternativi in formato UCITS già dal 2007, ed è stata acquisita dal Gruppo Generali nel 2018.
Schoenfeldt (Lumyna): "Liquid alt e mercati privati per aumentare diversificazione e rendimenti"

Alex Schoenfeldt, foto ceduta (Lumyna Investments)
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